Rimarrà aperta fino al prossimo 21 luglio a Bruges la mostra dedicata a Carlo il Temerario e allo splendore della corte di Borgogna, arrivata nelle Fiandre dopo aver fatto tappa a Berna. Non casuali le sedi dell’esposizione: la capitale della Confederazione Elvetica ha voluto infatti celebrare la propria resistenza vittoriosa contro il nemico più agguerrito che ne aveva messo in pericolo l’esistenza, mentre Bruges rende omaggio al duca che aveva progettato per essa un futuro imperiale e di cui custodisce le spoglie.
Tema della mostra è dunque un sogno o un incubo, a seconda della prospettiva, come variabile di segno era il valore dei soprannomi affibbiatigli dai contemporanei: Audace per gli estimatori e Terribile per i detrattori. L’ambizioso disegno ideato da Carlo era la fondazione di un impero tra il Mare del Nord e il Mediterraneo, incuneato tra i Franchi e i Germani e poggiato sui due pilastri di Digione e Bruges. Nella prima era nato nel 1433, ma era cresciuto nelle Fiandre dove era stato condotto ancora piccolo.
Il sogno di Carlo era per la Confederazione Elvetica un incubo da vanificare a tutti i costi e alla fine gli Svizzeri riuscirono ad avere la meglio. A Carlo l’ambizione costò la vita che perse sul campo di battaglia di Nancy nel 1477. Per decine di anni aveva combattuto una battaglia dietro l’altra nel tentativo di realizzare il suo piano, ma sarebbe riduttivo e sbagliato considerarlo soltanto un duca guerriero. Il suo ritratto si fa più preciso soltanto riconoscendone la fine accortezza politica e la grande generosità come mecenate (uno dei meriti degli organizzatori è quello di aver messo in rilievo la sua passione per i classici, particolare che da solo basterebbe ad arricchirne il profilo, spesso appiattito sull’aspetto militare).
Le opere in mostra, circa 250, raccontano per prima cosa lo sfarzo della corte di Borgogna, la cui raffinatezza a quell’epoca non aveva rivali in Europa, anche se era priva di una sede fissa. Proprio per questa ragione mobili e oggetti d’arte dovevano aggiungere la dote della facilità di trasporto alla raffinatezza e al lusso. Ecco spiegata la predilezione per gli arazzi che avevano il vantaggio di poter essere facilmente staccati dalle pareti del castello che al momento ospitava il duca, per essere arrotolati e trasportati nella sede successiva.
Al tempo di Carlo la corte accoglieva artisti del calibro di Jan van Eyck, Rogier van der Weyden e Hans Memling, il cui Trittico Moreel, dal nome della famiglia del committente, è una delle opere più significative tra quelle esposte in mostra (anche se è “di casa” al museo Groeninge): viene considerato infatti dagli storici dell’arte il più antico ritratto di famiglia della tradizione fiamminga.
Il percorso si snoda tra codici miniati, ricami in seta, gioielli, armature (le più belle furono realizzate a Milano, allora “capitale” indiscussa in questo particolare settore manifatturiero), ma viene riservato uno spazio anche alla musica, nella quale si distinsero soprattutto Guillaume Dufay e Gilles Binchois.
Saul Stucchi
Informazioni
Carlo il Temerario.
Lo splendore di Borgogna
Groeningemuseum
Dijver 12
Bruges (Belgio)
Bruggemuseum-Onthaalkerk Onze-Lieve-Vrouw
Mariastraat
Bruges (Belgio)
Dal 27 marzo al 21 luglio 2009
Orari: 9.30-17.00; chiuso il lunedì
Biglietto: intero 9,00 €
Didascalie:
Anonimo
Ritratto di Carlo il Temerario (part.)
Kunsthistorisches Museum Wien, Gemäldegalerie
© Kunsthistorisches Museum Wien
Hans Memling
Trittico Moreel
1484, olio su tavola
Groeningemuseum – Brugge
© Musea Brugge/Groeningemuseum