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Voi siete qui: Storia » Il Museo Archeologico di Sparta in dieci opere

27 Luglio 2025

Il Museo Archeologico di Sparta in dieci opere

In oltre trent’anni di frequentazioni della Grecia – ci venni per la prima volta quando ancora frequentavo il liceo classico, nel 1989 – non ho mai visitato il Museo Archeologico di Sparta. Moltissimo ha pesato il pregiudizio filoateniese secondo cui la città dei Lacedemoni era povera di monumenti e chissà che miseri resti si sono conservati di quel poco che avevano!

E invece la visita di ieri mi ha fatto cambiare idea, anche se il biglietto d’ingresso a 10 € e la mancanza di toilette e di aria condizionata non sono dei punti di forza per un’eventuale campagna di promozione…

L’orario d’apertura va dalle 8.30 alle 15.30 (tranne il martedì, giorno di chiusura), ma organizzandosi per tempo si riesce ad abbinare la visita a quella del sito di Mistrà, di cui ho scritto ieri.

Qui invece voglio presentare il Museo Archeologico di Sparta attraverso dieci opere tra quelle esposte nelle poche sale in cui si articola il percorso di visita, tutto su un solo piano.

Attualmente è in corso un’esposizione temporanea – la curatela è delle archeologhe Evangelia Pantou e Maria Tsouli – dedicata al re Leonida, morto al passo delle Termopili per contrastare l’avanzata dell’esercito persiano di Serse. Era l’agosto del 480 a.C. e i trecento spartani che lì soccombettero con il loro sacrificio scrissero una pagina memorabile nel libro della storia dell’Occidente o almeno, per come ce l’hanno raccontata – a cominciare da Erodoto -, della contrapposizione tra un “noi” (Europa) e un “loro” (Asia e via via tutti gli altri).

  • Dunque il posto d’onore non può che spettare alla statua in marmo di un oplita, identificato come Leonida fin dal momento del suo ritrovamento sull’acropoli di Sparta, nei pressi del santuario di Atena Chalkioikos. È datata al 480-470 a.C. La piccola esposizione ripercorre la vita del sovrano attraverso le tappe della sua carriera, dalla nascita come discendente di Eracle all’impresa eroica delle Termopili (niente meno di quanto a Sparta ci si aspettava da lui e dai suoi compagni).
  • La prima sala del museo, sulla destra, è dedicata ai mosaici. Uno dei più belli raffigura la scena di Achille a Sciro, nel momento in cui viene scoperto mentre si nascondeva per sfuggire al reclutamento per la spedizione contro Troia. Risale agli inizi del IV secolo d.C.
  • Un poco più antico – è datato alla seconda metà del III secolo d.C. – è il frammento di pavimento mosaicato che ha al centro la scena della decapitazione di Medusa da parte di Perseo.
  • Si compie invece un salto indietro di quasi un millennio quando si osservano le placchette votive dedicate a varie divinità, come Poseidone, Atena, Ermes, datate tra il settimo e il terzo secolo avanti Cristo. Provengono dal santuario di Artemide Orthia. Sono molto simili – a segnalare la continuità della prassi devozionale – a quelle lasciate ancora oggi dai fedeli nelle chiese ortodosse (e non solo), come le placchette che ho visto ieri nelle chiese di Mistrà.
  • Un altro mosaico reca il ritratto di Alcibiade. Nel museo non ho trovato alcuna didascalia abbinata al reperto, mentre in rete si trovano siti che identificano il personaggio con il celebre statista e generale ateniese, e altri che parlano di una donna spartana. Sto ancora verificando le informazioni…
  • Pochi i ritratti in marmo superstiti. Il mio preferito è quello attribuito al sovrano d’Egitto Tolomeo III Epifane.
  • Anche delle maschere in terracotta esposte in un paio di teche non ci sono molte informazioni. È un peccato perché non ricordo di averne viste di simili in altri musei archeologici della Grecia…
  • Più numerose e accompagnate da una migliore documentazione sono le stele. Una, datata agli inizi del V secolo a.C., riporta in bassorilievo la figura di un oplita davanti al quale si erge un serpente. Viene da Charouda, nella penisola del Mani. La didascalia dice che probabilmente la stele commemorava il sacrificio sul campo di battaglia dell’oplita qui rappresentato, per la quale impresa fu in seguito onorato come un eroe.
  • La base piramidale di una stele datata al VI secolo a.C. è decorata con bassorilievi su entrambe le facce. Le figure di una sono interpretate come Menelao che rivolge la sua spada contro Elena, mentre sull’altro lato (quello che vedete nell’ottavo riquadro del mosaico fotografico) ci sarebbe una coppia composta da Paride che abbraccia Elena. Decidete voi quale sia il lato A e quale il B…
  • Infine, a chiudere la selezione delle dieci opere per me più interessanti, ho lasciato quella per la quale ho deciso di visitare – finalmente – il Museo Archeologico di Sparta. Si tratta di un bassorilievo con la scena di un poeta raffigurato nell’atto di offrire a Orfeo (riconoscibile per la lira che tiene sulle gambe) un manoscritto. Questo bassorilievo, a prima vista non proprio appariscente, colpì invece l’attenzione di quello che di lì a qualche settimana – correva l’anno 1995 – sarebbe stato insignito del Premio Nobel per la letteratura, ovvero il poeta nordirlandese Seamus Heaney che visitò il museo con la moglie e i figli. A quel viaggio in Grecia dedicò diverse poesie.
    Io, più modestamente, sto raccontando il mio viaggio attraverso questi brevi articoli. Spero siano di un qualche interesse per il lettore (non certo per l’Accademia svedese!).

Saul Stucchi

Museo Archeologico di Sparta

71, Agiou Nikonos Street
Sparta

Informazioni:

http://odysseus.culture.gr

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