“L’ALIBI della domenica” è dedicato alla presentazione vimercatese dell’ultimo romanzo di Giorgio Fontana.
“È bello tornare qui, dopo un bel po’ di tempo”, ha esordito Giorgio Fontana ieri pomeriggio (sabato 14 maggio 2022, ndr) alla Libreria Il Gabbiano di Vimercate. Giorgio Vicenzi, con cui avrebbe dialogato nell’ora successiva, aveva appena definito “Il Mago di Riga”, pubblicato da Sellerio nella collana La memoria, un “intensissimo libro”. Fontana ha rievocato la sua passione per gli scacchi da ragazzo. “Se non stai attento, questo gioco ti mangia”.

Il romanzo racconta la vita di Michail Tal’, campione del mondo di scacchi per un anno soltanto, tra il 1960 e il 1961. All’epoca i giocatori adottavano uno stile di gioco molto cauto. Questo giovane lettone – nato a Riga nel 1936 – arrivò a spazzar via gli altri con uno stile mai visto prima, caratterizzato da un attacco che aveva “qualcosa di mefistofelico”.
Tal’ “sacrificava (i suoi pezzi, ndr) per creare caos sulla scacchiera”, ha spiegato Fontana. Gli avversari si smarrivano per quel modo di giocare aggressivo e imponderabile, tanto che molti lo consideravano al limite della scorrettezza.
Uno stile inimitabile
“Gli scacchi sono un gioco pericoloso per chi lo pratica”, ha osservato Vicenzi. Lo scrittore ha confessato di aver voluto evitare il cliché dello scacchista folle. “Ho l’animo di chi fa i compiti”, ha aggiunto, soffermandosi sull’accuratezza e il metodo certosino con cui ha studiato la vita e la carriera di Tal’, per trarne comunque un romanzo, non una biografia (peraltro manca ancora una biografia “ufficiale” del “Mago di Riga”, uno dei soprannomi con cui veniva chiamato Tal’).
Ambiguo il suo rapporto con il regime sovietico. La figlia ha raccontato che Tal’ non si mostrò molto contento per l’indipendenza della Lettonia. Di certo era consapevole che l’URSS aveva investito moltissimo negli e sugli scacchi.

“Il suo stile è stato poi seguito da altri?”, ha chiesto Vicenzi. Con quello stile e a quel livello non ci sono stati altri campioni, ha risposto Fontana. Anzi, la sua strategia ha portato a innalzare le difese e a migliorare la tecnica, proprio per poter rispondere in modo adeguato a quello stile aggressivo e anticonformista.
Un uomo fuori dagli schemi
L’autore ha raccontato diversi aneddoti, tra cui quello della leggenda secondo la quale Tal’ ipnotizzava gli avversari e poi lo scorno patito dal campione Smyslon, sostenitore dello stile puro e “cristallino” (geometrico, potemmo dire), battuto nel torneo dei candidati del 1959 grazie a un sacrificio al limite dell’inspiegabile.
Tal’ era un uomo simpatico, bislacco, accessibile e fuori dagli schemi. Pur avendo un fisico molto debole, o proprio per quello, si abbandonava ai vizi del fumo e dell’alcol, sotto forma di vodka. Fontana ha immaginato che gli dei avessero concesso allo scacchista il grande dono della genialità prendendosi in cambio la sua salute. Tal’ morì a Mosca – e anche questo è significativo, ha sottolineato lo scrittore – il 28 giugno 1992, ad appena 55 anni.
“Cos’erano gli scacchi per l’URSS?”, ha domandato Vicenzi. Per rispondere Fontana ha menzionato una tesi di dottorato disponibile liberamente in Rete (la cita nella Nota dell’autore a pag. 122). Il gioco era incentivato dalle autorità sovietiche perché era considerato la perfetta incarnazione delle forze dialettiche. Negli scacchi la fortuna non esiste e non si può bluffare, non al livello del poker, perlomeno. Essere campioni del mondo, inoltre, aveva un forte valore propagandistico.

Fontana ha sottolineato un aspetto del carattere dello scacchista che sarebbe utile prendere a modello: Tal’ era franco con se stesso e non recriminava mai. Quando veniva sconfitto, riconosceva che l’avversario aveva giocato meglio di lui. “E se non avesse fatto lo scacchista?”, ha chiesto Vicenzi alla fine della presentazione. Qualunque cosa avesse fatto, avrebbe ottenuto risultati strabilianti – ha risposto Fontana – perché era davvero dotatissimo.
Per approfondire
Su YouTube trovate il video della presentazione de “Il Mago di Riga”, pubblicato dalla Libreria Il Gabbiano. Se avete una minima infarinatura di spagnolo, io vi consiglio anche un video di Leontxo García, l’esperto di scacchi del quotidiano El País, dal titolo “La magia de Mijaíl Tal” (“La magia di Michail Tal’), nel quale il giornalista definisce il maestro lettone “un artista del tablero”, un artista della scacchiera.
PS: al giro di domande finali ho citato a Fontana la pagina de “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov nella quale il gattone Behemot sfugge con un trucco diabolico (è il caso di dire) allo scacco di Woland. Cito il gustoso scambio di battute tra i due giocatori nella traduzione di Claudia Zonghetti per Guaraldi (1995).
— Allora, è una storia lunga? — chiese Woland — Scacco al re.
— Probabilmente le mie orecchie hanno mal interpretato, mon maître — rispose il gatto — Non è scacco al re, né tanto meno può esserlo.
— Ripeto: scacco al re.
— Messere — replicò il gatto con un falsetto contrito — lei dev’essere sovraffaticato: non è scacco al re!
— Re in G2 — disse Woland senza guardare la scacchiera.
— Messere, lei mi spaventa — attaccò il gatto, con dipinta sul muso un’espressione atterrita — il re non è lì.
— Come sarebbe? — chiese Woland, perplesso, e si mise a osservare la scacchiera, in cui l’alfiere mascherato da re si era girato coprendosi il viso con le mani.
Claudia Zonghetti e Andrea Tarabbia – che ha presentato “Il Mago di Riga” a Bologna lo scorso 6 maggio – saranno alla Biblioteca Civica di Vimercate giovedì 26 maggio per chiudere il ciclo di incontri “Riscritture delle Scritture” che ho organizzato. Titolo dell’incontro: “Il Cristo di Dostoevskij e di Bulgakov”. Non mancherà ovviamente l’occasione per parlare del diavolo, maestro di scacchi.
Saul Stucchi
Giorgio Fontana
Il Mago di Riga
Sellerio
La memoria
2022, 136 pagine
13 €