In molti la chiamano la Mina brasiliana. E di talento Marisa Monte ne ha veramente da vedere. Tra i massimi esponenti del Tropicalismo, insieme con personaggi del calibro di Caetano Veloso, Gilberto Gil e Maria Bethani, la giovane brasiliana è a tutt’oggi una delle realtà più interessanti in circolazione. In Italia per una serie di concerti, che toccheranno anche Roma e Firenze, la Monte esordirà questa sera al teatro Smeraldo di Milano.
Bella e spregiudicata ha iniziato la sua carriera cantando prima musiche di altri; fulminante l’incontro con Arto Lindsay, che ne ha prodotto il fulminante esordio e favorito il contatto con l’avanguardista Carlinhos Brown ritrovato insieme ad Arnaldo Antunes. Ed è proprio con questi ultimi due che Marisa raggiunge il successo mondiale con il singolo Ja sei namorar col progetto Tribalistas. Attiva dal 1989, ha raggiunto un grande successo, in patria e all’estero, con il disco Barulhinho Bom del 1996, seguente al bellissimo album Cor de Rosa e Carvão (Rose & Charcoal per il mercato internazionale) di due anni prima. Il suo stile raffinato, che introduce elementi pop e jazz sulla tradizione brasiliana, ha avuto poi una consacrazione di prima fila con il gruppo Os Tribalistas (con Carlinhos Brown e Arnaldo Antunes), il cui album omonimo, ed in particolare il brano, ha avuto un enorme successo anche in Italia, contribuendo a far tornare di moda la musica brasiliana. Al 1989, ai tempi della sua prima uscita in veste di solista, risale il paragone con la grande Mina. Un po’ perché le piaceva riprendere qualche canzone della sua omologa italiana, un po’ per la grinta davvero inconsueta che permeava il suo canto, e molto per la splendida naturalezza con cui miscelava rock e pop con le intense tradizioni di molte regioni del suo immenso paese, al fine di ottenere un mélange davvero irripetibile di suoni, profumi, colori ed emozioni.
Adesso Marisa si è fatta – come è logico – più ponderata e saggia. E dunque non forza più la sua ugola da usignolo a ricercare gli “effetti speciali” atti a “épater le bourgeois”, esattamente come faceva Mina con “Brava brava”. Al contrario, va a ispezionare la profondità e l’intensità di ogni singola nota e di ogni spicciola parola, in un lavoro di introspezione che lascia veramente sbalorditi. Mirabilmente aiutata, in questo, da quel fantastico “esploratore dei suoni” che è Arto Lindsay, co-produttore insieme a Marisa, e dai suoi meravigliosi compagni d’avventura: che rispondono ai nomi – tanto per citare solo i più altisonanti – di Carlinhos Brown e Jaques Morelembaum, Marc Ribot e Joey Baron. Marisa Monte ha pubblicato nel maggio di quest’anno due nuovi dischi per Emi: “Infinito Particular”, una raccolta di tredici brani lenti e leggeri a cui hanno collaborato anche gli altri due Tribalistas Arnaldo Antunes e Carlinhos Brown, e “Universo Au Meu Redor”, quindici canzoni intrise di atmosfere samba. In questo attesissimo concerto romano, per Santa Cecilia It’s Wonderful, Marisa Monte ci farà ascoltare proprio queste nuove canzoni con una formazione particolarissima che affianca a chitarre, tastiere, basso e percussioni, strumenti usualmente utilizzati in formazioni di musica classica come violino, violoncello, fagotto e tromba.
Le date del tour: Milano, Teatro Smeraldo 27 settembre; Firenze, Teatro Verdi 30 settembre; Roma, Accademia Santa Cecilia 1 ottobre.