
Per una volta parliamo di noi. Lo scrittore Marino Magliani ha intervistato per il sito di La Poesia e lo Spirito Saul Stucchi, fondatore di ALIBI e suo attuale direttore. Saul Stucchi collabora a Diario e dirige ALIBI Online (www.alibionline.it), un sito dedicato al turismo culturale, erede del mensile ALIBI – Per essere altrove. È presidente dell’Associazione Amici della Biblioteca di Mezzago (MI), con la quale organizza incontri di letteratura, storia e attualità. Appassionato di storia antica e napoleonica, è iscritto all’Associazione Napoleonica d’Italia.
Raccontaci come è nato e come si è sviluppato il progetto di ALIBI. Quali sono le difficoltà di lavorare a un sito dedicato al turismo e alla cultura?
La versione cartacea di ALIBI ha avuto una lunga genesi ma una vita molto breve: soltanto quattro numeri hanno raggiunto l’edicola. È stato un progetto ambizioso studiato e concretizzato da due persone (il sottoscritto e l’editore) con alle spalle diversi anni di esperienza nel settore dell’editoria. Gli ostacoli incontrati sono stati enormi e i costi si sono rivelati proibitivi. La delusione per la fine della versione su carta non ha però spento l’entusiasmo e la fiducia nella bontà del progetto e io ho deciso di proseguire l’avventura in rete. I vantaggi sono evidenti: si azzerano le spese di distribuzione e di stampa, si aboliscono le gabbie degli ingombri, le scadenze si fanno meno opprimenti e si guadagna la libertà di intervenire sul “pezzo” in qualsiasi istante da una qualunque postazione internet. Ma sarebbe ipocrita negare gli svantaggi: una rivista su carta gode ancora, almeno in Italia, di un prestigio maggiore rispetto a un sito. La concorrenza è addirittura più forte di quella con cui ci si confronta in edicola e la visibilità si conquista ancora più difficilmente. Tuttavia si ha a disposizione più tempo per cercare di emergere, proprio perché le spese sono notevolmente più contenute. Credo che sia indispensabile individuare con precisione la propria nicchia di riferimento e lavorare al meglio su come raggiungerla. Da noi la parola turismo si lega ancora troppo poco all’idea di cultura, nonostante viviamo in una terra talmente ricca di tesori culturali che possiamo permetterci il lusso di snobbarli, lasciando agli stranieri il piacere di goderne come meritano.
So che ti piacciono i libri e hai un forte interesse per Napoleone (io ti conobbi in seguito alla tua recensione di un mio romanzo sui disertori napoleonici, pubblicata su Diario). Ci puoi parlare di queste due passioni?
Sì: due delle mie passioni principali sono i libri e Napoleone. Per coltivare la prima ho frequentato fin da giovanissimo le biblioteche e per quella del mio paese ho costituito, insieme ad altri volontari, un’associazione di Amici della Biblioteca: una delle prime del genere in Lombardia e probabilmente in Italia. Ti dico solo che nella stupenda biblioteca di Gütersloh, in Germania, conservano la mia tessera della biblioteca come ricordo della nostra visita per studiare la loro struttura in vista di quella che sarebbe poi diventata la nuova biblioteca di Mezzago. Tu stesso sei stato nostro ospite nel corso di un ciclo dedicato ai “luoghi d’autore” (insieme a Marcello Fois, Gad Lerner, Andrea Vitali e Gianni Mura). Noi Amici possiamo contare su risorse risibili e allo stesso tempo su un entusiasmo che molti ci invidiano.
Siamo davvero pochi, ma siamo molto amici e ci piace discutere di cultura, libri e attualità. La passione per Napoleone potrei definirla meglio come “malattia”. Una volta preso il virus per il Piccolo Caporale non c’è verso di liberarsene. A me interessa soprattutto l’avventura egiziana. Anche qui ti racconto un breve aneddoto. In viaggio di nozze, ho “costretto” mia moglie a seguirmi su una barchetta mal in arnese con l’obiettivo di raggiungere l’isola di Nelson nella baia di Aboukir, di fronte ad Alessandria d’Egitto. Proprio in quelle acque la flotta inglese distrusse quella francese, di fatto annullando le possibilità di una riuscita “politica” della campagna napoleonica in Egitto. Il mare mosso ci ha impedito di approdare sull’isoletta, ma l’avventura rimane scolpita nella mia mente (e in quella di mia moglie, anche se per motivi diversi). Sono stato un paio di volte a Cabo Trafalgar e con l’AssoNapoleonica ero ad Austerlitz in occasione del bicentenario della celebre battaglia, nel 2005.
Rimane da parlare del tema “viaggi”…
Prima di inventare ALIBI e poi in questi ultimi anni ho conosciuto molti viaggiatori e diversi scrittori di viaggio. Ho notato che c’è chi viaggia per scrivere e chi invece scrive per viaggiare. Io cerco, modestamente, di viaggiare per viaggiare e di scrivere per scrivere. Sono due attività molto belle che possono regalare molte soddisfazioni. Naturalmente non trascuro le difficoltà di entrambe e le frustrazioni che a volte generano. Come capita a tutti, credo, anche a me succede che nella pratica un viaggio si rivela diverso da come me lo sarei aspettato, magari anche deludente. Ma faccio tesoro degli incontri con le persone fuori dall’ordinario che ho la fortuna di conoscere e spesso le chiacchierate mi rimangono più impresse dei luoghi che ho visitato. Naturalmente ho dei luoghi “del cuore”, come tutti. In cima alla mia classifica c’è un museo. Anzi: IL museo. È ovviamente il Louvre e altrettanto ovviamente dietro c’è lo zampino di Napoleone.
Se mi permetti, chiudo questa intervista invitando i lettori a visitare il sito di ALIBI (www.alibionline.it). Il mio blog, invece, è Belpais (http://belpais.blogspot.com). Non casualmente è dedicato a un’altra mia grande passione: il quotidiano spagnolo El País.
L’intervista è stata pubblicata il 20 dicembre 2008 sul sito di La Poesia e lo Spirito: http://lapoesiaelospirito.wordpress.com