Con il passare del tempo ciascuno si costruisce nella mente la propria idea platonica di buen retiro. I più fortunati arrivano a concretizzarla, trasformando il sogno in realtà, pietra su pietra. Quello di Cesare Fiorio si chiama Masseria Camarda, si trova in Puglia, a Ceglie Messapica (Brindisi), e si avvicina moltissimo alla mia personale concezione di locus amoenus: uno spazio recintato (hortus conclusus lo chiamavano nel Medioevo) con poche unità abitative immerse nella natura e uno specchio d’acqua. E che specchio d’acqua! Una piccola piscina costruita senza cemento grazie a materiali modernissimi che si sposano perfettamente con l’ambiente circostante, in cui nuotare immersi in una nuvola di profumi, con tralci di vite letteralmente a portata di mano, attorniati da alberi di pere, fichi, ciliegie, albicocche… Il paradiso.
Il primo contatto con il padrone di casa non può che mettere soggezione. L’Ingegner Fiorio è parte della storia dello sport nazionale e quando lo si ascolta dal vivo, la sua voce rimanda immediatamente alle telecronache delle gare di Formula 1 di Zermiani e Poltronieri. Mentre fa strada verso il trullo che ci ospiterà, portando parte dei bagagli, è impossibile trovare il coraggio di confessargli che trent’anni fa, all’oratorio, io ero l’unico a tifare Senna, circondato da ferraristi, alcuni per scelta, molti per tradizione familiare. E che piacere era, allora, vedere un giovane Ayrton, sotto la pioggia, dare la paga a tutti pur guidando una macchina meno competitiva di quella dei campioni già affermati; e che dolore, invece, assistere agli sfottò dei tifosi italiani al Gran Premio di Monza, quando dovette ritirarsi dopo un testacoda (era il 1989).
Senna non c’è più, come è scomparsa l’Italia di venticinque anni fa. Almeno in gran parte. Ma una piccola porzione, a mio giudizio la migliore, si conserva con tenacia e sacrificio, senza recidere le radici della tradizione, ma senza neppure chiudere gli occhi davanti ai progressi della scienza e della tecnologia. Per esempio nel campo (è il caso di dire) dell’olivicoltura. L’Ingegnere mi ha raccontato la fatica fatta per convincere le persone che si occupano della raccolta delle olive a cambiare sistema, per adottarne uno più innovativo e selettivo, in modo da ottenere un olio più pregiato. Ora è orgoglioso del suo oro verde che vende nel negozietto della masseria, a pochi passi dal cuore della tenuta, dove sorge il piccolo museo che raccoglie memorabilia e trofei.
Il pezzo più scenografico ed emozionante non ha bisogno di presentazioni: è la scocca rossa della monoposto di Nigel Mansell, con il numero 27, che irradia un’attrazione irresistibile. Così lo sfioro con la punta delle dita appena rimango solo nella sala. Quanti ricordi! Ma niente in confronto a quelli che ha immagazzinato Fiorio in una vita di corse. Basta guardare le foto che ha scelto di esporre e fermarsi a sfogliare i libri sui tavolini. Uno mi ha colpito più degli altri. S’intitola Fiorio. L’uomo che attirò Senna alla Ferrari e porta la firma di Roberto Boccafogli. What if… cosa sarebbe successo se Senna fosse davvero approdato a Maranello? Ci penso a colazione, davanti a una ricca proposta di dolci, frutta e marmellate.
Le camere ricavate nei trulli sono uno spettacolo, il perfetto equilibrio tra essenzialità e cura, con le mangiatoie trasformate in nicchie e la calda pietra locale che invita a essere accarezzata. La luce e i colori sono quelli del Mediterraneo. Un buen retiro da sogno.
Saul Stucchi
MASSERIA CAMARDA
Via Turco Camarda 31
Ceglie Messapica (BR)
Tel. 0831.17 78 004
www.masseriacamarda.it