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Voi siete qui: Biblioteca » “L’ospite”: un racconto di Giovanni Granatelli

4 Maggio 2025

“L’ospite”: un racconto di Giovanni Granatelli

Che io non riesca a ricordare con certezza il suo nome è per me motivo di vergogna. Prendo comunque per buono quello che la memoria mi restituisce con discreta probabilità, premurandomi peraltro di ometterlo.

Non so cosa lo avesse spinto la prima volta a entrare nella piccola libreria che gestivo in una cittadina dell’hinterland milanese. Forse soltanto un’incomprensibile curiosità o il tentativo di trovare un luogo dove fare tappa in quei primi giorni estivi dopo la conclusione dell’anno scolastico, il desiderio di un posto sicuro nel quale concedersi soste prolungate nel mezzo degli inconcludenti vagabondaggi di bambino abbandonato a se stesso.

Componente di una famiglia allargata di giostrai ambulanti, non del tutto sicuro della propria età, si trovava comunque sulla soglia della preadolescenza, uno scugnizzo in piena crescita, magro, tutto gambe e riccioli castani, timido, impacciato e un po’ fuori di testa, soggetto a piccoli scoppi di una follia infantile più triste che allegra, durante i quali si dimenava o pronunciava a voce alta frasi prive di senso o del tutto fuori luogo.

Perché la sua incongrua presenza pomeridiana divenne in breve così assidua? Credo semplicemente perché non lo scacciavamo. Consegnato dal destino a una sorta di grado zero dell’esistenza, interpretava già solo il nostro accettarlo come un valido lasciapassare. Se a ciò si aggiungevano i piccoli regali che gli facevamo (adesivi, gadget, pennarelli) e il gelato che di tanto in tanto gli offrivamo, si fa presto a comprendere come dentro la libreria si sentisse a casa. Quanto ai libri, non rivolgeva loro la minima attenzione.

Qualche volta comprensibilmente insistente nel chiederci la merenda (ma nella sua fame permanente si rispecchiava la mia) era tutto sommato discreto e quieto, tolte le eccezioni di quegli accessi di agitazione, e man mano sempre più fiducioso nei nostri confronti, che lo trattavamo con dolcezza nonostante ci affaticasse. Mi accorgevo però che con l’andar dei giorni si presentava sempre più sporco e trasandato, dando l’impressione che il mondo da cui proveniva gli stesse franando attorno, finché un pomeriggio arrivò calzando delle scarpe da ginnastica letteralmente a brandelli.

Grazie a scherzi e stratagemmi, riuscii a scoprirne la misura e così gliene feci trovare un paio nuove, economiche ma appunto nuove e decenti. Ne fu contento fino alla confusione, in preda a un assoluto stupore ma gli durarono per un solo pomeriggio. Gliele aveva sottratte qualcuno del suo clan? Erano state rivendute? Non ci fu modo di saperlo.

Poi un giorno, invece che di pomeriggio, comparve di mattina e fu un ingresso sconcertante. Indossava un abbigliamento assolutamente astruso, un completo di spugna gialla, canottiera e pantaloncini, probabilmente un pigiama femminile e puzzava di urina in maniera insopportabile, quasi avessero immerso quei grotteschi indumenti dentro una latrina. Dopo avere spruzzato il deodorante per ambienti in ogni angolo della libreria, con le buone, cercando di non umiliarlo, fui costretto per la prima volta ad allontanarlo, invitandolo comunque a ripresentarsi dopo che si fosse lavato e cambiato.

Non tornò mai più e il mio piccolo quanto brutale sollievo fu inferiore al dispiacere e non privo di qualche ipotesi di colpa. Mi confortai immaginando che le giostre si fossero semplicemente spostate in un’altra località. Di lì a breve si venne a sapere che in quella comunità erano stati effettuati degli arresti per gravi e ripetuti episodi di pedofilia in ambito familiare e che i minori erano stati affidati al tribunale.

La fine della scuola e queste giornate limpide di giugno me l’hanno fatto tornare in mente. La curiosità di sapere quale fine abbia fatto, ormai uomo adulto, è un lusso che non mi posso concedere e che forse è anche futile, di nessuna utilità per nessuno dei due. Scrivendo però mi sono di nuovo ricordato con certezza il suo nome.

Giovanni Granatelli

In libreria: tra gli ultimi lavori di Giovanni Granatelli segnaliamo Nomi, cose, musiche e città (Arkadia) e Resoconto. Poesie 2002-2022 (Scalpendi).

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