Fino al prossimo 3 maggio si può visitare al Museo del Prado della capitale spagnola l’esposizione intitolata Goya en Madrid. Si apre con due ritratti di re spagnoli accomunati dalla passione per la caccia, ciascuno in compagnia, appunto, di un segugio. Ma non potrebbero essere più diversi tra loro: intendiamo sia i quadri (e dietro di loro i pittori che li hanno realizzati), sia i sovrani. Da una parte abbiamo Filippo IV immortalato da Diego Velázquez, dall’altra Carlo III ritratto da Francisco Goya; in mezzo circa centocinquanta anni.
Il pittore aragonese arrivò a Madrid nel 1775 per collaborare con un grande progetto. Ad Anton Raphael Mengs, primo pittore di camera nonché direttore artistico della Real Fábrica de Tapices (Arazzi) di Santa Barbara, erano stati infatti commissionati dei cartoni per arazzi destinati ai Sitios Reales (le residenze reali). I successivi gradini della carriera avrebbero portato Goya a essere nominato pittore del re nel 1786 e primo pittore di camera (insieme a Mariano Salvador Maella) nel 1799. Il percorso espositivo intende raccontare la genesi della composizione di quei cartoni, caratterizzati da scene ricche di allegria e festa, ma anche di violenza e tristezza. In essi Goya ha riversato tutta la sua passione per la vita del genere umano, degli uomini così come delle donne, dei bambini come degli adulti, dei ricchi come dei più poveri e disgraziati.
Le numerose opere in mostra accompagnano i visitatori in un viaggio molto intenso, in cui gli organizzatori suggeriscono spesso un confronto diretto tra Goya e altri artisti, come per esempio David Tenier il Giovane e il grande Rubens. Alla lotta tra gatti in una dispensa di Paul de Vos risponde quella di Goya e ai giocatori di carte di un anonimo francese fa da contraltare i Soldati che giocano a carte del Nostro. Nella sezione dedicata alla musica e ai balli i pittori sono chiamati a esprimere il meglio della propria arte per trasmettere l’idea di festa. Ecco il già citato David Tenier il Giovane (Festa e banchetto), ecco Goya con il Ballo sulla riva del Manzanarre, la Danza di personaggi mitologici di Rubens, La mosca cieca ancora di Goya e Il Bolero di José Camarón Bonanat (notate il “fermo immagine” che blocca il ballerino in volo!).
L’originale espediente di una piccola apertura nella parete divisoria permette di sbirciare più avanti nel percorso. La scena che appare davanti agli occhi mette letteralmente i brividi: nel campo visivo si stagliano infatti i tre personaggi imbacuccati che occupano il centro della composizione de L’inverno o La nevicata, tela dipinta da Goya nel 1786. Nella Sala di Apollo campeggia su una parete la citazione di una lettera di Goya all’amico Martín Zapater in cui l’artista parla di un concerto di musica che si terrà quella sera stessa e che attirerà moltissima gente. È datata 23 giugno 1789. Meno di un mese dopo a Parigi il popolo si sarebbe sollevato assaltando la Bastiglia, innescando così la miccia della Rivoluzione Francese che avrebbe avuto conseguenze dirette anche sulla storia della Spagna e su quella personale di Goya.
Proprio in questa sala, al centro di sedute non proprio comodissime, sono posizionati alcuni tablet dotati di cuffie che permettono di ascoltare una selezione di brani musicali in voga all’epoca di Goya: per ogni sezione della mostra c’è una playlist adatta, da Haydin a Boccherini, senza trascurare la musica popolare. Il percorso si concentra poi sulla rappresentazione dei bambini e delle quattro stagioni, per concludersi con la conquista del cielo, grazie ai fratelli Montgolfier. Ma a Goya interessava soprattutto l’aspetto romantico della volta celeste.
Saul Stucchi
Didascalie:
Francisco de Goya
La nevicata o L’inverno (1786)
Olio su tela, 275 x 293 cm
Madrid, Museo Nacional del Prado
Le sale dell’esposizione
© Museo Nacional del Prado
GOYA EN MADRID
Fino al 3 maggio 2015
Orari: da lunedì a sabato 10.00 – 20.00; domenica e festivi 10.00 – 19.00
Biglietto: intero 14 €; ridotto 7 € (il biglietto consente la visita della collezione permanente e delle esposizioni temporanee, nel giorno di emissione)
Museo del Prado
Madrid
Info: www.museodelprado.es