Ho avuto il piacere di ascoltare – e conoscere – Francesca Diotallevi in occasione della presentazione de “Le stanze buie” presso la Libreria Il Gabbiano di Vimercate (MB).
È stato curioso realizzare, durante la presentazione, che il libro di cui si stava parlando avrebbe potuto non esistere. Francesca Diotallevi ha infatti dichiarato di aver iniziato a scrivere questo romanzo nel 2011, in un momento difficile della sua vita, come puro momento di evasione, senza l’idea di pubblicarlo, senza sapere che piega avrebbe preso la storia.
Due anni dopo, invece, il libro è stato revisionato dall’autrice e pubblicato. È stato letto, criticato, amato. Ha subito lente e continue evoluzioni, le stesse che hanno coinvolto i suoi personaggi e l’autrice, fino a diventare, a dieci anni di distanza, anche grazie all’attività di editing fatta da Roberto Cotroneo (editor della narrativa italiana Neri Pozza, ndr) il testo che abbiamo oggi fra le mani.

Ecco le mie domande a Francesca Diotallevi. La prima domanda riguarda l’identificazione della scrittrice con i personaggi:
“Ho letto il libro una prima volta e riletto una seconda volta per questa presentazione. Rileggendolo ho avuto la sensazione, che forse hai già confermato, che Vittorio sia la rappresentazione di ciò che eri e che non avresti voluto essere e Lucilla Flores di ciò che avresti voluto essere e non eri. È una sensazione che può essere confermata?”
“Confermo pienamente. Alla fine quando scriviamo, scriviamo di noi stessi anche se andiamo a raccontare storie che non c’entrano apparentemente nulla con la nostra vita e non sono autobiografiche. Questo libro è stato scritto in un periodo in cui avevo molto bisogno di sfogarmi, di tirare fuori degli aspetti di me. In Vittorio, nel suo scontento, nell’amarezza, c’è la me stessa di dieci anni fa. In Lucilla c’era il desiderio di rottura degli schemi, di ribellione. Per come è andata la mia vita, sono stata più Lucilla che Vittorio, un po’ più fortunata. Questo libro è magico, mi ha portato fortuna, ha segnato nel corso di questi dieci anni delle svolte positive. Chissà, magari questi personaggi continuano ad agire”.
Henry James
La seconda domanda è riferita al richiamo ad altri libri. Come ha detto l’autrice, e come emerge dalle pagine, numerosi testi hanno influenzato la scrittura della sua storia, tra cui “Quel che resta del giorno”, “Jane Eyre”, “Fosca”, “Il giro di vite”. Io non ho potuto fare a meno di pensare a “Loro” di Roberto Cotroneo e ai numerosi richiami reciproci tra i due libri: la casa di vetro e le gemelle da una parte, Villa Flores e Nora dall’altra, gli elementi gotici, i segreti, le presenze misteriose, l’ispirazione tratta da Henry James.

“Prima hai citato Roberto Cotroneo. Secondo me ci sono tante analogie con “Loro”, il suo libro pubblicato nel 2021. La scelta di ripubblicare “Le stanze buie” dopo “Loro” è casuale o è un po’ legata a questi elementi comuni?”
“No, si tratta di una meravigliosissima coincidenza perché si era già deciso che “Le stanze buie” sarebbe stato ripubblicato. Nel frattempo lui ha scritto questo romanzo, ma io e lui non ci eravamo ancora confrontati. È stato poi bello scoprire che entrambi partivamo da “Il giro di vite” di Henry James per farne poi due romanzi completamente diversi. Io credo che il fatto che proprio lui abbia lavorato sul mio libro sia un po’ destino. C’è un po’ di magia intorno a questo libro e ci sono anche delle strane casualità, delle coincidenze molto fortunate. Lui era proprio la persona giusta che poteva lavorare su “Le stanze buie” così com’è nella sua nuova versione”.
Una luce da custodire
“Le stanze buie” è un libro che attrae i lettori e li assorbe fra le sue pagine. Francesca Diotallevi ci afferra per mano, ci accompagna nelle stanze buie, ci dà qualche spinta, ci ricorda di avere a nostra volta sassi nelle tasche e frammenti di passato con cui fare i conti. Accende la luce e poi sparisce. Rimane solo il lettore, con la consapevolezza che se il passato non può essere dimenticato, allora va affrontato e portato dalla parte giusta.
“Le stanze buie” è stato il mio libro ponte fra il 2021 e il 2022. Arrivata all’ultima riga, ho capito che non poteva esserci libro migliore per questo passaggio: un vero augurio per una vita più luminosa.
“Ma adesso basta. Non si può vivere chiusi in stanze buie”.
Ilaria Cattaneo
Francesca Diotallevi
Le stanze buie
Neri Pozza
Collana I Narratori delle Tavole
2021, 288 pagine
18,00 €