“Il Museo ha ucciso la Casa”, annota l’amico Stefano Faravelli nella tavola del suo carnet Egitto. Cercando l’Aleph dedicata alla casa museo di Kavafis ad Alessandria. Poco importa, in fondo. Le parole del poeta sono ancora vive e continuano a germogliare e a dare frutti.
Uno, inaspettato e dunque ancora più gradito, l’ho raccolto in una libreria del centro di Madrid qualche mese fa. Esposto in vetrina aspettava che il mio sguardo si posasse sulla sua copertina. Non ci è voluto molto: quella fragile barchetta a vela e quel nome – Itaca – lassù in alto a indicare una direzione nota e insieme mai raggiunta hanno subito fatto breccia nel mio cuore.
Conoscete la poesia Itaca di Kavafis? È il suo componimento più celebre, spesso citato in libri e film (non sempre a proposito). Questo piccolo libro, edito dalla spagnola Nordica Libros, è un omaggio e insieme un tesoro. È un omaggio al poeta alessandrino, alla poesia tout court, a una generazione che cantava e lottava per cambiare la Spagna.
Ed è un tesoro, grazie alle emozionanti illustrazioni di Federico Delicado (nomen omen). La Grecia ha i volti dei suoi anziani, scavati dalle rughe, testimoni di gioie e dolori, vittorie e sconfitte. E poi di adulti e ragazzi e bambini, in una significativa inversione del corso della vita. Sono ritratti su carte geografiche della Grecia, la patria di tutti noi.
La poesia Itaca è celebre in Spagna per gli stessi motivi per cui lo è negli altri paesi (Italia compresa), ma con una ragione particolare in più. Nella primavera del 1975 il cantautore catalano Lluís Llach pubblicò un disco intitolato “Viatge a Ítaca” (ovvero Viaggio a Itaca). Aveva due caratteristiche degne di nota: una splendida copertina disegnata da America Sanchez (al secolo Juan Carlos Pérez Sánchez, artista argentino) e conteneva una sola canzone sul lato A. S’intitolava proprio Ítaca.
Per la Spagna era un anno di svolta il 1975. A novembre sarebbe morto, dopo aver governato con pugno di ferro per oltre trentacinque anni, il caudillo Francisco Franco e avrebbe preso avvio la Transizione alla democrazia.
Confesso che non avevo mai sentito parlare di Llach. Ma la tanto criticata (da noi quarantenni un po’ snob) tecnologia mi ha consentito di ascoltare in albergo, direttamente sul tablet, questa canzone manifesto, mentre leggevo – o meglio, assaporavo – questo libro che racchiude tutti i profumi del Mediterraneo: acquistare “cuantos más aromas sensuales puedas”, è la raccomandazione del poeta. Ascoltiamola.
E viaggiamo, nel mondo e tra le pagine dei libri (anche digitali!), per scoprire cose sempre nuove e tornare – noi nuovi – a quelle vecchie e antiche.
Per esempio è interessante mettere a confronto tra loro alcune traduzioni con l’originale in neo-greco di Kavafis. Vicente Fernández González che qui propone la propria, ne conta 22 in castigliano. Alla sua, noi affianchiamo quella di Carles Miralles che ha tradotto in castigliano la biografia del poeta scritta da Robert Liddell (l’ho trovata un paio di anni fa in una delle bancarelle della Cuesta de Moyano accanto al Giardino Botanico di Madrid) e quella classica in italiano di Filippo Maria Pontani, datata 1961.
Ecco i primi tre versi:
Σα βγεις στον πηγαιμό για την Ιθάκη,
να εύχεσαι νάναι μακρύς ο δρόμος,
γεμάτος περιπέτειες, γεμάτος γνώσεις.
Cuando la travesía emprendas hacia Ítaca,
pide que sea largo tu camino,
lleno de aventuras, pleno de saberes.
(trad. di Vicente Fernández González)
Cuando emprendas tu viaje hacia Ítaca,
has de rogar que sea largo el camino,
lleno de aventuras, lleno de experiencia.
(trad. di Carles Miralles)
Se per Itaca volgi il tuo viaggio,
fa’ voti che ti sia lunga la via,
e colma di vicende e conoscenze.
(trad. Filippo Maria Pontani)
Una curiosità: il libro è stato finito di stampare a Madrid il 23 settembre 2015, anniversario della nascita di Carles Riba, poeta e traduttore dell’Odissea in catalano.
Saul Stucchi
C. P. Cavafis
Ítaca
Nordica Libros
www.nordicalibros.com