Dal 19 al 31 marzo la Sala Cavallerizza del Teatro Litta – Manifatture Teatrali Milanesi ospita lo spettacolo “Conversazione con la morte” di Giovanni Testori, per la regia di Mino Manni. Interprete Gaetano Callegaro.

Si tratta del secondo pannello di un dittico che Manni e Marta Ossoli (qui assistente alla regia, nella recente riproposta di Cleopatràs smagliante interprete) hanno dedicato a Testori. Tra parentesi: i due si sono conosciuti grazie a un’altra Cleopatra, quella di Shakespeare, nell’allestimento di “Antonio e Cleopatra” al Teatro Licinium di Erba, per la regia di John Pascoe (era il 2012).
Manni ha operato dei tagli al testo originale di “Conversazione con la morte” e non deve essere stata operazione facile, vista la sobrietà, l’estrema essenzialità del monologo testoriano che lo stesso autore aveva portato in scena al Teatro Pierlombardo di Milano nel fatidico 1978. Fatidico per lui, che perse la madre, e per l’Italia, che perse l’innocenza che non aveva mai avuto…
Così, se non mi sbaglio, una sola volta viene pronunciato l’aggettivo “illimite”, uno dei termini che costituiscono l’ossatura del testo. Fa capolino proprio alla fine. E non casualmente…
Altre sono le parole che ricorrono con più frequenza, anch’esse centrali. Su tutte pietà, carità e morte. Sorella Morte, verrebbe da chiamarla con San Francesco. La cagna della gioventù è diventata la tenera capretta della vecchiaia. Non fa più paura. Anzi: docile e mansueta, si fa accarezzare.

Callegaro è attento a non scivolare nel patetismo, fedele alla misura di Testori che cammina in punta di piedi, seminando con parsimonia parole tra pudori e silenzi. Ma non lesina emozioni, nel girotondo coi bambini, nell’abbraccio estremo alla madre, nel ricordo dell’amata.
Il lavoro di ricucitura di Manni mette in primo piano i tre momenti salienti, le tre tappe fondamentali del viaggio terrestre dell’autore: il lavoro nel teatro, il primo amore, la morte della cara mamma. Emergono come cime illuminate dalla luce della Verità, adesso, in limine mortis, quando ormai “siamo arrivati alla fine della nostra grande / bellissima giornata”.
Non distrae più lo sgocciolio delle tubature nel triste sottoscala. Lontano – ma non spento! – è il ricordo delle amate assi del palcoscenico.
“Gli eroi eran crollati giù, d’un colpo,
sulle assi, dietro le quinte:
Amleto, Sigismondo, Otello…
Cos’erano più?
Povere carcasse, burattini,
frammenti di costumi,
corone di latta e di pietre finte,
fossero pur state vere…”
Il teatro sarebbe rimasto vivo ancora per anni nella vita di Testori, che si prolunga – palpitante e provocatoria – nel teatro di oggi. Anche grazie a interpretazioni come questa “Conversazione con la morte” di cui dobbiamo rendere grazie a Mino Manni e a Gaetano Callegaro.
Saul Stucchi
Dal 19 al 31 marzo 2019
CONVERSAZIONE CON LA MORTE
di Giovanni Testori
con Gaetano Callegaro
Regia di Mino Manni
Assistente alla regia Marta Ossoli
Disegno luci Fulvio Melli
durata dello spettacolo: 70 minuti
Orari: da martedì a domenica 19.30
Biglietti: intero 16 €; ridotto 12 €
MTM Sala Cavallerizza
Corso Magenta 24
Milano
Informazioni:
www.mtmteatro.it