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Voi siete qui: Teatro & Cinema » “Bartleby” di Melville in scena al Teatro della Cooperativa di Milano

16 Novembre 2018

“Bartleby” di Melville in scena al Teatro della Cooperativa di Milano

Al Teatro della Cooperativa di Milano è andato in scena ieri sera, 15 novembre, in prima nazionale lo spettacolo “Bartleby” tratto da uno dei capolavori di Herman Melville, “Bartleby lo scrivano: una storia di Wall Street”, nella traduzione di Luca Radaelli, per la regia di Renato Sarti che ne cura anche la scenografia. Sul palco lo stesso Radaelli, nei panni del titolare di uno studio legale newyorkese, e il giovane Gabriele Vollaro in quelli dell’indolente scrivano.

Gabriele Vollaro e Luca Radaelli in "Bartleby"

Il bel disegno delle luci è firmato da Graziano Venturuzzo, mentre le musiche – che intervengono a sottolineare i momenti più drammatici dello spettacolo – sono di Carlo Boccadoro.

Vita da ufficio

La storia è nota (o almeno dovrebbe esserlo). La rievochiamo dunque in estrema sintesi. Un avvocato di Wall Street, amante del quieto vivere, dirige un ufficio in cui lavorano due scrivani. Il primo, soprannominato “Tacchino”, è un uomo ormai avanti con l’età, operoso di mattina ma confusionario di pomeriggio, mentre il secondo, il giovane “Chele” (“Chela” in questo spettacolo) è l’esatto opposto. C’è poi un ragazzino che risponde al nome di “Zenzero”, adibito alle commissioni più umili, come provvedere alla fornitura di biscotti allo zenzero che gli hanno valso il nomignolo.

Gabriele Vollaro e Luca Radaelli in "Bartleby"Quando viene assunto un terzo scrivano, il giovane Bartleby, la già complessa vita da ufficio in breve tempo viene completamente sconvolta. All’ultimo arrivato basta una sola frase per mettere in crisi il solido edificio messo in piedi in decenni di lavoro dal titolare: “Preferirei di no” (“I would prefer not to” nell’originale inglese, diventata massima celeberrima, stampata su t-shirt e tazze da tè)

L’atteggiamento di Bartleby è pallida alterigia, austera riservatezza, estrema pacatezza? O una più prosaica indolenza se non uno sfrontato e completo disinteresse al lavoro di squadra? È quello che si domanda l’avvocato che vede messo a dura prova il suo buonsenso.

Sfumature psicologiche

Nei momenti buoni (i propri), il legale scova una qualche – seppur stiracchiata – giustificazione. Lo scrivano gli appare come una “sentinella perpetua nel suo eremo” e la voce nel rispondere l’immancabile “preferirei di no” gli “sembra un flauto”. Ma ci sono anche i picchi di collera provocati dall’esasperazione per la resistenza passiva dell’impiegato. Questi momenti fanno vacillare i fondamenti della fede e sorgere dei seri dubbi sulla propria tenuta.

Luca Radaelli, Renato Sarti e Gabriele Vollaro ricevono gli applausi del pubblico alla prima di "Bartleby" al Teatro della Cooperativa di MilanoD’altra parte bisogna anche tener presenti le opinioni degli altri dipendenti, a cui dà voce lo stesso Radaelli, in veloci cambi di prospettiva. Ma l’attore è bravo soprattutto nel percorrere i vari registri, nell’esplorare tutte le sfumature psicologiche e il ventaglio di reazioni che vive il protagonista di fronte al muro di gomma opposto da Bartleby.

Gabriele Vollaro rende bene l’indolenza dello scrivano, con movimenti rallentati e occhiate vacue di chi ha deciso di tirare i remi in barca. Come reagiremmo noi, se fossimo nei panni del principale di Bartleby? Seduto in prima fila mi è venuto da pensare alla forma mentis del titolare, improntata sicuramente allo spirito protestante. Fosse stato cattolico, l’avvocato avrebbe probabilmente strozzato con le sue mani l’esasperante scrivano, confidando nel perdono divino. Due diversi modi d’intendere la Provvidenza!

Ecco: “Bartleby” è, in fondo, un’analisi sul tema della responsabilità personale. “Non era niente per me!”, dichiara l’avvocato a chi gli chiede conto dell’ex dipendente. Ma questa presa di distanza non lo autorizza a girarsi dall’altra parte, a voltare le spalle a chi, dopo tutto, è suo fratello.
Saul Stucchi

Dal 15 al 25 novembre 2018

Bartleby

  • di Herman Melville – traduzione Luca Radaelli
  • con Luca Radaelli e Gabriele Vollaro
  • regia e scenografia Renato Sarti
  • luci e tecnica Graziano Venturuzzo
  • musiche Carlo Boccadoro
  • illustrazione e grafica Roberto Abbiati
  • coproduzione Teatro Invito | Teatro della Cooperativa

Orari: 

  • Martedì, mercoledì, venerdì e sabato 20.30
  • Giovedì 19.30
  • Domenica 17.00
  • Lunedì riposo

Biglietti: intero 18 €

NB: Prima della replica di venerdì 16 novembre, dalle ore 19:00, si terrà un incontro di presentazione dello spettacolo in cui interverranno il regista Renato Sarti, Luca Radaelli, Mario Maffi (professore di Cultura anglo – americana all’Università degli Studi di Milano, e lo scrittore Giampaolo Spinato. Seguirà un piccolo rinfresco prima dell’inizio dello spettacolo. Per i partecipanti all’incontro è prevista una promozione speciale con biglietti a 10 € invece che 18 €.

Teatro della Cooperativa
Via privata Hermada 8
Milano

Informazioni:

www.teatrodellacooperativa.it

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