Sorrisi durante la quarantena.
Finalmente un film per tutti: “Harry, ti presento Sally…” di Rob Reiner (1989). Non nel senso che possa essere guardato da tutti, ma perché è una pellicola che tutti o quasi hanno visto e che – se non l’avessero fatto – potrebbero facilmente vedere gratuitamente su tantissime piattaforme, compreso la televisione generalista che lo programma in media ogni due/tre settimane.
Ma c’è l’altra faccia della medaglia. Su una pellicola conosciuta da tanti e che è stata ovviamente sviscerata in ogni modo, è difficile aggiungere qualcosa di nuovo o di originale.

Cominciamo col dire quanto ho già detto altre volte riguardo ai film comici o semplicemente brillanti: quello che fa la differenza è il ritmo. E il ritmo è dato dal montaggio (vedi “Delicatessen”), dalla bravura del regista (vedi “A qualcuno piace caldo”) o dalla sceneggiatura (vedi “Clerks”). Naturalmente, mescolando sapientemente gli ingredienti.
“Harry, ti presento Sally…” rientra nell’ultimo caso. Un lavoro notevole di sceneggiatura da parte del regista Rob Reiner, ma – soprattutto – di Nora Ephron, autrice anche del soggetto.
– “Un matrimonio non finisce mai solo per un’infedeltà: quello è un sintomo che qualcos’altro non va”.
– “Ah, sì? Beh, quel sintomo si scopa mia moglie!”.
Naturalmente alla buona riuscita di un film (costato circa 15 milioni di dollari, ne ha incassati più di 186) sono necessari anche altri elementi: la colonna sonora, opera di Harry Connick Jr., per quanto riguarda le musiche originali, ma sono presenti anche brani di altri autori e cantanti; la location: New York ritratta in stagioni diverse ma sempre affascinante, grazie alla fotografia di Barry Sonnenfeld; l’identificazione perfetta dei due attori protagonisti (Meg Ryan e Billy Crystal) con i personaggi da loro interpretati.
L’amicizia tra uomo e donna
La pellicola avrebbe dovuto riguardare l’essere “single”. Tuttavia, negli incontri tra Reiner e la Ephron, la storia si è allargata fino al famoso “può esistere un rapporto di amicizia tra uomo e donna, senza che finiscano a letto?”.
Inoltre il cast è risultato talmente affiatato (Crystal e Reiner erano amici già da prima) che spesso in corso d’opera lo script venne modificato dietro suggerimento o per improvvisazione degli attori. Come esempio posso citare la famosa storia dell’orgasmo simulato di Meg Ryan: nel copione era scritto che i due parlassero di orgasmi e l’attrice si offrì di simularne uno e propose anche di girare la scena in un luogo affollato. O come quando Billy Crystal, poco prima della fine del film, fa alla sua Sally una delle più celebri dichiarazioni d’amore della storia del cinema: gran parte è farina del suo sacco.
Su Rob Reiner non ho molto da dire: è nato nel 1947 a New York e, oltre che regista e sceneggiatore, è anche attore, produttore cinematografico e televisivo. Tra i suoi lavori, ricordo almeno “Stand by Me – Ricordo di un’estate” e “Misery non deve morire”. Nel 1999 gli è stata dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame.
Note e curiosità:
Ritorno sulla collaborazione all’interno del cast, per raccontare un aneddoto. Nonostante il fatto che fosse già stato girato, verso il termine delle riprese, si decise di modificare il finale, a favore di un epilogo più romantico. Pesarono su questa decisione Sonnenfeld (racconta la leggenda che un giorno presentò a Reiner, allora single, una ragazza, Michele Singer, dicendogli che l’avrebbe sposata, come in effetti avvenne) e Nora Ephron, sempre disponibile a modificare il suo script.
Invece, per la scena dell’orgasmo simulato, mi preme aggiungere che il locale esiste tuttora (“Katz’s Delicatessen”, al 250 di Houston Street, nel Lower East Side di Manhattan) e che – per rendere omaggio al film – è stata apposta una scritta: “Where Harry met Sally…hope you have what she had” (dove Harry ha incontrato Sally…spero abbiate quello che ha avuto lei). Per inciso, la signora che dopo l’esternazione di Sally dice “Lo stesso che ha preso lei” è la madre del regista, Estelle Reiner.
Ma, ripensando a quella famosa scena, apro un discorso nuovo: la censura. La distribuzione della pellicola in diversi paesi andò incontro a diverse restrizioni: negli USA, ad esempio, fu vietata la visione ai minori di 17 anni, mentre in altre nazioni il permesso oscillò tra i 12 e i 18 anni. In Italia, “Harry, ti presento Sally…” superò lo scoglio della censura e fu dichiarato film “per tutti”.
Dal fatidico 1989 (anno di uscita) a oggi, ci hanno lasciato tre degli artefici che hanno contribuito a rendere celebre il film: Nora Ephron (nel 2012) e i due amici di Harry e Sally: Bruno Kirby (Jess, morto nel 2006) e Carrie Fisher (Marie, morta nel 2016).
L’ultima curiosità è dedicata a Billy Crystal. Nel 2011, insieme con Helen Mirren, ha girato un sequel della durata di cinque minuti, dal titolo “Grampires – When Sharon Bit Harry…”. La storia, molto ironica, prevede che Harry, dopo la morte di Sally, si innamori dell’anziana Sharon. Peccato che costei sia un vampiro…
L S D
Immagine: uno screenshot della celebre scena dell’orgasmo simulato
Harry, ti presento Sally…
Regia: Rob Reiner
Interpreti: Billy Crystal, Meg Ryan, Bruno Kirby, Carrie Fisher, Michelle Nicastro, Steven Ford, Harley Jane Kozak