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22 Settembre 2021 Scritto da Ilaria Cattaneo

Recensione di “Loro” di Roberto Cotroneo

Tante recensioni positive, un passaparola che mi ha presto raggiunta e Neri Pozza, la stessa casa editrice di “Due vite” di Emanuele Trevi, Premio Strega e ad oggi mio libro preferito di questo 2021. Questi sono gli elementi che mi hanno convinta a leggere “Loro” di Roberto Cotroneo.

Convinzione che ho quasi perso dopo le prime trenta pagine. “Romanzo gotico, ma cosa mi è saltato in mente? Stanotte non dormirò” ho pensato. Eppure, quelle pagine avevano qualcosa di attraente. Mi avevano colpita, nonostante il crescente timore e il senso di inquietudine. Dopo sole trenta pagine, il libro ormai mi aveva attratta e catturata. Non potevo tornare indietro, ma solo assecondare quell’inspiegabile bisogno di leggere.

Non sono così riuscita a lasciare “Loro”, proprio come Margherita non è riuscita a lasciare la “casa di vetro”.

Roberto Cotroneo, Loro, Neri Pozza

La storia

“Può il memoriale di una giovane donna sconvolgere a tal punto da turbare persino coloro che si avventurano abitualmente nei recessi più oscuri della mente?”.

“Loro” è ambientato nel 2018 in una moderna villa alle porte di Roma, progettata dall’architetto olandese Rem Koolhaas, detta “la casa di vetro” per le sue pareti esterne fatte di vetro. Nella villa abita una famiglia di origine aristocratica, composta da un marito, Umberto, da una moglie, Alessandra, e da due figlie gemelle, Lavinia e Lucrezia.

I fatti sono narrati attraverso le pagine del memoriale di Margherita B., una giovane donna assunta come istitutrice dalla famiglia Ordelaffi. Il suo compito è prendersi cura di Lavinia e Lucrezia e di occuparsi di parte della loro istruzione. Margherita è entusiasta del lavoro e s’innamora immediatamente di questo luogo meraviglioso e delle gemelle, bellissime e “in tutto e per tutto identiche”. Tutto sembra perfetto.

Dopo poco, però, iniziano a verificarsi strani episodi e nei pressi nel tempietto rinascimentale presente nel parco della villa appaiono strane persone: sono due presenze, i fantasmi di un padre e un figlio, che avevano precedentemente vissuto nella villa. L’entusiasmo iniziale e la normalità lasciano spazio ai deliri e al soprannaturale. Da questo momento inizia una nuova storia, fatta di inquietudini e turbamenti.

Cosa sta succedendo in quella casa? Chi sono Loro, che appaiono a Margherita? Quanto sanno Lavinia e Lucrezia di queste persone?

Tornammo, tenendoci per mano. Riuscii a sopportare quello che avevo visto perché avevo deciso di capire, comprendere davvero quello che stava accadendo in quel luogo. Erano passato poco più di quindici giorni dal mio arrivo: ero svenuta, avevo scoperto dettagli sconcertanti, ridisegnato la mappa di un luogo che avevo accolto dentro di me come nessun altro, che era mio prima di essere mio, che aveva una magia che mi coinvolgeva. E ora mi ritrovavo dentro una magia, sì, ma una magia nera; e non potevo più fermarmi, non potevo andarmene, ma neanche restare convincendomi che erano solo mie fantasie, uno stato isterico della mia mente”.

Si arriva così a un finale del tutto imprevedibile e sorprendente, un colpo di scena in piena regola.

Rilettura

Il finale è la giusta via per tornare indietro. Tornare indietro per ricominciare. Conclusa la prima lettura, infatti, si manifesta il bisogno di una seconda lettura, per ricercare ogni possibile indizio, nascosto o camuffato, in grado di anticipare quell’epilogo sorprendente. Non posso dire di aver trovato i giusti indizi. Quello che posso dire per certo è che una seconda lettura di “Loro” è doverosa, anche solo per poterne apprezzare a fondo i dettagli ricercati ed essenziali.

Terrore nelle parole

“Era una villa senza muri esterni. Il luccichio veniva dai vetri che abbracciavano gli interni senza nasconderli, lasciandoli sospesi”.

La semplicità e la luminosità della “villa di vetro” si ritrovano anche nel testo. La scrittura è lineare, pulita, trasparente. Le frasi brevi, ridotte al minimo e prive di ogni relativa, scandiscono in modo magistrale il ritmo della narrazione e contribuiscono a creare un senso di inquietudine, che va ad alimentarsi pagina dopo pagina, fino all’esplosione finale. Roberto Cotroneo ha saputo così generare timore tra le righe, senza mai ricorrere all’uso di parole oscure, che si rifanno all’atmosfera gotica, come “brividi”, “terrore” o “tenebre”. È l’essenzialità stessa a generare turbamento.

La villa, con le sue pareti di vetro, è luminosa. Tutto appare luminoso e chiaro. Nulla può essere nascosto, tutto viene visto. L’estrema perfezione della casa e della stessa famiglia crea disagio, ma non si è mai portati a indagare troppo a fondo su quanto accade. Ci si sente osservatori di quanto accade all’interno della villa e allo stesso tempo ci si sente osservati dallo sguardo delle persone che la abitano.

“Fu luglio a ingannarmi, un mese radioso, fatto di giorni di luce, di notti chiare, di mattine sospese: di cui non avevo ancora imparato a diffidare”.

Ogni fatto accade di giorno, quando la luce è sempre presente. Viene meno la concezione romantica delle tenebre legate al mito dei fantasmi e aumenta così l’inquietudine. Cala la notte solo sulla scena finale. L’ordine e la perfezione vengono stravolti, l’equilibrio si rompe e in quel disordine tutto prende senso. Cala il sipario. O forse si alza, su una nuova storia.

Enciclopedia culturale

All’essenzialità delle frasi e del lessico, si contrappone la ricchezza di rimandi – espliciti e non – presenti nel testo. Roberto Cotroneo impreziosisce il suo romanzo con numerosi riferimenti letterari e artistici, che si possono cogliere – o meno – e approfondire durante la lettura.

  • Giro di vite. “Loro” è una rivisitazione, e al tempo stesso un omaggio, del racconto di Henry James. Oltre alle numerose analogie – la casa di campagna, i due bambini, i fantasmi, il manoscritto – Cotroneo nomina lo stesso autore nelle pagine finali. “Per quanto possa apparire degno di un romanzo di Henry James, è solo una omonimia e una coincidenza che il professor William James porti il nome del fratello di Henry James […]” (pagina 189).
  • L’isola del tesoro. Il romanzo di Robert Louis Stevenson è citato nel libro (pagina 46) e il personaggio di Gaetano, il giardiniere di villa Ordelaffi, rimanda a Long John Silver, il marinaio con una gamba sola, che ne rappresenta il male. “Chi era Gaetano? Cominciai a pensare che in realtà appartenesse a un altro mondo, non al nostro […] Anche Gaetano appariva e scompariva, ma non in quel modo. Potevo davvero credere che anche lui venisse dal passato?”.
  • Le Baccanti. Le voci che sente Margherita nei pressi del tempietto sono le voci de Le Baccanti di Euripide, una tra le tragedie più grandi di tutti i tempi.
  • Rem Koolhaas, architetto e urbanista olandese. In “Loro” è il progettista della “casa di vetro”, edificio che non esiste nella realtà, ma che trae ispirazione dalla Maison à Bordeaux (Casa a Floirac), progettata dallo stesso Koolhaas, per descrivere il luogo in cui vive la famiglia Ordelaffi.
  • Il pittore belga Michael Borremans, grazie a un quadro collocato su una delle poche pareti in cemento della villa. “È una messa nera?” domandai annuendo. “In un certo senso, un ballo macabro. Le gemelle amano questo quadro. Non si stancano mai di guardarlo”.
  • Chopin e Skrjabin. La passione di Lucrezia per il pianoforte rende la musica grande protagonista del romanzo. La lettura accompagnata dalle note dei sonetti richiamati nel testo è un’esperienza immersiva, benché a suo modo inquietante (Sonata n. 9, La Messa nera di Skrjabin, pagina 152) da provare.

Si potrebbe continuare. Anzi, vi invito a cercare ancora nel testo.

Doppio

“Trovai naturale che le gemelle fossero competitive tra loro. Pensai che fosse un modo per distinguersi, per darsi una propria identità, ma ancora ignoravo che niente di tutto questo le interessava: non cercavano una identità propria, semmai il contrario”.

Le gemelle Lavinia e Lucrezia sono la perfetta esemplificazione del doppio: sono identiche, bellissime ma anche terrificanti, “hanno dei codici, ci sono dei segreti tra loro dentro cui non entra nessuno”. Sono simbolo dell’innocenza e al tempo stesso l’innocenza abitata dal Male.

In Loro tutto è doppio: bene e male, luce e ombra, verità e ambiguità, reale e irrazionale, arcaico e moderno. Tutti gli sdoppiamenti arrivano a un punto di incontro e si fondono. Loro diventano io.

“Questa è, però, una storia dove la linea che divide il reale dall’irrazionale non è soltanto sottile, è indistinguibile”.

“Loro” chi e cosa

Soltanto ora so che, contrariamente a quello che si pensa, i fantasmi non si presentano in modo inequivocabile: non hanno vestiti antichi o stracciati, non si mostrano come dei cadaveri in putrefazione, non sono slavati o inconsistenti. L’unico aspetto che li distingue dalle persone in vita è che non hanno ombra. Possono vestire in modo moderno, o indefinibile, assomigliare a qualcuno di ben conosciuto o non assomigliare a nessuno. Ma lo sguardo non è di questo mondo. È lo sguardo di chi conosce più cose in terra e in cielo di chiunque altro: di chi sa, di chi veramente sa.”

Chi sono Loro? E cosa sanno che noi non sappiamo?

Non posso darvi io le risposte a queste domande, dovete ricercarle nel libro, consapevoli che probabilmente non troverete risposte rassicuranti.

Io posso provare a dirvi non chi sono, ma cos’è “Loro”.

“Loro” è un romanzo gotico, un libro di fantasmi, un thriller psicologico. Non è un romanzo di genere, ma un insieme di generi messo nelle mani del lettore, che decide come interpretarlo. Potrebbe sembrare un libro semplice, per la sua brevità e la sua storia, ispirata alle storie gotiche ottocentesche, ma “Loro” è un grande progetto letterario, dotato di essenziale ricchezza. È un libro pieno di suggestioni, ossessioni, storie, parole, personaggi indimenticabili.

Le pagine sono istantanee dei fatti accaduti nella “villa di vetro”, scattate con occhio sempre attento e preciso. È un magnete che attrae e cattura.

Per questo ci sente sempre presenti nella storia, nella villa e nella mente dei personaggi, in quella che è la vera oscurità, nel luogo in cui a volte i fantasmi esistono.

Ilaria Cattaneo

Roberto Cotroneo
Loro
Neri Pozza
Collana Bloom
2021, 192 pagine
17 €

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