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Voi siete qui: Storia » A Madrid pulsa il cuore del Mediterraneo greco-latino. Ancora per poco

22 Dicembre 2014 Scritto da Saul Stucchi

A Madrid pulsa il cuore del Mediterraneo greco-latino. Ancora per poco

È possibile raccontare un universo ricco e complesso come il Mediterraneo greco-latino con poco più di centocinquanta manufatti? No, certo che no. Ma la mostra allestita al Caixa Forum di Madrid, intitolata Mediterraneo. Dal mito alla ragione (aperta ancora per pochi giorni: fino al 5 gennaio 2015), ha il merito di tentare un’impresa insieme ardita e splendida, proprio come il viaggio di Ulisse a cui apertamente si ispira.
Mediterraneo_Madrid_1Il percorso si apre con la mitologia, prendendo in esame alcuni dei miti fondanti della cultura europea, ovvero quelli di Giasone, Eracle e Ulisse. L’allestimento in “total white”, molto luminoso, concede tutta l’attenzione ai pezzi esposti, gioielli, vasi, lacerti di affreschi pompeiani, bronzetti e sculture come la splendida Testa di Eracle tipo epitrapezios, in prestito da Palazzo Massimo a Roma, che calamita l’attenzione del visitatore non appena questi varca la soglia. Simbolo dell’anima greca, l’eroe è il protagonista di una sotto-sezione che ospita vasi e sculture dedicati alle sue celebri fatiche.
Ma meritano un’attenta osservazione anche il cratere con la raffigurazione, su un lato, del mito di Giasone alla conquista del Vello d’oro insieme agli Argonauti: dipinto dal cosiddetto Pittore di Bologna, rappresenta un unicum nella ceramografia attica per la complessità e il numero di figure. I pezzi esposti a pochi passi di distanza raccontano invece in breve il mito di Ulisse e come quello dell’inquieto re di Itaca, il nostro sguardo vaga per la sala e si spinge in quelle successive, attraverso le aperture che regalano visuali molto suggestive.
Mediterraneo_Madrid_2Dalla mitologia si passa agli spettacoli drammatici ad Atene, alla commedia fliacica che finì col sostituire il dramma satiresco, e all’uso politico degli dei (nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire). Il sincretismo religioso, spesso presentato troppo sbrigativamente come prova della convivenza pacifica di comunità con culture e tradizioni differenti, era in realtà il risultato di un’abile politica che mirava a smorzare gli attriti nelle città cosmopolite dell’età ellenistica. Serapide era la nuova divinità ecumenica in grado di attrarre fedeli di tutte le etnie, accolta però con scarso fervore dagli Egizi che avevano già un ricchissimo pantheon fatto su misura delle proprie esigenze religiose.

La religione lascia il passo alla filosofia e i pezzi esposti illustrano la storia dell’Accademia platonica, accennando ai pericoli a cui andavano incontro i professionisti del libero pensiero. Socrate è il caso più celebre di pensatore condannato a morte, ma non fu certamente l’unico a subire la violenza della polis o del tiranno di turno. Lo spazio comune e la città dialogante sono al centro della sezione successiva, in cui vasi e sculture sono stati selezionati per raccontare il ruolo della parola ma anche per dare spazio agli esclusi, a cominciare dalle donne (rappresentate nello spazio chiuso del gineceo intente a preparare le nozze o a suonare) e dagli schiavi. Un altro luogo di dibattito era il simposio e qui i vasi recano raffigurazioni di momenti conviviali, mentre la citazione da una commedia di Eubulo, riprodotta su una parete, invita alla moderazione: quando è finito il terzo cratere, gli uomini assennati se ne tornano a casa perché i successivi portano schiamazzi, violenze e perdita dei sensi.

Mediterraneo_Madrid_3Tutto quel vino deve aver avuto un ruolo nella ricerca della natura dell’anima! Il percorso si concentra ora sull’incontro tra Eros e Psiche e sul tema del desiderio nella filosofia platonica. Più che dalle stele funerarie, l’attenzione viene attirata dalla piccola “larva convivialis”, il bronzetto di scheletro che nei banchetti fungeva da memento mori, non per amareggiare i convitati, ma anzi per invitarli al piacere, rendendoli consapevoli della fugacità della vita. La parte finale è dedicata ai nuovi dei redentori, come Sabazio, Arpocrate, Iside, Attide e Mitra, ma l’epilogo non poteva che essere riservato a lui, Ulisse. Il fregio di un coperchio di sarcofago prestato dal Museo delle Terme di Diocleziano a Roma lo raffigura alle prese con le Sirene. I primi cristiani vedevano nell’albero della nave a cui si faceva legare l’eroe la croce a cui il fedele deve aggrapparsi per resistere alle tentazioni e agli urti della vita.

Questo Mediterraneo l’abbiamo studiato a scuola e fa parte del nostro DNA. Ma è comunque bello questo “ripasso” di 165 pezzi selezionati con cura e disposti con maestria.
Saul Stucchi

– Due immagini dell’allestimento.
– L’Accademia di Platone (110-80 a.C.)
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
© Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei

MEDITERRANEO. Dal mito alla ragione
Fino al 5 gennaio 2015

CaixaForum Madrid
Paseo del Prado 36
Madrid

Orari: da lunedì a domenica 10.00-20.00
Biglietto: 4 €


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