Miei fedeli lettori, non lasciatevi ingannare dal titolo italiano Zombie contro zombie (One Cut of the Dead, 2017). È vero che il genere è quello horror, ma è anche vero che lo stesso film avrebbe potuto meritare un’altra ambientazione. Perché ciò che conta, in questa pellicola, è l’idea geniale di Shin’ichirō Ueda di mostrarci non solo una storia, ma anche tutto quello che sta dietro al lavoro cinematografico.
Se andiamo all’originale giapponese (“Kamera o tomeru na!”, che, tradotto letteralmente, suona come: “Non fermare la cinepresa!”), riesce un po’ più comprensibile il gioco del regista.
“- Questo sì che è cinema!- -Sei pazzo!- -Il vero cinema- -No- -Guardate! Non c’è finzione. Niente bugie. Questa è la realtà!-“
Potrei scomodare almeno un paio di illustri predecessori (François Truffaut di Effetto notte o Rainer Werner Fassbinder di Attenzione alla puttana santa), il risultato sarebbe sempre quello: il cosiddetto metacinema, ossia mostrare al pubblico il meccanismo che precede il risultato finale.

Dunque, la trama è piuttosto esile: dei ragazzi con pochi mezzi (proprio come avviene in realtà per Shin’ichirō e company) dovrebbero girare un film sugli zombie. Peccato che poi gli zombie, quelli veri, arrivino davvero. Ma la grandezza della pellicola sta nel titolo (giapponese): non fermate mai la cinepresa! Girate, senza nessuna interruzione!
“Continuiamo a girare! Qualunque cosa accada!”
E accade di tutto, ma non starò a spoilerare: dico solo che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, la storia scivola su una china più divertente che terrificante. È anche, a voler approfondire, una metafora del cinema indipendente tout court, laddove, alla mancanza di mezzi, sopperiscono l’inventiva, l’entusiasmo o fors’anche la follia.
Non tralascio, però, i pregi tecnici. Zombie contro zombie presenta continui colpi di scena, invenzioni registiche e un montaggio lodevole: tutto merito del geniale regista giapponese.
È rimasta famosa la prima parte della pellicola: un lunghissimo piano sequenza [vedi Professione reporter di Antonioni o Delicatessen di Jeunet e Caro] di 35 minuti circa che apre la storia.
“- Stai guardando in faccia la morte: sei davvero spaventata?- – Sì, come se…- – Non come se. Dovrebbe venirti naturale!-“
E, quest’ultimo dialogo mi porta a riflettere su un aspetto ancora più profondo: cos’è vero?/cos’è falso? Un dilemma esistenziale esasperato nell’arte cinematografica. Basta riflettere un attimo sugli attori del film, costretti a interpretare almeno un doppio (se non triplo) ruolo: la parte nella pellicola, ma anche la parte di se stessi fuori dal set.
“Vuoi sapere perché sembri così falsa? Perché la tua stessa vita è totalmente falsa. Non sai dire altro che bugie! Perché non ti togli quella maschera infestata di bugie?”
Il regista
Zombie contro zombie è l’opera più importante di Shin’ichirō Ueda. Oltre che regista, è anche soggettista e montatore (come nel caso del film di cui sto parlando).
Nasce nel 1984 nella prefettura di Kyoto, in una zona di campagna, nella quale il cinema più vicino è a più di un’ora di distanza. Soddisfa, fin da bambino la sua sete per la Settima arte grazie al locale negozio di videocassette. Quando poi il padre diventa cinepresista, Ueda comincia a lavorare a proprie creazioni. Poco più che ventenne si trasferisce a Tokyo in autostop.
Nel 2009, finalmente, fonda il gruppo di produzione Panpokopina e realizza una serie di corti. Dopo il successo planetario di One Cut of the Dead gira – tra gli altri – Popran (2020) e Angry Squad (2024).
Note e curiosità
Accennavo poco fa al successo di One Cut of the Dead. Si tratta di una storia già sentita: La notte dei morti viventi di George A. Romero o Clerks di Kevin Smith; come loro, anche Shin’ichirō Ueda ha investito per il suo progetto 25.000 dollari e ha incassato 27 milioni finora solo in Giappone.
Inizialmente il film viene programmato in piccoli teatri e cinema, ma, dopo il successo (e relativo premio) al Far East Film Festival di Udine nel 2018, è partita un’ascesa vertiginosa in tutto il mondo, con grandi incassi e molti riconoscimenti.
Nel 2022 è stato realizzato un remake francese, Cut! Zombi contro zombi scritto e diretto da Michael Hazanavicius.
Durante il periodo di quarantena per il Covid-19, Ueda ha di nuovo contattato gli attori per realizzare il cortometraggio One Cut of the Dead Mission: Remote. Ognuno ha registrato la propria parte senza doversi incontrare con gli altri. È stato pubblicato su YouTube nel 2020.
L S D
Zombie contro zombie – One Cut of the Dead
- Regia: Shin’ichirō Ueda
- Soggetto: Shin’ichirō Ueda
- Sceneggiatura: Shin’ichirō Ueda
- Interpreti: