24 volte la verità è un romanzo di Raphaël Meltz (Prehistorica Editore, 2024, traduzione di Alice Laverda) che fa riflettere su come la società, in cui si vive, sia satura di immagini. Come le immagini abbiano perso il loro valore e come si siano completamente dematerializzate. Da un valore concreto e documentaristico sono diventate l’espressione di un mondo liquido in cui l’eternità dell’attimo non porta alla verità (parziale) ma alla sua fugacità e alla sua continua perdita di significato. Facebook, Instagram non sono altro che il luogo dove le immagini hanno perso il loro valore (narrativo e semantico) per un fugace apparire.
Il mondo è diventato non solo virtuale ma «flusso, tutto è semplicemente flusso, e devi alimentarli, capisci Antonio, devi alimentare costantemente questi tubi, devi speculare per mantenere il sistema, servono i like dei pollici blu, tu devi cliccare, devi guardare, devi filmare, devi creare», come si legge a un certo punto nel romanzo di Meltz.
24 volte la verità è la storia di Adrien, un giornalista specializzato in tecnologia digitale, che sembra non sopportare l’iper-tecnologia, la rapidità con cui questa si muove. Per questo, decide di scrivere un romanzo sulla vita di suo nonno, Gabriel, operatore cinematografico dagli anni Venti del Novecento fino all’inizio del XXI secolo. Adrien preferisce isolarsi nella casa di famiglia, quella di suo nonno, lontano da questo flusso digitale che crea costantemente negli utenti di Internet i bisogni.
Il libro è composto da 24 capitoli, tanti quante sono le immagini che compongono un secondo di pellicola. Tanti frammenti di vita che Adrien cerca di afferrare e scrivere. 24 sono i momenti salienti della vita di suo nonno. Gabriel è un ex operatore cinematografico che sembra aver visto tutto, aver filmato tutto, dal funerale di Sarah Bernhardt alle riprese di Contempt di Jean-Luc Godard. Un intero secolo è passato nella sua macchina fotografica. Ha iniziato quasi per caso, quando a cinque anni, Gabriel vede sua sorella Hélène morire per una commozione cerebrale. Mosso da questo fatto decide di continuare il progetto di sua sorella. E diventa testimone tecnico della Storia e della vita di molti.
Adrien cerca, quindi, di descrivere momenti di questa vita come fosse una macchina fotografica che si concentra ora su un momento ora sull’altro. Da qui nasce una riflessione sulla posterità di queste opere cinematografiche, sull’idea di una posterità che non c’è più, e sul ruolo essenziale del cinema che accumula tante immagini, tanti ritagli del passato.
Toccante e intimo, Raphaël Meltz accompagna il lettore in un viaggio nel cuore della documentaristica e di quel cinema che partirà da quelle immagini-documento facendone altro. Meltz propone non solo una riflessione sul patrimonio familiare, sui legami tra generazioni diverse, ma anche sul ruolo del cinema nella conoscenza storica del secolo. Quello che ha contribuito a creare il nonno del protagonista oggi si è perduto, perché tutti coloro che lavorano nel mondo delle immagini, oltre a inseguire la tecnica (di heideggeriana memoria) si perdono, come fa il Serafino Gubbio operatore di Luigi Pirandello, nel momento in cui si domandano se quello che vedono è reale o meno.
Se l’immagine è tutto, gli operatori di oggi «non aiutano più a vendere questa spazzatura che crea dipendenza, che fa marcire le vene mentali e fa dimenticare il tocco della corteccia, l’odore del gelsomino, la luce di una stella».
Per questo 24 volte la verità è un romanzo denso, originale, accattivante. Il romanzo mescola la tragedia della vita con le scelte di vita del nonno. 24 volte la verità – in un vortice abilmente orchestrato – riflette sul posto dell’immagine nella vita delle persone, sul ruolo cinema di ieri, sull’eredità familiare, senza dimenticare il senso della scrittura cinematografica, giornalistica o romanzesca. 24 volte la verità si rivela, così, un ottimo romanzo perché sa raccontare «la vita. Nient’altro che la vita».
Claudio Cherin
Raphaël Meltz
24 volte la verità
Traduzione di Alice Laverda
Prehistorica Editore
Collana: Ombre lunghe
2024, 260 pagine
18 €