Piena estate. Cosa meglio di un film rilassante e divertente? Quindi “Animal House” di John Landis (1978).
Rilassante? Attenzione. Come già con i Monty Python e Helzapoppin’, anche in questo caso, non fermiamoci alla nuda scorza: entriamo nella polpa e scopriremo che ancora, nel 1978, si lottava per un mondo migliore. Non siamo usciti dagli anni Settanta. E c’è ancora la voglia di cambiare questo mondo. Apparentemente, “Animal House” potrebbe sembrare uno di quei filmetti sulle università americane, stupido e vuoto; in realtà è una dichiarazione di guerra portata da due (John) folli: Landis (la mente) e Belushi (il braccio).
Quando ho deciso di parlare di un film di Landis, sono stato un po’ incerto. Volendo metter insieme Belushi e Landis, la scelta si riduceva a due titoli: “Animal House” e “The Blues Brothers”. Perché ho preferito il primo? Perché resto convinto che non si tratti di una commedia divertente tout court, ma ci vedo anche un desiderio di “rompere” con schemi e visioni della vita che, passati i favolosi Sessanta, stavano ritornando potenti e pericolosi (come gli anni a venire hanno dimostrato).
La storia è semplice. Un gruppo di studenti di un college americano, con dei risultati molto scadenti nelle materie scolastiche, fin troppo vicini all’espulsione, decide di non arrendersi e mette in atto la sua vendetta nei confronti delle istituzioni.
“… e qui non finisce. Perché, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare…” (anche se passata a modo di dire, la frase trova la sua origine proprio da questa pellicola, ovviamente pronunciata da Bluto/Belushi).
Il film di Landis sarà poi seguito da un vero esercito di college movies: dalle varie “rivincite dei Nerds” fino alla più recente saga degli “American Pie”. Tuttavia “Animal House” è assurto al rango di cult – come dicevo prima – per il suo sincero spirito di ribellione e per il desiderio di opporsi a un ipocrita ordine prestabilito.
Ricordo a questo proposito, che per le riprese era stata scelta l’università del Missouri a Columbia, ma, quando il preside della scuola (Herbert W. Schooling) lesse il copione, negò il permesso di girare. Il film fu poi realizzato presso l’università dell’Oregon a Eugene.
“Animal House” fu prodotto in soli 28 giorni e si rivelò un trionfo al botteghino: con un budget di 3 milioni di dollari, ne incassò in totale oltre 141 milioni.
Nasce da questo film la grande passione di John Landis per la musica soul: la band fittizia che vi si esibisce, porta il nome di “Otis Day & The Knights” ed è un chiaro omaggio Otis Redding (deceduto nel 1967) ed al R&B.
Nel successivo “The Blues Brothers” compaiono leggende della musica come Aretha Franklin (scomparsa pochi giorni or sono), Ray Charles, James Brown, Cab Calloway e John Lee Hooker. E non finisce qui, perché Landis è stato anche il regista di uno dei videoclip più famosi e più costosi della storia: “Thriller” di Michael Jackson.
John David Landis è nato a Chicago nel 1950 e questo fa di lui un esponente di quella generazione proveniente dal 1968, che ha lottato per cambiare le istituzioni americane, a cominciare dai mezzi di comunicazione e dalla scuola. Anche nelle sue pellicole più tradizionali o demenziali, ha sempre cercato di mettersi dalla parte del “diverso” o dell’emarginato.
Fin da adolescente, respira l’aria della settima arte. Comincia come portalettere per la casa di produzione 20th Century Fox e sino al suo debutto come regista, nel 1977, mette insieme molti anni di gavetta nel cinema.
Dopo i due film con Belushi, portano la sua firma altri successi: “Una poltrona per due” (con Dan Aykroyd, l’altro dei due “Fratelli Blues”), “Il principe cerca moglie” o “Un lupo mannaro americano a Londra”, per citare i più famosi. La critica si è sempre divisa sulla valutazione di John Landis: lui stesso ha ridimensionato le polemiche, definendosi soltanto “un buon artigiano”.
Note e curiosità
Non posso chiudere questa scheda, senza parlare molto sinteticamente di John Belushi (1949-1982). Prima di approdare sul grande schermo, era passato per il teatro e aveva conosciuto il successo in televisione, grazie al Saturday Night Live. Nel 1978, proprio durante le riprese di “Animal House”, con il suo fraterno amico Dan Aykroyd e altri vari musicisti, mise insieme una band chiamata Blues Brothers Band (con abiti neri, occhiali scuri e cappello, giacca e cravatta, camicia bianca, come nell’omonima pellicola).
Purtroppo la sua esistenza fu minata dalla dipendenza dalla droga (cocaina ed eroina), che lo portò prematuramente alla morte. Aveva girato solo otto film.
Per chiudere una curiosità su Landis. Nella sua lunga ed eclettica gavetta, in molte occasioni è stato anche attore. Diverse volte anche stuntman. Ha partecipato, come “cascatore”, a due pellicole di Sergio Leone (“Il buono, il brutto ed il cattivo” e “C’era una volta il West”), oltre che ad altri film.
L S D
Didascalia:
La copertina del DVD di “Animal House”.
Animal House
- Regia: John Landis
- Interpreti: John Belushi, Tim Matheson, John Vernon, Verna Bloom, Tom Hulce, Cesare Danova