
Nel Regno di Alessandro Magno. La Macedonia antica è stata una delle mostre più interessanti tra quelle che ho visitato (oltre una cinquantina) nell’anno appena concluso. Se ancora non l’avete vista, avete tempo fino al prossimo 16 gennaio per correre al Museo del Louvre, ovviamente a Parigi, e mettervi in fila prima di accedere alla sontuosa esposizione che squaderna niente meno che cinquecento reperti, selezionati per raccontare la complessa vicenda storica di questa regione balcanica. Dal mio punto di vista la scelta di collocare davanti all’ingresso, come biglietto da visita, una copia perfetta in scala 1:1 del celebre mosaico della caccia al leone è un passo falso (non si dovrebbe iniziare un percorso espositivo con una copia!) e uno dei pochi difetti, insieme alla mancanza di panche su cui sedersi per ammirare i reperti esposti e riposare un attimo durante il “lungo viaggio”.

Trovo invece originale ma insieme condivisibile la decisione di organizzare la prima sala secondo un criterio cronologico che ripercorre a ritroso le tappe delle scoperte archeologiche avvenute in Macedonia negli ultimi due secoli. Varcata la soglia, infatti, il visitatore compie un viaggio che parte nel 2008 con il ritrovamento della spettacolare corona di foglie d’oro in una tomba di Ege, nel villaggio di Vergina (per l’identificazione dell’occupante è stato proposto il nome di Eracle, il figlio di Alessandro Magno ucciso poco dopo la morte del conquistatore) fino al 1817. Tutta la prima sala è allestita in modo particolarmente teatrale, con le steli lapidee e un colossale ritratto dell’imperatore Caracalla a far da corona al monumentale sarcofago a kline (cioè a forma di letto) con i due sposi.
Poi il percorso riprende il canonico svolgimento cronologico e una mappa aiuta a comprendere le tappe dell’espansione del regno da Alessandro I a Filippo II, ovvero colui che portò la Macedonia alla ribalta della storia continentale, diventando in un breve torno di anni l’arbitro indiscusso delle questioni greche, prima di finire ammazzato in una congiura di palazzo.

La parure della cosiddetta “Dama di Ege” è composta da pendenti, fibule, spille, orecchini e una collana, tutti in finissimo oro e testimonia l’abilità degli orafi che la realizzarono, attorno al 500 a.C., e la ricchezza della proprietaria, probabilmente appartenente alla famiglia reale. In questo caso, come del resto in tutto il percorso, l’illuminazione è curata nei minimi dettagli e ha il compito di accentuare i contrasti per ottenere la spettacolarizzazione dei reperti. Le successive sezioni illustrano il periodo di massimo splendore del regno sotto Alessandro il Grande, per poi passare a raccontare il ripiegamento in epoca ellenistica fino alla conquista romana a seguito della battaglia di Pidna (nel 168 a.C.), con la sconfitta del re Perseo. Si fa la fila come al self-service per ammirare oggetti di vita quotidiana e piccoli tesori custoditi in una teca particolarmente lunga: i reperti più significativi sono tre elmi, tra cui quello in bronzo con maschera d’oro scelto come “immagine” della mostra.

In una lunga sala di passaggio è allestita un’infilata di teste e busti sulla parete destra, a cui corrispondono su quella sinistra cippi e steli: il colpo d’occhio è spettacolare! Più avanti il visitatore che abbia una qualche familiarità con il Louvre ha modo di fare un piacevole incontro con una “vecchia conoscenza”: le statue del monumento conosciuto come Las Encantadas, ripulite e posizionate su un podio di legno.

Il percorso a questo punto diventa tematico e le sezioni successive sono dedicate alla società macedone, alla produzione artistica nella Grecia settentrionale e alla religione, con un’attenzione particolare al tema della morte. L’ultima parte rende omaggio ad Alessandro Magno, soffermandosi sul mito immortale e sulla sua iconografia, grazie a reperti molto significativi, come i medaglioni aurei, uno appartenente alla celebre serie ritrovata ad Aboukir (in prestito dal Museo Archeologico di Salonicco) e altri tre rinvenuti a Tarso. Più di uno studioso ha messo in dubbio l’autenticità di questi pezzi, straordinari in tutti i sensi dato che non hanno praticamente eguali: comunque sia, sono una gioia per gli occhi!
Saul Stucchi
NEL REGNO DI ALESSANDRO MAGNO
La Macedonia antica
Fino al 16 gennaio 2012
Museo del Louvre
Hall Napoléon
Parigi
Orari: tutti i giorni, tranne il martedì, 9.00-17.45 (fino alle 21.45 il mercoledì e il venerdì)
Biglietto: intero 11 €; cumulativo con il museo 14 €
Informazioni:
www.louvre.fr
DIDASCALIE:
Mosaico della caccia al leone (325 a.C.)
Pella, Casa di Dioniso (originale)
Ciotoli colorati
H. 1,845 m, L.3,39 m
Pella, Museo Archeologico
© Hellenic Ministry of Culture and Tourism / Archaeological Receipts Fund
Corona di foglie di quercia in oro
Seconda metà del IV sec. a.C.
Vergina (Ege), santuario di Eukleia
Oro
Diametro 18,5 e 16,5 cm
Salonicco, Museo Archeologico
© Fouilles Université Aristote, Thessalonique
Decorazione di carro: medaglione con busto d’Atena ornato con la testa di Medusa
Fine del II secolo, inizio del I sec. a.C.
Salonicco, Piazza Dioikitiriou
Bronzo
Diam. 27 cm
Salonicco, Museo Archeologico
© Hellenic Ministry of Culture and Tourism / Archaeological Receipts Fund
Elmo in bronzo e maschera in oro
520 a.C. circa
Sindos, tomba 115
Bronzo e oro
H. 22 cm
Salonicco, Museo Archeologico
© Hellenic Ministry of Culture and Tourism / Archaeological Receipts Fund
Ritratto di Alessandro
III secolo a.C.
Pella (o dintorni)
Marmo
H. 30 cm, l. 27 cm, prof. 27 cm
Pella, Museo Archeologico
© Hellenic Ministry of Culture and Tourism / Archaeological Receipts Fund