
Si conclude con questa terza puntata il nostro servizio sulla mostra che Trento dedica ai Cavalieri delle steppe.
Dei Cimmeri parla anche Omero. Erano feroci cavalieri nomadi provvisti di spade, mazze in pietra e arco. Verso la fine del II millennio occupavano la regione a nord del Mar Nero, del Basso Don e del Caucaso settentrionale.
Rappresentarono la prima corrente migratoria da est a ovest. Nel 652 a.C. riuscirono a conquistare il Regno di Frigia e la cittadina di Sardi. La storia li vede sparire improvvisamente. Gli Sciti, una confederazione di gruppi tribali di origine iranica, scacciarono i Cimmeri dal Ponto nel VII secolo. Si spinsero fino in Egitto, dove il Faraone Psammetico li imbonì con ricchi doni. I kurgan, tumuli funerari delle steppe, rappresentano il loro potere principesco. Strinsero trattati coi Greci e addirittura li rifornirono di cereali grazie alla fertilità dei terreni steppici. Anche i Sarmati erano una confederazione di gruppi nomadi, tra cui gli Aorsi tra il Nero e il Caspio, i Rossolani tra il Don e il Dnepr, gli Iazigi nell’Ucraina occidentale, gli Alani nelle steppe europee. Presero il posto degli Sciti nel III sec. a. C. Erodoto ci tramanda che le donne sarmate andavano a caccia e vestivano abiti maschili, e non potevano sposarsi se non uccidevano prima un nemico (Le Storie, IV, 116).

La mitologia greca presenta le amazzoni come donne guerriere che si misurano con gli eroi ma che non vincono mai: per esempio, nella guerra di Troia, la regina Pentesilea, figlia di Ares, combatte a fianco dei Troiani. Leggendariamente la loro terra di origine non è lontana dal Mar Nero: l’Asia Minore, o la Tracia, oppure la Scizia o la Colchide. L’archeologia confermerebbe l’esistenza di donne che usavano le armi nelle terre orientali. Gli scavi hanno rinvenuto sepolture scite con corredo di armi appartenute a guerriere o regine. In alcune tombe femminili sono state rinvenute faretre in legno rivestite in cuoio corredate con punte di freccia in bronzo; di solito al polso sinistro delle guerriere (quello esposto dal tiro con l’arco) sono stati trovati amuleti con perle e denti di animali; inoltre queste donne sono state inumate con uno o più accompagnatori, di sesso maschile o femminile, in genere di giovane età. La ricchezza del corredo funebre fa pensare a delle principesse-arciere.
Il Castello del Buonconsiglio è stato dalla metà del XIII secolo sino al 1803 la residenza dei principi vescovi di Trento che lo hanno trasformato. Castelvecchio è il suo nucleo più antico. Il vescovo moravo Giorgio di Liechtenstein (1340-1419) convertì la roccaforte in residenza: collegò al complesso originario la Torre dell’Aquila e vi fece affrescare il Ciclo dei Mesi. Il principe vescovo Johannes Hilderbach (1465-1486) dotò il castello del cortile interno, dei loggiati sovrapposti e della polifora in stile gotico-veneziano. Bernardo Cles, tra il 1514 e il 1539, affiancò al corpo esistente il rinascimentale Magno Palazzo. Una successiva modifica venne effettuata nel tardo Seicento, quando il principe vescovo Francesco Alberto Poja (1677-1689) unì i corpi di Magno Palazzo e Castelvecchio con la Giunta Albertiana. Dal 1924 è sede museale, dapprima Nazionale e poi Museo Provinciale d’Arte. Fa parte di un ciclo di Collezioni cui fanno capo i castelli di Beseno, Stenico e Thun.
Cinzia Polino
Come arrivare a Trento
In treno: la linea ferroviaria è quella che passa per Verona e Padova, stazioni di cambio per Intercity ed Eurostar che divengono interregionali: da Verona a Trento ci si impiega meno di un’ora. Chi si presenta con il biglietto ferroviario (sola andata o A/R) ha diritto a uno sconto sull’ingresso alla Mostra. Info: www.trenitalia.it
In auto: Trento si trova lungo l’autostrada del Brennero A22; da Milano si giunge anche lungo la SS del Tonale e della Mendola.
Info mostra
La mostra Gli Ori delle steppe è aperta fino al 4 novembre 2007, dal martedì alla domenica con orario 10-18; chiuso il lunedì.
Il biglietto costa € 6
info@buonconsilgio.it
tel. 0461 233770
Il Castello del Buonconsiglio è aperto tutto l’anno da martedì a domenica, 9:30-17
informazioni@apt.trento.it
tel. 0461 216060
www.buonconsilgio.it
Gita ai Castelli
Oltre al Castello del Buonconsilgio si possono visitare:
Castel Beseno a Besenello (20 minuti di auto a sud di Trento): aperto tutto l’anno dalle 9.30 alle 17 (da giungo a settembre dalla 10 alle 18). La sua architettura risale all’epoca cinquecentesca e ha un chiaro aspetto difensivo, dovuto sia alla posizione strategicamente elevata, sia alla possente cerchia muraria.
Castel Stenico a (30 minuti di auto a sud ovest di Trento): aperto tutto l’anno dalle 9.30 alle 17 (da giungo a settembre dalla 10 alle 18).
Vi sono presenti diversi stili architettonici, dal romanico al rinascimentale. La sua antica cappella di San Marino è decorata con un importante ciclo di affreschi duecenteschi.
Castel Thun a Vigo di ton (30 minuti d’auto a nord ovest di Trento): per ora si possono visitare soltanto i giardini e il loggiato poiché è in restauro. La sua posizione domina la Val di Non e anche dall’esterno il castello mostra un’interessante struttura architettonica.