La Sala della Passione della Pinacoteca di Brera, a Milano, ha ospitato ieri sera l’attesa presentazione dell’ancor più attesa mostra che Castelfranco Veneto dedica al suo concittadino più illustre in occasione del quinto centenario della morte.
Il pittore Giorgione si spegneva infatti – a Venezia, però – nel 1510 poco più che trentenne. Davanti a un folto pubblico di giornalisti il sindaco della cittadina veneta ha ricordato il percorso che ha anticipato e portato all’organizzazione dell’evento.
Gli amministratori coinvolti in questo ambizioso – e assai costoso – progetto hanno insistito sulla parola “sfida”, sottolineando l’importanza dell’opportunità per Castelfranco in particolare, ma più in generale per tutto il Veneto, costituita dalla mostra che sarà anche un’occasione per studiare a fondo la complessa opera di Giorgione e la sua enigmatica biografia.
L’obiettivo è quello di togliere almeno qualcuno dei tanti veli che in questi cinquecento anni hanno coperto l’arte del geniale Zorzi.

Gli interventi sono stati intervallati da intensi momenti musicali, poi la parola è passata agli studiosi che si sono addentrati nei particolari della mostra. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, ha evocato i colori e i suoni di Giorgione che ancora oggi si possono ammirare e ascoltare in quella che ai tempi della Serenissima era chiamata la Marca Zoiosa. Nel video pubblicato qui sotto il professore parla della celebre Tempesta giorgionesca, prestata dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Il professor Lionello Puppi dell’Università Cà Foscari di Venezia ha sintetizzato lo stato della questione riguardante la biografia del pittore. Ai pochi particolari forniti dal Vasari si possono aggiungere alcune notizie recuperate da atti notarili ritrovati dopo lunghe ricerche d’archivio.
Pare ormai assodata l’appartenenza del pittore alla famiglia dei Barbarella, i cui discendenti, in occasione della peste del 1630, resero omaggio con una lapide all’illustre avo.
Una data fondamentale è il 1498, anno in cui Giorgione risulta imprigionato a Venezia, appena dodicenne. Puppi ritiene che il motivo della custodia cautelativa fosse l’intraprendenza del giovinetto che si era già messo in proprio per vendere opere di sua mano, contravvenendo alle rigide norme che nella Repubblica regolavano il lavoro delle corporazioni.
La madre dovette vendere dei terreni per toglierlo di prigione. Nel 1500 Giorgione lasciò definitivamente Castelfranco per Venezia, dove morirà di peste, probabilmente contagiato da una cortigiana con cui intratteneva una storia d’amore.

Infine il professor Enrico Maria Dal Pozzolo dell’Università degli Studi di Verona ha illustrato il percorso espositivo, soffermandosi sulle sezioni che costituiranno l’ossatura della mostra, dall’introduzione documentaria all’eredità giorgionesca, passando per la ritrattistica e le opere più celebri.
Il percorso si chiuderà naturalmente nel Duomo cittadino che ospita la splendida pala della Madonna con il Bambino tra San Francesco e San Nicasio. Le ultime parole sono state per il catalogo (edito da Skira) che raccoglie saggi di altissimo livello destinati a diventare punti di riferimento delle future ricerche su Giorgione.
Saul Stucchi
Didascalie:
Giorgione
Le tre età dell’uomo
Olio su tela; cm 62×78
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina
Giorgione
Madonna col Bambino
Olio su tela; cm 44×36,5
San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage