La memoria e la pietà, l’essere sopravvissuta, l’amore con Dario e gli amici sono i temi che percorrono le pagine de La donna dal cappotto verde (La nave di Teseo, 2025) di Edith Bruck. La scrittrice, da sempre, racconta la Shoah, ma anche la difficoltà di “rientrare” nella vita una volta che si sono varcati i cancelli dei Lager.
Lea Linder, protagonista del romanzo, è una scrittrice in crisi, una traduttrice, una sopravvissuta, che vive a Roma con il marito, un poeta solitario molto legato a lei. La sua esistenza tranquilla, sempre minata dai ricordi della Shoah, viene turbata un giorno da un incontro casuale: mentre è in coda dal panettiere, Lea viene avvicinata da una signora anziana, che la riconosce come «la piccola Lea di Auschwitz» e poi si dilegua rapidamente.

Lea, raggelata da quella visione, cerca di ricostruirne l’identità: era una semplice compagna di sventura nel Lager o una Kapò? E si domanda che cosa possa mai volere da lei, dopo tanti anni. Da quel momento, il desiderio di cercare quella donna, per potersi confrontare con lei e sanare la ferita provocata da quell’incontro, diventa una vera ossessione.
Lea interroga i commessi della drogheria del suo quartiere, parla con estranei; sa che non può essere stato un caso. Le persone esitano; forse più che per proteggere la donna dal cappotto verde, vogliono proteggere Lea, che lentamente cade preda del dolore.
Dario, la nipote Deborah, la domestica moldava Veronika, le amiche Elisa e Giordana, le offrono conforto. Ma da quell’incontro, per Lea non c’è più pace: chi è quella donna misteriosa? Forse la Kapò che nel campo la separò da sua madre e si fece beffe della bambina che invocava il nome della mamma?
Lea rintraccia l’indirizzo della donna misteriosa, la incontra a casa sua, perché la donna con il cappotto verde vuole venderle la sua casa, a tutti i costi, a un prezzo irrisorio. Perché? Forse per risarcirla del male che le ha fatto. O per un bisogno di perdono. O per motivi difficili da capire.
Questo incontro porta Lea sempre più in uno stato di preoccupazione tale che mentre, alla televisione sta cominciando Annozero di Michele Santoro, Lea è colpita da un grave malessere, forse un infarto. Subito viene soccorsa e portata in ospedale. Dove viene operata.
La settimana che Lea trascorre in osservazione sembra non finire mai, le ore sono scandite da incubi, dai ricordi di un passato atroce e dalla paura di non farcela. Il ritorno a casa, dopo che le hanno “rimesso a posto” un cuore malmesso, la farà ritrovare dal marito, che non sa sopravvivere senza di lei.
Dopo un primo pensiero: denunciare la donna, Lea decide che non vuole fare nulla. Comprende che le scelte di quella donna e di altre, che hanno lavorato per i nazisti nascevano dal bisogno di sopravvivenza. E che nei campi non poteva esistere “la giustizia” che esiste fuori. Denunciare per Lea significherebbe non aver appreso nulla da quello – anche se feroce e brutale – che ha imparato nei campi.
Il dubbio morale che si insinua in lei è: lasciarla andare? Cercare di capire quale sia la storia della donna diventata Kapò? «Io dopo tanto orrore e odio non voglio più odiare», dice Lea ad un certo punto. Quello che sa della donna alla fine è poco. Poche sono le informazioni, poche sono le persone che conoscono la donna.
Quello che Lea capisce è che la donna dal cappotto verde, deportata due anni prima degli ebrei ungheresi, doveva averne viste tante. Essere denunciata da lei sarebbe stata un’altra sofferenza. Sta di fatto che Lola, la donna col cappotto verde, viveva a Roma come lei, le viene detto, in quella città che accoglie tutti. Stranieri e derelitti, profughi e clandestini.
La storia è ambientata nel 2006, complice un fortissimo uso del presente indicativo, forse un espediente letterario per far capire che per chi è stato ad Auschwitz il tempo è un continuo, perenne presente. In cui esiste un passato plumbeo, ma non un futuro.
In un romanzo senza sconti, Edith Bruck si interroga non solo sul tema della memoria e della testimonianza, ma anche sul dilemma tra il rancore del ricordo e sul perdono.
Claudio Cherin
Edith Bruck
La donna dal cappotto verde
La nave di Teseo
Collana Oceani
2025, 128 pagine
15 €