Fino al 28 maggio si può visitare al Museo Thyssen Bornemisza di Madrid la mostra “Capolavori di Budapest. Dal Rinascimento alle Avanguardie”. Si tratta dell’esposizione che era stata ospitata al Palazzo Reale di Milano qualche anno fa, per la precisione dal settembre del 2015 al febbraio del 2016, presentata con il titolo “Da Raffaello a Schiele”.
Il percorso espositivo
Naturalmente il percorso espositivo è diverso, pur restando identica la suddivisione in sezioni:
- Il Rinascimento nel Nord
- Il Rinascimento nel Sud
- Il Barocco nelle Fiandre e in Olanda
- Il Barocco in Italia e in Spagna
- Il XVIII secolo
- La nuova immagine delle donne
- Dall’Impressionismo all’Avanguardia
Le opere sono molto ravvicinate tra loro perché la selezione di capolavori è ben nutrita e lo spazio a disposizione nelle varie sale non molto ampio.
L’attenzione viene subito attirata dalla “Salomè con la testa di San Giovanni Battista” di Lucas Cranach il Vecchio. Il pannello didascalico segnala il tema del “Weibermacht”, ovvero il potere femminile, che con la Riforma muta di segno per assumere un valore positivo.
[codice-adsense-float]Se si ha fortuna, si può ammirare in santa pace la “Madonna Esterhazy” di Raffaello (realizzata nel 1508), la perla più preziosa dell’esposizione. Altrimenti, quando c’è tanta gente, sembra di essere al self service, con un movimento della visita a scatti dettato dal ritmo altrui. Vi consiglio di imprimervi bene nella retina questa piccola tavola per poi metterla a confronto con le altre opere di Raffaello conservate al vicino Museo del Prado, in particolare con la “Sacra Famiglia con l’agnello”, dipinta nel 1507.
Un museo nel museo
C’è poi un piccolo bronzo di “Guerriero a cavallo” attribuito a Leonardo da Vinci e degli schizzi compiuti per studiare la forma delle zampe del cavallo.
Le opere selezionate per la mostra sono in realtà un museo nel museo. Ciascun visitatore può ritagliarsi uno o più percorsi tematici. Può per esempio soffermarsi in particolare sulle opere che rappresentano soggetti sacri come l’Annunciazione, il Cristo con la Samaritana, l’Ecce Homo, ma ci sono anche le storie profane e quelle mitiche; oppure si può “filtrare” le opere per provenienza geografica o ancora per periodo storico.
Non vanno naturalmente trascurati i ritratti e si potrebbe fare un veloce ma intenso excursus nella storia dell’arte concentrandosi sui paesaggi e sulle vedute.
Interessantissimi e ricchi di spunti sono gli agganci alla collezione permanente del Museo Thyssen Bornemisza, in particolare per Velázquez, Goya, Bellotto e Canaletto, così come si possono individuare “dialoghi” tra le stesse opere esposte in mostra. “Il buffet” di Cézanne, per esempio, dialoga a distanza con la “Torta ai semi di papavero” di Adolf Fényes appesa nell’angolo opposto della sala.
Ma ciascuno si senta libero di godersi quello che più attira la sua attenzione. Noi consigliamo i lavori di Rubens e Van Dyck, la “Notte di primavera” e il “Centauro nella bottega del maniscalco” di Arnold Böcklin, “L’età dell’oro” di Jánós Vaszary (1898) e tutta la Sala 7, consacrata al tema della nuova immagine delle donne.
Saul Stucchi
Didascalie:
- Raffaello Sanzio
Madonna col Bambino e san Giovannino (Madonna Esterhazy), 1508 circa
Tempera e olio su tavola, 28,5 x 21,5 cm
Budapest, Museo di Belle Arti - Lucas Cranach il Vecchio
Salomè con la testa di San Giovanni Battista, 1526-1530 circa
Olio su tavola, 88,4 x 58,3 cm
Budapest, Museo di Belle Arti - Adolf Fényes
Torta ai semi di papavero, 1910
Olio su tela, 80 x 87 cm
Budapest, Galleria Nazionale d’Ungheria
Capolavori di Budapest. Dal Rinascimento alle Avanguardie
Fino al 28 maggio 2017
Museo Thyssen Bornemisza
Paseo del Prado 8
Madrid