Ieri, 12 novembre, è stato presentato alla Biblioteca Braidense di Milano un codice della prima metà del XV secolo noto come Cronaca Crespi, miniato da Leonardo da Besozzo. Il libro è stato acquistato dallo Stato italiano per la cifra di un milione di euro con trattativa privata tramite la casa d’aste Sotheby’s.
Il direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense, Angelo Crespi (nessuna parentela con la famiglia che ha dato il nome al codice), ha ricordato il forte legame di questa con Brera e la Braidense, sottolineando l’importanza dell’investimento effettuato dallo Stato per ampliare il patrimonio culturale e artistico e renderlo fruibile al pubblico, anche se in questo caso specifico, viste le caratteristiche del volume, le modalità della fruibilità sono tutte da studiare.
Il direttore si auspica che il codice intraprenda un giro internazionale per farsi conoscere e al contempo promuovere la Grande Brera, al termine del quale – magari – si potrebbe organizzare una mostra a Milano.
Un codice straordinario
Alla dottoressa Cristina Quattrini, storica dell’arte della Pinacoteca di Brera, è spettato il compito di presentare nei dettagli la Cronaca Crespi, un “codice leggendario” ed eccezionale per tanti motivi, a cominciare dall’ottimo stato di conservazione (solo alcune pagine presentano sui margini segni di umidità).
Originale è anche la tipologia del codice, legato a Milano da stretti legami e dalle vicende collezionistiche che ne hanno segnato la storia. Il punto fermo l’ha messo ora lo Stato, acquisendolo al patrimonio nazionale. La dottoressa Quattrini si è soffermata sulle figure dei fratelli Benigno e Cristoforo Benigno Crespi (notando che la parziale omonimia non aiuta a distinguerli…), il secondo dei quali è stato il fondatore del villaggio operaio di Crespi d’Adda.
Storia in sei capitoli
Prima di passare nella Sala Teresiana, dove i bibliotecari della Braidense hanno squadernato il codice davanti agli occhi ammirati dei giornalisti, la dottoressa Claudia Daniotti di Oxford [nota], ha raccontato come è approdata allo studio del codice. Galeotta fu una ricerca sull’iconografia di Alessandro Magno. Il conquistatore macedone è tra i protagonisti della lunga teoria di personaggi miniati da Leonardo da Besozzo.
La storia dell’umanità è riepilogata in sei tappe attraverso la presentazione di circa trecento personaggi riferibili alla mitologia greco-romana, alla storia antica e alla genealogia biblica.
La periodizzazione delle sei età dell’uomo è così articolata:
- dalla Creazione
- dal Diluvio
- da Abramo
- da Davide alla cattività babilonese
- dalla cattività babilonese alla nascita di Cristo
- dalla nascita di Cristo in poi
Sfogliando il codice il lettore si vede passare davanti centinaia di uomini e donne, da Adamo a Tamerlano. La morte del condottiero mongolo, avvenuta nel 1405, è il termine post quem per la realizzazione del volume.
La datazione oscilla tra 1433 e 1436: nel 1433 Masolino da Panicale eseguì gli affreschi del palazzo romano del cardinale Giordano Orsini (più precisamente per la Sala Theatri). Quegli affreschi – di cui le miniature del codice sarebbero una copia diretta – andarono distrutti appena mezzo secolo dopo durante uno dei frequenti scontri che contrapponevano le famiglie nobili romane.
Ogni singola figura andrebbe studiata con attenzione e così le rappresentazioni delle città, come Roma, Troia (in cui si distingue una cupola che sembra richiamare quella del Brunelleschi a Firenze) e Cartagine.
Speriamo di poter ammirare di nuovo il codice della Cronaca Crespi in tempi (relativamente) brevi!
Saul Stucchi
Nota: la dottoressa Daniotti è Senior Tutor del Middlebury-CMRS Oxford Humanities program e Research Associate al Keble College di Oxford.