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Voi siete qui: Arte » Lovanio celebra in grande i 500 anni di “Utopia” di Tommaso Moro

2 Dicembre 2016 Scritto da Saul Stucchi

Lovanio celebra in grande i 500 anni di “Utopia” di Tommaso Moro

“In Search of Utopia” ovvero “Alla ricerca di Utopia” è il titolo della mostra allestita al Museo M di Lovanio (Leuven), nella regione belga delle Fiandre.

Una sala della mostra "In cerca di Utopia" al Museo M di Lovanio

Fino al 17 gennaio 2017 la città sarà la capitale di Utopia, lo stato immaginario pensato da Tommaso Moro e da lui descritto nel suo libro più celebre, pubblicato giusto cinquecento anni fa. Per rendere omaggio all’autore e all’opera gli organizzatori hanno pensato bene di usare l’ironia. Lo slogan delle manifestazioni per il cinquecentenario della pubblicazione di “Utopia” è infatti “The Future is More” (“Il futuro è di più” ma anche “è Moro”).

Un piccolo libro di grande influenza

L’esposizione al Museo M è la punta di diamante di una programmazione che abbraccia una settantina di eventi, tra i quali merita almeno una segnalazione – per originalità – il menu gastronomico a tema “utopia”, da assaporare in giro per i ristoranti di Lovanio.

Gli appassionati di arte e di cultura possono invece gustarsi le “prelibatezze” presentate lungo il percorso espositivo di questa mostra che merita un viaggio nelle Fiandre. Per stuzzicare l’appetito vi basti una citazione da Martin Lutero, il quale scrisse nel febbraio 1518 all’amico Johann Lang: “Capitone (il riformatore tedesco Volfango Capitone, ndr) ha detto che Utopia è in stampa a Basilea. Comprane una copia per me alla fiera di Francoforte. Utopiam Morinam sitio“. Lutero aveva sete di quel libro che stava già cambiando la cultura occidentale e voleva abbeverarsi alle pagine di Moro.

Tommaso Moro in un ritratto copia da Hans HolbeinLa mostra è anche una bella occasione per leggere (o rileggere) questo testo capitale, uscito in prima edizione nel dicembre del 1516 dalla stamperia di Dirk Martens, nel cuore di Lovanio. Si tratta di un’opera piuttosto breve, divisa in due libri: il primo è una lucida analisi della situazione contemporanea in Inghilterra, il secondo, invece, è il resoconto di alcuni viaggi nell’isola di Utopia da parte del navigatore portoghese Raffaele Itlodeo, un “nome parlante” che significa più o meno “distributore di ciarle”.

Ci sono voluti sette anni per preparare l’esposizione che è stata organizzata tenendo conto di tre idee principali: illustrare l’arte dei maestri fiamminghi, presentare opere raramente o mai esposte insieme, squadernare oggetti molto diversi tra loro: dai dipinti agli arazzi, dalle miniature agli strumenti scientifici. Il tutto per portare indietro di mezzo millennio i visitatori, a un’epoca fortemente proiettata verso il futuro. Il motore (uno dei motori) di quella forte spinta in avanti è stato proprio “the small book” (parola del curatore Jan Van der Stock) di Moro.

Il percorso espositivo

Il “menu” della mostra prevede quattro “portate”, tutte saporite. Nella prima sezione l’attenzione è focalizzata sulla figura di Tommaso Moro e sull’ambiente culturale in cui egli compose e pubblicò “Utopia”. Umanista, avvocato e diplomatico, Moro fu tra i protagonisti della sua epoca.

Un esemplare di "Utopia" di Tommaso Moro

Ad aprire il percorso espositivo è il prezioso esemplare della prima edizione di “Utopia” conservato nella Biblioteca Reale del Belgio a Bruxelles. Guardatelo con attenzione questo piccolo libro dalla grande influenza, intriso di ironia (Moro ed Erasmo si impegnarono entrambi nella traduzione di opere di Luciano di Samosata, forse il più ironico spirito greco. E infatti le sue opere compaiono spesso alle spalle degli umanisti nei loro ritratti).

Qui sono presentati anche gli altri protagonisti di quell’avventura iniziata mezzo millennio fa: su una parete, infatti, campeggia una splendida xilografia di Lovanio raffigurata com’era attorno al 1540. Città universitaria e di cultura, era uno dei centri umanistici più vivaci d’Europa, crocevia di scambi e di idee.

E poi ci sono i ritratti, come l’enorme tela che immortala la famiglia Moro e quelli che ritraggono lo stesso Tommaso e i più celebri umanisti del tempo, come Erasmo e Peter Gilles. Sono tra le opere più belle esposte in mostra e vederli così, uno accanto all’altro, dà l’idea di una galleria di spiriti elevati: i Grandi Europei che hanno gettato le basi di una nuova società.

Una sala della mostra "In cerca di Utopia" a Lovanio
Una curiosità: sotto il ritratto della seconda moglie di Moro, Alice, (realizzato dalla bottega di Hans Holbein il Giovane) si cela un ritratto incompiuto di Erasmo. Lo ha rivelato un esame con la tecnica della riflettologia infrarossa. La bottega di Holbein produsse una gran quantità di ritratti di Erasmo, a dimostrazione della sua influenza, anche come intermediario culturale tra Tommaso Moro e gli altri umanisti. Ricordiamo di passaggio che Erasmo compose il suo celebre “Elogio della follia” proprio a casa di Moro, a cui è dedicato.

Gioielli dipinti e miniati

Il tema della seconda sezione è l’immagine (le immagini) del Paradiso e dell’Inferno. Qui si lascia il libro e si va alla ricerca del luogo “Utopia”, messo a confronto con il suo contrario, ovvero Dystopia.

Le sale sono molto spaziose e le opere ben distanziate le une dalle altre. È così possibile sostare con agio davanti a ciascuna di esse, senza fare la coda come capita in alcune mostre. Eccoci al “Giardino dei Piaceri” e all’arazzo con la raffigurazione del “Locus Amoenus”. E poi “La caduta dell’uomo” di Albrecht Dürer e accanto il tondo del “Paradiso terrestre” dipinto da Herri Met De Bles e ancora “Adamo ed Eva” di Aert van den Bossche. Tutte opere molto belle.

Una teca custodisce un altro grande gioiello, un manoscritto del “Romanzo della Rosa” prestato dalla British Library di Londra. È una delle opere librarie di maggior successo del medioevo e una copia di essa si trovava nella biblioteca di ogni nobile che volesse essere (o sentirsi) letteralmente “à la page”.

Una delle pale d'altare di Mechelen esposte alla mostra "In cerca di Utopia" a Lovanio

Le pale d’altare con sculture lignee di Mechelen (Malines) sono tra le opere più sorprendenti del percorso espositivo. Rappresentano il tema dell’hortus conclusus, il giardino recintato che nei monasteri e nei conventi veniva adibito alla coltivazione di piante ed erbe per usi alimentari e medicinali. Realizzate nel XVI secolo, sono state restaurate per la mostra, al termine della quale verranno esposte nel nuovo Museo Municipale della città di provenienza.

Poi si entra nell’universo delirante e misterioso di Bosch, richiamato da dipinti realizzati nel suo stile e secondo il suo spirito, anche se non di sua mano diretta. Se posso esprimere la mia preferenza personale, segnalo l'”Incendio di Sodoma e Gomorra” di Patinir, arrivato in prestito da Rotterdam, con la scena che dà il titolo dell’opera lasciata in secondo piano.

La terza sezione invece è dedicata all’immaginazione di mondi sconosciuti. Le opere qui esposte raccontano di mostri, animali esotici, esseri fantastici, uomini con poco in comune con gli Europei. Le spedizioni navali oltreoceano aprirono gli occhi e la mente, ma non spensero del tutto i sogni.

L’Universo in mano

Ebbero un ruolo fondamentale in quei viaggi avventurosi (molti dei quali finirono tragicamente. S’intende per chi vi partecipava, perché quelli che “riuscirono” furono quasi sempre deleteri per le popolazioni “scoperte” dagli Europei) gli strumenti scientifici, come gli astrolabi, i globi celesti e le sfere armillari che venivano prodotti a Lovanio.

Jan Gossaert, Ritratto di ragazza con sfera armillare

Di queste ultime ne restano soltanto sette al mondo e in mostra ne sono esposte ben cinque, di cui una arriva dal Museo Poldi Pezzoli di Milano (è uno dei tre prestiti italiani, insieme alle due opere concesse rispettivamente dal Palazzo Ducale di Venezia e dalle Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma).

Sono esposte nell’ultima sezione che ha per titolo “L’Universo in mano”, insieme al dipinto scelto come “icona” della mostra. È il ritratto di una bambina che tiene tra le mani una sfera armillare, realizzato da Jan Gossaert attorno al 1530. Probabilmente si tratta di Dorotea, figlia del re di Danimarca Cristiano II. Lo strumento scientifico è tenuto capovolto dalla fanciulla che indica con un dito una zona particolare dell’emisfero nord, corrispondente all’incirca a Copenaghen. Sarebbe, secondo gli studiosi, un’allusione al regno perduto dal padre, che si meritò il soprannome di “tiranno” per aver ordinato il “bagno di sangue di Stoccolma”, una crudele strage di oppositori presi a tradimento. Il mondo alla rovescia indicato da Dorotea doveva però sembrare ai sudditi di un tempo migliore di quello sperimentato in passato, a riprova della soggettività dei punti di vista.

Per chiudere mi pare bene lasciare la parola a uno scrittore che ha fatto del paradosso la propria cifra stilistica. Così ha scritto Oscar Wilde in “L’anima dell’uomo sotto il socialismo”:

Una carta del mondo che non contenga il Paese di Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo, perché non contempla il solo Paese al quale l’Umanità è sempre in procinto di approdare. E quando vi getta l’ancora, la vedetta scorge un Paese migliore e l’Umanità di nuovo fa vela.

Arrivati al termine della visita guidata il curatore Van der Stock ha dato una rapida occhiata al suo smartphone davanti allo spettacolare arazzo di Toledo con la rappresentazione del Moto dell’Universo. Senza accorgersene, con quel gesto ha dato un senso concreto all’espressione “L’Universo in mano”. Per certi aspetti l’Utopia si è concretizzata.
Saul Stucchi

Didascalie:

  • Una sala del percorso espositivo
  • © Hans Holbein il Giovane (copia da)
    Ritratto di Tommaso Moro (1527)
    National Portrait Gallery, Londra
  • © Thomas Morus
    Descrizione dell’isola di Utopia (1550)
    ed. Paris, University Library – Tabularium, Leuven
  • Una sala del percorso espositivo
  • © Giardino racchiuso con Santa Elisabetta, Sant’Ursula e Santa Caterina (1520-1530 circa)
    Stedelijke Musea, Mechelen
  • © Jan Gossaert
    Ritratto di una giovane principessa con sfera armillare (1530 circa)
    The National Gallery, Londra

In Search of Utopia

Fino al 17 gennaio 2017

M – Museum Leuven

Leopold Vanderkelenstraat 28
Lovanio (Leuven)
Belgio

www.utopialeuven.be

Informazioni:

VISITFLANDERS – Ente del Turismo delle Fiandre

Tel. 02.973817 53
www.turismofiandre.it


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