Non è soltanto per il numero di pezzi esposti – più di centosettanta – che la mostra “Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù” (visitabile da domani, sabato 8 ottobre 2022 fino al 19 febbraio 2023 al MUDEC – Museo delle Culture di Milano) è incredibile. Lo è soprattutto per la qualità e la varietà del materiale, arrivato in prestito dal Museo Larco di Lima. Ma di questi aspetti parlerò meglio nella recensione che pubblicherò nei prossimi giorni.
Qui intendo limitarmi a segnalare alcune curiosità che mi hanno colpito durante la visita di oggi riservata alla stampa e alcuni particolari sui quali sarebbe utile al visitatore informarsi prima di visitare l’esposizione, in modo da apprezzarla al meglio. Curiosità e particolari sono indicati qui sotto, senza alcuna volontà di ordine: né d’importanza, né di percorso espositivo.
- Centrale, per la mostra quanto per le culture andine, è la figura del capo Ai Apaec. I pannelli a corredo degli oggetti spiegano la storia dell’eroe mitologico, ma conoscerne almeno per sommi capi le leggende aiuta nella comprensione del percorso.
- Cosa sia la masturbazione tra esseri ancestrali lo esplicita chiaramente uno dei primi pezzi esposti. Si tratta di una bottiglia con becco a staffa in ceramica prodotta dalla cosiddetta Cultura Salinar nella Costa settentrionale del Perù in periodo compreso tra il 500 a.C. e il 300 d.C.
- Tra i pezzi che più mi hanno incuriosito devo menzionare il propulsore cerimoniale per lance del cacciatore, realizzato in oro, legno e sodalite da un artigiano della Cultura Moche. A prima vista l’ho scambiato per l’archetto di un violino.
- Un’altra bottiglia con becco a staffa, anch’essa assegnata alla Cultura Moche, rappresenta un serpente anfisbena a due teste. Pur avendo fatto il liceo classico non sapevo che il termine anfisbena sta a indicare un serpente mitologico con una testa a entrambe le sue estremità.
- Ignoravo anche che le popolazioni andine usassero fischietti durante le loro cerimonie. Ne sono esposti un paio: uno è in oro e turchese e rappresenta un guerriero, l’altro – meno prezioso – è in rame dorato e turchese. Raffigura un musicista con un antara, ovvero il flauto andino.
- Che gli oggetti possano prendere vita e muoversi autonomamente non è un’idea originale di Walt Disney. Anche in questo caso è una bottiglia con becco a staffa (sempre Moche) a stupire: è decorata con una scena di ribellione degli oggetti. Recita la didascalia: “Il dio Civetta comanda un gruppo di randelli, fionde e scudi e la dea Luna è a capo di un gruppo di animati telai, aghi da calza, avvolgimatasse, aghi, spilli e matasse”. Ci manca solo la musica di Fantasia (The Sorcerer’s Apprentice) come sottofondo…
- Nell’ultima teca compare due volte la scritta “Lega di rane”: non è un misterioso metallo conosciuto soltanto dagli Inca, bensì umanissimi refusi (“Chi di refuso ferisce, di refuso perisce”: attento, giornalista!). Nella prima occorrenza, addirittura, il rame diventa ramo.
Piccoli refusi a parte, la mostra è incredibile e soprattutto imperdibile. Tornerò presto a parlarne. E spero a visitarla ancora.
Saul Stucchi
Didascalia:
Copricapo frontale con felini e condor
Foglia d’oro, 18 carati
Cultura Moche (100 – 800 d.C.)
Costa settentrionale
Museo Larco, Lima, Perù
Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù
Dall’8 ottobre 2022 al 19 febbraio 2023
MUDEC Museo delle Culture
Via Tortona 56
Milano
Informazioni: