Ci avete mai pensato? La vita assomiglia a una partita a scacchi (ma vale anche il contrario: una partita a scacchi assomiglia alla vita…). Una battaglia quotidiana, incruenta, se siamo fortunati, per tentare di raggiungere un obiettivo, anche solo l’occupazione di una casella che sembri al momento più sicura o lasci intravedere prospettive migliori. Più difficile invece capire se della partita siamo i giocatori oppure (più probabile?) uno dei pezzi sulla scacchiera. Chi il re, chi la regina, molti di noi “semplici”, ma spesso ostinati e ambiziosi, pedoni…
La vita di Marta: due storie che si intrecciano
La struttura del primo romanzo di Elena Rausa, Marta nella corrente (Neri Pozza), richiama la tavola delle sessantaquattro caselle.
Due storie si alternano, procedendo in principio parallele per poi intrecciarsi: la piccola Marta perde la madre, vittima di un incidente automobilistico, e si ritrova sola, non avendo mai conosciuto il padre. Siamo nel 1982 e l’Italia ha appena vinto i mondiali di calcio in Spagna (Zoff, Gentile, Cabrini e l’imprendibile Paolo Rossi…).
La seconda storia è precedente di quarant’anni e porta il lettore nella bufera prima del fascismo imperante e delle leggi razziali, poi della guerra, della Resistenza e delle deportazioni. Un gruppo di amici, chi per scelta consapevole e chiara volontà etica, chi per incoscienza e quasi per caso, prende la strada della montagna per sfuggire all’omologazione vigliacca (il fascismo è anche stare a guardare) e alla violenza.
Ma il cerchio si stringe in un cappio che soffoca anche quando non riesce a sopprimere. La deuteragonista Emma infatti, specchio e proiezione di Marta, si porta dentro un vuoto che neppure l’amorevole e paziente compagno è in grado di riempire. Ha in parte rinunciato alla vita, negandosi volontariamente la maternità, per un senso di colpa che le toglie il respiro dai tempi, ormai lontani (ma pur sempre presenti) del campo di prigionia.
Marta nella corrente è un romanzo di donne: di madri mancate, assenti, scostanti, desiderate e rimpiante; di amiche legate come e più di sorelle. Il destino fa incontrare Marta ed Emma che prima si prendono le misure e poi avviano un’elementare forma di comunicazione, in cui gli scacchi hanno un ruolo fondamentale.
Agli uomini l’autrice riserva ruoli di secondo piano. Certo, possono essere d’aiuto, insegnare e consigliare, sobbarcarsi sulle spalle la propria parte di mondo e di dolore, piangono e combattono, con la pistola e con il bisturi, ma il duplice dramma ha per protagoniste figure femminili.
I luoghi invece sono più che sfondi scenografici a cui affidare il mero compito di ospitare le storie. Le montagne e le località di mare – ma anche la Milano già assediata dal traffico di inizio anni Ottanta – sono in qualche modo coprotagoniste.
Una breve opinione e recensione del libro
La scrittura appare sorprendentemente matura per un’esordiente. Si intuisce, pagina dopo pagina, la frequentazione assidua e l’approfondita analisi di testi capitali della letteratura da parte dell’autrice (prima spia ne è la citazione senechiana d’apertura che fa il paio con i bei versi di Alda Merini).
La commozione prende il lettore fin dal principio per accompagnarlo fino in fondo e oltre il finale e in molti momenti non può che sciogliersi in lacrime, tanta è la tensione. Ma più che la drammaticità della doppia storia che s’intreccia sempre più stretta è davvero la profondità dei dialoghi a lasciare il segno.
Nessuna parola è fuori luogo, non c’è morbosità né volgare spettacolarizzazione del dolore. Il dolore c’è perché ciascuno di noi non può sfuggire alla sua parte. E proprio come fa l’amore, con il passare del tempo il dolore ci scolpisce e finisce per determinarci. E allora possiamo sorprenderci a rendergli grazie.
Saul Stucchi
Informazioni sul libro
- MARTA NELLA CORRENTE
- Autore: Elena Rausa
- Editore: Neri Pozza
- Anno: 2014
- Pagine: 272