Dopo aver pubblicato la recensione al suo primo romanzo, 31 notti, edito in Italia da Marcos y Marcos, ALIBI intervista Ignacio Escolar, giornalista e blogger, direttore del quotidiano online www.eldiario.es.
Le notti di Madrid sono così pericolose come le descrivi in 31 notti?
Dipende. Madrid è una città molto divertente e per niente pericolosa di notte, se ti tieni lontano dai guai. Ma sotto la città che visitano i turisti c’è un vero e proprio mondo sotterraneo dove esistono personaggi sinistri come Alek e Velasco. Io sono un giornalista e quello che trovo più difficile è la finzione. E 31 notti è basato su diverse storie vere pubblicate nella sezione della cronaca che ho mescolato con altre trame inventate.
Nel tuo libro racconti, di passaggio, la crisi del giornalismo (crisi non soltanto spagnola). Per un giornalista e blogger la narrativa è un modo per sopravvivere alla morte del giornalismo?
Si tratta di una via di fuga. Il mio lavoro di giornalista consiste nello sbiancare le informazioni che ho in nero. A volte ci sono storie che posso raccontare soltanto come finzione. La morte del giornalismo, molto presente nel libro, è soltanto lo scenario in cui questa storia si sviluppa.
Su El País dello scorso 2 novembre José María Guelbenzu ha detto: “In Spagna il genere noir è il rifugio di scrittori mediocri, incapaci di difendersi in altri campi narrativi e che in fondo non hanno nulla da apportare alla letteratura”. Si tratta di un giudizio duro, mi pare. Lo condividi?
Penso che ci sia di tutto. In Spagna abbiamo grandi scrittori di noir – da Manuel Vázquez Montalbán a Lorenzo Silva – e autori mediocri. Abbiamo anche una buona critica letteraria e scrittori mediocri che si rifugiano in quel genere perché non possono difendersi in altri campi narrativi. Non bisogna generalizzare.
Quali sono gli autori del genere noir che ami e che consideri come “modelli”?
Io sono un fan di Andrea Camilleri, Le Carré, e, naturalmente, Dashiell Hammett. Tra gli spagnoli, oltre a Vázquez Montalbán e Lorenzo Silva, mi piace Carlos Zanón.
Un nuovo re, la Catalogna che sostiene la propria indipendenza, la corruzione diffusa, l’onda del movimento Podemos… Che succede in Spagna?
Ci troviamo in una grande trasformazione politica che ha alimentato la crisi, ma che ha altri ingredienti. Tutto il modello della Spagna, sia territoriale che politico, nato nel 1978 è messo in discussione. Ci sono due uscite: riforma o rottura. Le tensioni di oggi vengono dal fatto che il potere – politico ed economico – si è rifiutato di ammettere che c’erano problemi e ha scelto di fare poco o di non fare nulla. Ma io sono ottimista: riforma o rottura che sia, finirà con l’avere la meglio sull’immobilismo, prima o poi.
A cura di Saul Stucchi
Le foto sono tratte dalla pagina Facebook del giornalista.
Ignacio Escolar
31 notti
Traduzione a cura di Gina Maneri
Marcos y Marcos
160 pagine, 14 €