Cinque attori seduti a un tavolo. Che la festa cominci! S’ha da celebrare un matrimonio: il Moro e Desdemona coronano finalmente il loro sogno d’amore. Sorrisi, brindisi, discorsi benauguranti, ancora brindisi… Complice il vino i sorrisi si tendono in smorfie ed emergono pian piano i dissapori, le gelosie, le passioni nascoste nel profondo dei cuori. La cerimonia di nozze si trasforma in un carnevale sfrenato nel quale i protagonisti perdono le antiche, granitiche, certezze.
Motore dell’azione è la gelosia di Jago (uno strepitoso Lino Musella). Gelosia duplice: verso Otello (interpretato da un convincente e bravo Francesco Villano), sospettato di avergli concupito la moglie, e verso Cassio (un istrionico Woody Neri), preferitogli dal Moro per la carica di luogotenente. Jago si considera sottostimato e il suo amore cambia di segno, diventando odio implacabile. E assume la forma peggiore dell’odio, quello freddo, calcolatore, che rimanda la vendetta al prossimo futuro e intanto architetta un diabolico piano per perdere il suo signore.
Ma c’è ancora tempo per brindare alla felicità degli sposi. La commedia può proseguire. La scenografia è semplicissima: un ampio tavolo con dei palloncini colorati ai quattro angoli a testimoniare la spensieratezza del lieto evento. Il tavolo servirà di volta in volta come mensa da banchetto, talamo e luogo intimo di seduzione coniugale, altare sacrificale e infine patibolo per la vittima innocente.
Desdemona-Serini e Otello-Villano
Per annientare Otello, Jago si serve dello sprovveduto Cassio. Lo incita a bere, a godersi la festa, a celebrare la sposa. Non è forse una donna bellissima e superiore a tutte le altre per virtù? E allora brindiamo a lei! Cassio, però, non regge il vino e finisce per essere la prima vittima della sua ubriacatura molesta. Aggredisce Otello che lo degrada per punizione. Jago ha dato inizio alla partita. È un joker privo di scrupoli, un alfiere che si muove in tutta libertà attorno al tavolo, un burattinaio che tira i fili di Cassio per arrivare a Otello.
La commedia si declina ora in farsa per poi scivolare gradatamente verso la tragedia. Desdemona (una candida Irene Serini) è ingenua, addirittura infantile nella sua pretesa di riabilitare Cassio agli occhi di Otello. Tutto il suo impegno non provoca altro, nel marito, che la conferma dei sospetti instillatigli da Jago.
Il tragico epilogo
Emilia (la brava Matilde Facheris) invece conosce il mondo e per dominarlo sarebbe disposta – lo ammette senza remore – a tradire il proprio uomo. Anzi, è convinta che nessuna donna rinuncerebbe a questa opportunità. Sarebbe un peccato del mondo, di quel mondo sul quale si avrebbe di conseguenza il dominio assoluto, quindi un peccato tutto sommato da poco, veniale. Desdemona non riesce a crederle: per lei è impossibile anche soltanto immaginare il tradimento.
Ma sarà proprio questa ignoranza delle cose mondane, dell’altro lato delle passioni umane a perderla. Non è in grado infatti di riconoscere la mortale rete che Jago sta intessendo intorno alla coppia, nella quale per primo cadrà Otello, trascinando nella rovina l’amata moglie.
Saul Stucchi
OTELLO
- di William Shakespeare
- Progetto e regia Claudio Autelli
- Traduzione Salvatore Quasimodo
- Con Matilde Facheris, Lino Musella, Woody Neri, Irene Serini, Francesco Villano
- Scene e Costumi Paola Tintinelli, Maria Chiara Vitali, Gilda Esposito
- Teatro Litta
- Corso Magenta 24
- Milano
Fino al 20 aprile
Repliche dal martedì al sabato alle 20.30; domenica 16.30; lunedì riposo
Biglietti: martedì, mercoledì, giovedì intero € 12; venerdì, sabato, domenica intero € 18
Ridotto: € 12 / 9
Info e prenotazioni: tel. 02.86454545; promozione@teatrolitta.it
NB: La Compagnia dell’Otello incontrerà il pubblico sabato 5 aprile, alle ore 18.30, presso la libreria FNAC di Milano, in via Torino. Titolo dell’incontro: “Con il vostro permesso farò un resoconto semplice e chiaro del mio amore”. Chi parteciperà all’incontro avrà diritto a una promozione speciale, con biglietto a 9 €.