Al termine della conferenza stampa Antonio Syxty si è premurato di chiedere ai giornalisti presenti nella Sala Cavallerizza del Teatro Litta la cortesia di non dedicare appena le ultime tre righe dei loro pezzi al calendario della nuova stagione, riservando il resto agli interventi degli ospiti. Lo accontentiamo parlando per prima cosa dei 12 Pezzi Facili selezionati per andare in cartellone dal prossimo novembre fino al luglio 2011, aggiungendo subito che in realtà c’è un tredicesimo spettacolo che va ad arricchire ulteriormente il già generoso programma del Litta: dal 7 al 9 gennaio andrà infatti in scena (fisicamente al Teatro CRT, in coproduzione appunto col Litta) Napoli diciotto carati di Antonio Skármeta per la regia di Giovanni Scacchetti. Il sipario della stagione si aprirà invece con La Locandiera di Goldoni, allestita dalla compagnia di Jurij Ferrini. Si tratta di una scelta tutt’altro che casuale e sta a indicare la volontà di puntare sui classici, oltre che sui giovani registi (secondo tema forte della nuova stagione).
Tra i “pezzi facili” si segnalano un paio di ritorni: Silvia Giulia Mendola riallestirà uno dei successi dell’edizione passata, Otto donne e un delitto (da metà dicembre a fine anno, con una replica speciale per il veglione), mentre a febbraio Gaetano Callegaro e Francesco Paolo Cosenza riporteranno in scena Il venditore di sigari di Amos Kamil, per la regia di Alberto Oliva (altro spettacolo salutato da un buon successo di pubblico e dal favore della critica).
Passando in rapida rassegna gli spettacoli Syxty ha tenuto a sottolineare l’aspetto artigianale delle singole opere, impugnando tanto di martello a rendere ancora più icastico il messaggio veicolato dalle nuove locandine. Lui stesso curerà la regia di Cruel + Tender (Tenero + crudele), uno spettacolo di Martin Crimp che si ispira e “riattualizza” le Trachinie di Sofocle: una vicenda di amore e guerra che si trasferisce dall’antica Grecia all’Africa moderna.
Assolto l’impegno, diciamo ora che Gaetano Callegaro, direttore artistico del Litta, ha introdotto la conferenza richiamando l’attenzione sul problema spinoso dei finanziamenti al teatro. “La stagione si preannuncia molto critica”, ha detto, prima di ringraziare le amministrazioni cittadina e provinciale per l’impegno che hanno preso di fare la propria parte. Ha ribadito con forza l’aspetto professionale e quello imprenditoriale dell’attività treatrale, attorno alla quale, appunto, lavorano professionisti, non “amatori”.
Da parte sua l’assessore Finazzer Flory ha preferito ampliare la prospettiva, precisando che l’attuale crisi riguarda l’economia, non la cultura. Ha poi spiegato che i finanziamenti spesso vengono utilizzati per opere di ristrutturazione o conservazione, a sostegno cioè del “mattone”, drenando così risorse per le iniziative “vive”. C’è stata qualche scintilla tra l’assessore e Callegaro, quando questi ha proposto che il settore della moda intervenga in modo più fattivo nel mondo del teatro, senza però avere la pretesa di una gestione diretta; idea che non ha convinto Finazzer Flory che ha ricordato le ricadute della crisi sul comparto della moda.
Di tagli alle entrate ha parlato anche l’assessore provinciale Maerna. “La crisi – ha detto – impone a tutti gli operatori di fare i conti e di riflettere su potenziali sinergie”. Ha riconosciuto il carattere di eccellenza del Teatro Litta e si è felicitato per il nuovo programma che riesce a coniugare classici e spettacoli di giovani (attori e registi) per giovani (ma non solo). A lui è caro il tema del policentrismo culturale che, insieme, all’allargamento di quel bene-culturale che è il teatro alle fasce più ampie della popolazione, può essere la ricetta giusta per uscire da questa crisi che pare non finire mai. Nell’attesa, viene da dire, guastiamoci questi 12 Pezzi Facili che in realtà saranno 13.
Saul Stucchi
Teatro Litta
Corso Magenta 24
Milano
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