“Vorrei arrivare a dire tutto con una linea”. A introdurre la splendida mostra Hugo Pratt. I luoghi dell’avventura, in corso fino al 2 ottobre al Museo d’Arte di Lugano è questo desiderio dell’artista, riportato sulla parete della prima sala, accanto a un disegno con una linea dell’orizzonte che coincide con il profilo di una duna, dietro cui stanno sparendo due personaggi che in primo piano hanno lasciato le proprie impronte sulla sabbia: una storia e un viaggio raccontati con pochi tratti.
Per tutto il percorso espositivo vedremo affiancati disegni e acquerelli di Pratt a fotografie, a colori o in bianco e nero, di Marco D’Anna, fotografo svizzero che per anni (esattamente dal 2004 al 2010) ha viaggiato per il mondo sulle orme di Corto Maltese in compagnia dello scrittore Marco Steiner che ha curato i testi della mostra. Una delle immagini più belle l’ha scattata a Gibuti e raffigura l’incrocio tra due vie, con un’enorme pozzanghera a riflettere l’edificio davanti al quale stanno sedute due donne; a poca distanza sono esposte le foto di altri luoghi dell’Africa: Harar, il Lago Ashangi, Lalibela, insieme ad acquerelli delle Etiopiche di Pratt.
Ma prima di intraprendere questo viaggio che correrà su un binario doppio, è bene rileggere l’avventura più straordinaria di tutte: la vita stessa di Pratt. Il pannello con la biografia parla della nascita a Rimini nel 1927, dell’infanzia a Venezia “in un ambiente familiare cosmopolita. Il nonno paterno, Joseph, è di origini inglesi, quello materno è ebreo marrano, la nonna è di origine turca”; della giovinezza in Africa al seguito del padre militare di carriera: da qui la sua conoscenza di eserciti, uniformi, battaglie, schieramenti e tradimenti… e l’interesse per i cappelli! Sono rare, infatti, le figure di uomini e donne che non indossino un copricapo. Le tavole sono un catalogo di berretti, elmi, caschi, fez, baschi, pagliette da gondoliere, parrucche per i giudici e gli avvocati, maschere veneziane, foulard, fasce per il trasporto di masserizie…
È la cura per i dettagli a fare delle storie di Corto Maltese un’enciclopedia illustrata. Su una parete che dà sul lago è appeso il portfolio di 12 serigrafie della serie Tango (1972). Tutti particolari da ammirare: gli sguardi dei due ballerini, le scarpe, i gemelli sul polsino, la giarrettiera del reggicalze, le labbra rosso fuoco. Nella sala successiva è esposto il portfolio BBR…British (1967) con gli elementi della divisa di una guardia e più avanti quello intitolato Flamenco. Sono davvero belle queste serie che isolano ed esaltano i particolari, a somma gioia dei feticisti (ovvero di tutti gli appassionati della cosiddetta nona arte, il fumetto). In una teca è invece esposto l’acquerello El Giza del 1989, dai colori caldi che invitano a viaggiare nella terra dei faraoni, sulle orme di Corto, mentre le foto di D’Anna raccontano ma soprattutto lasciano raccontare i frammenti di mondo che incorniciano; guardate per esempio gli affreschi della chiesa di Debre Sina a Gorgora con le scene della decapitazione del Battista: sembrano essi stessi delle strisce, a cui mancano solo i fumetti. Nella foto del ristorante lungo la strada verso Debre Tabor, un uscio aperto lascia filtrare sufficiente luce per mostrare un poster della Gioconda affisso alla parete! I suoi scatti ci portano a Samoa, sulla Rocca di Gibilterra, a Cordoba e Tarifa, sulla spiaggia di Bononia e tra gli ebrei ortodossi. Ma “il viaggio, il vero viaggio, non è rappresentato dall’effettivo raggiungimento del luogo, in realtà non c’è alcuna vera meta, il racconto è racchiuso tutto nel percorso, nel cambiamento, nell’esperienza acquisita lungo quella strada, anzi quella liquida, instabile, rotta”, è la calzante citazione di Marco Steiner che può essere presa a cifra di tutta la mostra.
Il catalogo stesso è insieme guida e portolano, album e diario, scrigno di tesori e registro di viaggiatori, celebri e meno noti, come la pittrice ed entomologa Maria Sibylla Merian che realizzò le Metamorfosi degli insetti del Suriname, definito dai naturalisti “la più bella opera mai dipinta in America” o il tedesco Georg Forster che prese parte col padre alla seconda spedizione di James Cook. Ma bastano poche righe per descrivere viaggi di migliaia di chilometri, come Pratt riusciva in pochi tratti a creare una città, un porto, un deserto. “Ci sono settemila chilometri tra Mosca e Pechino, cinquemila di Siberia, mille di Mongolia e mille di Cina, eppure il frate minore Giovanni da Pian del Carpine, inviato dal papa Innocenzo IV, arrivò a cavallo fino alla corte di Guyuk, il Gran Khan erede di Gengis, partendo dalla Francia nel 1245”.
Il percorso comprende anche alcuni video, trasmessi senza interruzione, tra cui un’intervista a Pratt di Vincenzo Mollica e un filmato a cura di D’Anna e Steiner sulla Favola di Venezia. È un vero peccato che manchino divanetti o panche su cui soffermarsi in estasi ad ammirare le linee e i colori e lasciarsi portar via dal vento della fantasia (magari sulle note dei brani contenuti nella raccolta di tre 3 CD Note di Viaggio. Le musiche di Corto Maltese, edito da Rizzoli-Lizard).
Il viaggio si chiude con l’omaggio di Pratt alla Svizzera: ecco Corto Maltese a spasso per tutti i cantoni (…et in Helvetia Corto), ciascuno col proprio stemma e le proprie bellezze, naturalmente in costume tradizionale.
Saul Stucchi
HUGO PRATT
I luoghi dell’avventura
Fino al 2 ottobre 2011
Orari: dal martedì alla domenica 10.00-18.00; venerdì fino alle 21.00
Lunedì chiuso
Villa Malpensata
Riva Caccia 5
Lugano (Svizzera)
Biglietto: intero 12 CHF; ridotto 8 CHF
Informazioni:
www.mdam.ch
CATALOGO:
HUGO PRATT
I luoghi dell’avventura
Opere di Hugo Pratt – Foto di Marco D’Anna – Testi di Marco Steiner
Rizzoli – Lizard
Brossura con alette
22 x 28 cm
pp. 240 a col.
€ 35,00
Didascalie:
Marco D’Anna
Lago Ashangi, Etiopia, 2004
(c) Marco D’Anna
Hugo Pratt
Corto Maltese
Una ballata del mare salato
Acquarello e matita 40x65cm (1976)
© Cong SA
El Giza
Acquarello cm 30×35 (1989)
© Cong SA
Tessin
… et in Helvetia Corto, portfolio
Acquarello e china cm 36×48 (1991)
© Cong SA