Al Palazzo Farnese di Piacenza si è aperta la mostra “Annibale. Un mito mediterraneo” che si potrà visitare fino al 17 marzo 2019.
Promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, dal Comune di Piacenza e dalla Diocesi di Piacenza – Bobbio, con un progetto artistico firmato da TWOSHOT e Gli Orsi Studio, è curata dal professor Giovanni Brizzi, grande conoscitore del generale cartaginese.

La molteplicità dei livelli di lettura è la caratteristica identitaria dell’esposizione che accosta al materiale archeologico opere d’arte e un ricco apparato multimediale. Appassionati di storia antica, visitatori curiosi, adulti e ragazzi che vorranno seguirne il percorso vivranno un’esperienza “immersiva”, compiendo un viaggio nel tempo sulle orme di Annibale. E intanto scopriranno i sotterranei di Palazzo Farnese, recentemente sottoposti a interventi di adeguamento strutturale. Gli ambienti, una volta terminata la mostra, ospiteranno la nuova sezione romana del Museo Archeologico cittadino.

L’esposizione ha in realtà due protagonisti: ad Annibale, infatti, si affianca Piacenza. Viene sottolineato il ruolo della prima colonia dell’Italia settentrionale (insieme a Cremona), fondata come avamposto militare contro l’avanzata dei Cartaginesi, poi importante crocevia tra nord e sud e tra est e ovest della penisola.
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo si snoda nelle seguenti sezioni tematiche:
- Gli eventi, i protagonisti
- Il Mediterraneo prima di Annibale
- Cartagine e Roma
- Annibale
- La traversata delle Alpi
- Annibale e le Alpi
- Cartagine contro Roma
- Piacenza, il confine dell’Italia romana
- La seconda guerra punica
- “Non rivedrò Cartagine mai più”
Nelle teche ben illuminate sono esposti reperti archeologici, monete e medaglie, corazze ed elmi, vasi e statue. Ma ci sono anche dipinti e stampe. Tra i pezzi più belli segnaliamo almeno la statuetta bronzea di Eracle Epitrapezios, prestata dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, copia del celebre centrotavola realizzato da Lisippo per Alessandro Magno. L’originale era poi finito nelle mani di Annibale, grande collezionista d’arte.
Cornelio Nepote, nella Vita di Annibale, racconta che il generale ricorse a uno stratagemma per difendersi dall’avidità dei Cretesi presso cui si era rifugiato. Nascose il suo oro in statue di bronzo che portava sempre con sé, utilizzandone una piccola parte per ricoprire anfore che aveva riempito di bronzo, deponendole poi nel tempio di Diana.
Sempre dal MANN partenopeo arriva una corazza a tre dischi, mentre il Museo Archeologico Nazionale di Canosa ha prestato una corazza anatomica datata alla metà del IV secolo avanti Cristo.

In una vetrina si ammirano una statuetta di elefante da guerra con torre (II-I secolo a.C.) e il celebre piatto con elefanti in assetto da guerra, prestato dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. I pachidermi al seguito dell’esercito annibalico, però, non erano turriti. Gli animali, infatti, portavano in groppa soltanto il conducente. Erano inoltre di una razza africana oggi estinta, più piccola di quella raffigurata su questi manufatti.
L’opera d’arte più bella è invece senza dubbio il bozzetto con la scena di Annibale che attraversa le Alpi, dipinto a olio su tela da Goya nel 1771.

Lungo tutto il percorso ci sono pannelli con citazioni da autori classici e brani tratti dalle opere del professor Brizzi dedicate ad Annibale. E poi installazioni site specific, realizzate con l’obiettivo (centrato) di coinvolgere i visitatori. Ci si trova in mezzo alle truppe di Annibale alle prese con l’epico passaggio delle Alpi o sui campi di battaglia della seconda guerra punica, come il disastro della Trebbia, l’imboscata del Trasimeno o la catastrofe di Canne (dal punto di vista romano, s’intende).
Le meticolose ricostruzioni consentono di comprendere le varie fasi degli scontri. Emerge così ancora più chiaramente il genio strategico di Annibale, non offuscato nemmeno dalla sconfitta di Zama. In quell’occasione infatti – come sottolinea Brizzi nei suoi libri – a imporsi non fu il talento di Scipione quanto l’orgoglio dei legionari tante volte battuti dal cartaginese in Italia.
Ma a vincere veramente fu il concetto di civitas che avrebbe fatto grande Roma, archiviando – anche se non per sempre, perché la storia vive di corsi e di ricorsi – il modello della polis rinchiusa nel suo particulare.
Saul Stucchi
PS: segnaliamo che dal 23 dicembre 2018 al 17 marzo 2019 si potrà visitare a Piacenza il Pozzo di Sant’Antonio, presso la Chiesa di Santa Maria in Cortina. L’accesso sarà consentito a gruppi di 8 persone alla volta, equipaggiate con imbragature e caschetti di sicurezza.
Informazioni sul sito della Diocesi di Piacenza – Bobbio:
www.diocesipiacenzabobbio.org
Didascalie:
Moneta con ritratto di Amilcare
148-118 a.C. Bronzo
Bibliothèque Nationale de France, Parigi
Illustrazione di Giovanni Maisto: Battaglia della Trebbia
Art Direction TWOSHOT e Gli Orsi Studio
Piatto con elefanti in assetto di guerra
275 circa a.C. Ceramica a vernice nera sovraddipinta
Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, da Capena
Corazza a tre dischi
Bronzo
Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Annibale. Un mito mediterraneo
Dal 16 dicembre 2018 al 17 marzo 2019
Musei di Palazzo Farnese
piazza Cittadella 29
Piacenza
Orari:
da martedì a giovedì 10.00 – 19.00
da venerdì a domenica 10.00 – 20.00
Lunedì chiuso
Biglietti: intero 12 €; ridotti 10/7/6 €
Informazioni: