Sarà in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano fino all’11 novembre la commedia “La dama duende” (ovvero “La donna fantasma”) di Pedro Calderón de la Barca, allestita dalla madrilena Compañía Nacional de Teatro Clásico. La recita è in spagnolo con sovratitoli in italiano curati da Prescott Studio.
L’incontro al Piccolo
Ieri pomeriggio, prima della messinscena inaugurale si è tenuto nel Chiostro Nina Vinchi un incontro con la compagnia, moderato da Anna Piletti, coordinatrice della formazione del Piccolo Teatro. Sergi Rodríguez López-Ros, direttore dell’Instituto Cervantes di Milano che ha collaborato alla realizzazione dello spettacolo e agli eventi che gli fanno da corona, ha sottolineato il legame che unisce Calderón alla città, visitata al seguito del duca di Frías. Al drammaturgo è dedicata una via in centro, dietro il Duomo.
Piletti ha ricordato l’amore di Luca Ronconi per Calderón (“La vita è sogno” è stata la prima regia sotto il suo mandato). Avendo visto una parte delle prove ha potuto anticipare il riferimento alla Commedia dell’Arte, soprattutto nel ruolo – tutt’altro che secondario – dei servi.
La regista Helena Pimenta ha parlato dell’impegno della Compañía nello studio, nella salvaguardia e nella ricerca del teatro classico, in particolare quello del Siglo de Oro. Naturalmente Calderón è uno degli autori di riferimento. Noto soprattutto per le opere drammatiche, lavorare su una sua commedia è stata per lei un’esperienza molto interessante perché le ha permesso di apprezzarne appieno l’ambiguità e l’ironia. Il suo modo di fare commedia le ricorda molto quello dei Fratelli Marx. In un intreccio sempre più aggrovigliato tutti i personaggi imparano a superare le proprie paure.
Durante l’incontro Marta Poveda, l’attrice che sul palcoscenico interpreta la protagonista, ha detto che il punto di partenza è la solitudine di Doña Ángela. La sua unica arma è la manipolazione. Solo con l’inganno può sfuggire alla segregazione, alla casa-tomba in cui i fratelli l’hanno relegata. La sua vitalità trasmette la voglia di lottare a tutti quelli che le stanno attorno.
Lei cerca libertà e amore (l’amore non corrisposto è come morire!) e tutto quello che fa per ottenerli provoca una lunga serie di situazioni incredibili che a loro volta generano lo humor di cui è fatta la commedia. È un carosello di pazzia a cui alla fine partecipano tutti.
La commedia
Ma veniamo alla “Dama duende”. La protagonista è una giovane vedova che insieme al marito ha perso tutti i beni e ora vive reclusa in casa con i due fratelli, Don Juan e Don Luis. Questi ferisce in un duello Don Manuel, di cui Doña Ángela, la protagonista, si è innamorata a prima vista. La situazione, ingarbugliata già all’inizio, si complica ulteriormente quando Don Manuel, lievemente ferito, accetta l’ospitalità offertagli dal suo feritore.
Una credenza girevole è l’elemento fondamentale, letteralmente centrale, della bella scenografia curata da Esmeralda Díaz (da menzione anche i costumi di Gabriela Salaverri e il disegno delle luci di Juan Gómez Cornejo): funziona come porta segreta che mette in comunicazione due stanze e rende possibile l’apparizione di un fantasma… Angelo, demonio o donna? Tutte e tre le cose insieme, vien da pensare.
“Hacer prosa es como correr por la playa, y hacer verso es como correr en el agua”, ha detto Marta Poveda in un’intervista con il critico teatrale de El País, Marcos Ordóñez. Ed è vero quello che aggiunge subito dopo: all’inizio lo spettatore rimane disorientato, non essendo abituato al ritmo del verso.
Tuttavia il grande lavoro fatto dalla Compañía (a partire dalla trasposizione temporale a un’epoca a noi più vicina per arrivare agli interventi su lessico e sintassi) rende la commedia un meccanismo oliato alla perfezione, dove tutto scorre senza il minimo intoppo, tra sguardi, ammiccamenti, movimenti, tuffi e smorfie.
Gli attori interagiscono in completo affiatamento, dalla protagonista, l’affascinante e instancabile Marta Poveda, affiancata dalla brillante Cecilia Solaguren (nel ruolo di Isabel), agli uomini che le ruotano intorno: i fratelli impersonati da Joaquín Notario e David Boceta, e Rafa Castejón nel ruolo del tanto desiderato Don Manuel.
In una struttura da libro giallo in cui un enigma viene sciolto solo per dare vita a un altro, la carica erotica che muove i personaggi si sprigiona in schermaglie verbali e fisiche, con inserti musicali firmati dai grandi della lirica italiana (Donizetti, Bellini, Rossini e Verdi). Dice il “fantasma” a Don Manuel:
porque para con vos hoy
una enigma a ser me ofrezco;
que ni soy lo que parezco
ni parezco lo que soy.
E proprio come nella miglior tradizione del giallo: cherchez la femme! Pardon: ¡busquen a la dama duende!
Saul Stucchi
Dall’8 all’11 novembre 2018
La dama duende
- di Pedro Calderón de la Barca
- regia Helena Pimenta
- versione Álvaro Tato
- video a cura di Álvaro Luna
- maestro d’armi Jesús Esperanza
- consulente per la versione metrica Vicente Fuentes
- coreografia Nuria Castejón
- selezione e adattamento delle musiche Ignacio García
- costumi Gabriela Salaverri
- luci Juan Gómez Cornejo
- scene Esmeralda Díaz
- con (in ordine di apparizione) Rafa Castejón, Álvaro de Juan, Marta Poveda, David Boceta, Fernando Trujilo, Joaquín Notario, Nuria Gallardo, Cecilia Solaguren, Rosa Zaragoza
- produzione CNTC– Compañia Nacional de Teatro Clásico in collaborazione con Instituto Cervantes de Milán
Spettacolo in lingua spagnola con sovratitoli in italiano a cura di Prescott Studio
Orari: giovedì e sabato 19.30; venerdì 20.30; domenica 16.00
Biglietti: platea 40 €, balconata 32 €
Durata: 105 minuti senza intervallo
Piccolo Teatro Grassi
via Rovello 2
Milano
Informazioni: www.piccoloteatro.org