Quello che più mi ha colpito di Casablanca di Michael Curtiz è la sua genesi. In Europa siamo nel pieno della Seconda guerra mondiale, ma gli USA non hanno ancora deciso se parteciparvi. Il presidente americano Franklin Delano Roosevelt vorrebbe l’intervento del suo Paese contro Hitler e decide di utilizzare anche la forza di Hollywood per perseguire il suo intendimento. La casa di produzione Warner Bros, che da anni sostiene il presidente in questo suo tentativo, nel 1942 sforna appunto Casablanca.
Dopodiché, la storia del film procede in modo piuttosto discontinuo. Per la regia, prima di arrivare a Michael Curtiz erano stati presi in considerazione William Wyler e altri. Per quanto riguarda il cast, il ruolo di Humphrey Bogart avrebbe dovuto essere di Ronald Reagan o George Raft, mentre Ingrid Bergman viene scritturata dopo Ann Sheridan e diverse altre attrici.
L’aspetto più curioso riguarda, però, la sceneggiatura. In principio c’è uno spettacolo teatrale (Everybody’s Comes to Rick’s, del 1940), ideato da Murray Burnett e Joan Alison dopo un viaggio in Europa di due anni prima. Una volta acquistati i diritti per una cifra al tempo molto alta, la trasformazione in film viene affidata ai due fratelli Julius e Philip Epstein.

Detto che gli Epstein per quattro settimane devono seguire un progetto precedente (una serie di documentari bellici per Frank Capra), la sceneggiatura passa ad Howard Koch; da questo momento lo script subisce una serie di rimaneggiamenti, soprattutto in funzione dell’evolversi degli eventi bellici. Si racconta che le scene da girare venissero decise poco tempo prima delle riprese e, a una settimana dal termine, non esistesse ancora un finale certo.
In conclusione, quando Casablanca viene prodotto, pochi si aspettano che possa distinguersi tra i tanti film di Hollywood di quegli anni. Viene accelerata la distribuzione, per sfruttare la pubblicità data dall’invasione alleate del nord Africa. Ma la spinta decisiva arriva quando la pellicola vince l’Oscar come miglior film.
«Play it, Sam. Play “As Time Goes By”» (Rick Blaine)
Una delle più famose citazioni di tutti i tempi. “Suona ancora” la canzone che fa da leitmotiv all’intero film: una composizione di Max Steiner, che era stato autore anche delle colonne sonore di King Kong e di Via col vento.
Tralasciando gli altri preziosi collaboratori, mi soffermo un attimo su Michael Curtiz. Come dicevo sopra, la sua non è la prima scelta della produzione ma, anche se non ha mai raggiunto la statura artistica dei grandi registi, grazie alla sua tecnica, riesce a realizzare dei lavori apprezzati dalla critica e dal pubblico.
Nasce Manó Kaminer nel 1886 a Budapest e muore a Los Angeles nel 1962. Gira tantissimi film, prima nel suo paese (43) e poi a Hollywood. Sono rimaste celebri le pellicole con Errol Flynn (da Captian Blood,1935 a La leggenda di Robin Hood, 1938 e I pascoli dell’odio, 1940). Casablanca resta il suo capolavoro, anche come dimostrazione della capacità della Warner Bros nell’averlo scelto.
«Louis, I think this is the beginning of a beautiful friendship» (Rick Blaine) [in ital.; «Louis, forse noi oggi inauguriamo una bella amicizia»]
Note e curiosità
Se ci soffermiamo sul cast, in Casablanca, a cominciare da Curtiz e dalla Bergman sono presenti persone di 34 nazionalità diverse, molte delle quali fuggite dall’Europa con l’avvento del nazismo e lo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Curiosa la vicenda dei pianoforti suonati da Sam. Quello nelle scene di Parigi viene venduto all’asta nel 1988 per 154.000 dollari e, nel 2012, da Sotheby’s, arriva a 600.000 dollari. Quello, invece del Rick’s Café, nel 2014 è stato venduto per 3,4 milioni di dollari, insieme con altri cimeli cinematografici.
In Germania Ovest Casablanca esce solo nel 1952 in una versione molto censurata e ridotta di 25 minuti. Ci sono modifiche riguardo al personaggio di Laszlo (non più uno dei capi della resistenza in Europa, ma un fisico norvegese ricercato dall’Interpol) e – soprattutto – vengono eliminati i riferimenti alla guerra e ai nazisti. La versione originale arriva solo nel 1975.
Anche in Italia prima di approdare alle sale cinematografiche, nel 1946, il film viene sottoposto a una rigorosa censura.
Casablanca ha dato origine a una marea di citazioni. Ne ricordo solo alcune. Nel 1972 Herbert Ross gira Provaci ancora, Sam, su soggetto e sceneggiatura di Woody Allen (che ne è anche l’interprete principale): per chi non lo conoscesse, l’imbranato Woody viene visitato dal fantasma di Humphrey Bogart.
Poi, saltando qua e là, Una notte a Casablanca (1946), interpretato dai fratelli Marx; Casablanca Casablanca” (1985) di Francesco Nuti; Harry, ti presento Sally... (1989). Interessante la parodia Casablanca Bugs (1985), sempre ad opera della Warner Bros, con protagonista Bugs Bunny.
Come curiosità, potrei citare la cantante Madonna che nel 2008 propose a diverse major un remake in chiave pop con lei al posto della Bergman e Ashton Kutcher nei panni di Humphrey. Peccato (?) che la sua proposta non sia stata accettata.
«We’ll always have Paris» (Rick Blaine) [«Avremo sempre Parigi»]
Come a dire che quanto di bello abbiamo vissuto, resterà comunque con noi.
L S D
L’immagine è presa da Wikipedia
Casablanca
- Regia: Michael Curtiz
- Soggetto: dall’opera teatrale Everybody Comes to Rick’s di Murray Burnett e Joan Alison
- Sceneggiatura: Julius J. Epstein, Philip G. Epstein, Howard Koch
- Interpreti: Humphrey Bogart, Ingrid Bergman, Paul Henreid, Claude Rains, Conrad Veidt, Sydney Greenstreet