Saintes è la prima tappa del viaggio di ALIBI nel Poitou-Charentes. È curioso, per chi proviene dal capoluogo lombardo, scoprire che la cittadina, un tempo capitale del regno dei Galli Santoni, si chiamava in epoca romana Mediolanum. Oggi ha poco più di 25 mila abitanti e conserva interessanti vestigia di questa fase del suo passato. Ma il suo cittadino più famoso ha legato il proprio nome a un’invenzione decisamente macabra: nel 1738 Saintes ha dato infatti i natali a Joseph Ignace Guillotin… vi suona familiare?
Questo medico è universalmente noto per aver creato Madame Guillotine, ovvero la ghigliottina, protagonista indiscussa della Rivoluzione Francese. Gironzolando tra le vie del centro ci si dimentica subito di questo scomodo precedente, anche perché i numerosi monumenti storici reclamano l’attenzione del visitatore, costituendo l’unica occasione per “perdere la testa”.
L’anfiteatro
L’epoca romana è testimoniata dal bell’anfiteatro, situato fuori dall’attuale centro cittadino, nella zona occidentale. Iniziato sotto Tiberio, fu portato a compimento da Claudio attorno al 40 d.C. e poteva contenere fino a 15 mila spettatori. Una parte delle gradinate fu ricavata scavando la collina sulla quale si “appoggia” l’arena. Il suo destino fu comune a quello di tutti i monumenti del mondo romano perché anche qui la decadenza coincise con la trasformazione in una comoda cava a cielo aperto da cui gli abitanti potevano estrarre pietre e materiale per erigere altre costruzioni.
A poche centinaia di metri dall’anfiteatro, percorrendo Avenue des Arènes, s’incontra la chiesa dedicata a Sant’Eutropio, vescovo del II secolo. La sua importanza risiede nel fatto che sorge sul cammino verso Santiago di Compostela, oltre che nella particolarità architettonica di essere costituita da due chiese sovrapposte. Questa struttura originale serviva per consentire ai monaci benedettini di seguire il culto monastico senza essere in alcun modo “ostacolati” dai numerosi pellegrini che vi facevano tappa durante il viaggio a Santiago. Nella cripta è conservato il sarcofago con le reliquie di Sant’Eutropio.
St. Pierre
Il cuore storico della cittadina pulsa sulla riva sinistra della Charente. Scendendo da S. Eutropio, si prende per un breve tratto Cours Reverseaux e poi si svolta a destra per raggiungere il centro, ovvero il quartiere di St Pierre. Gli ha dato il nome la cattedrale dedicata a San Pietro, edificata nel corso del XV secolo, mentre sono del secolo successivo la navata gotica e quelle laterali. All’interno una lapide di marmo ricorda il martirio del vescovo Pierre Luis de la Rochefoucauld, ucciso da una banda di esagitati nel 1792, mentre era rinchiuso insieme ad altri religiosi nella prigione aux Carmes a Parigi. Fu l’ultimo vescovo della città perché il concordato napoleonico del 1801 tolse a Saintes la cattedra vescovile.
Prima di raggiungere la riva destra del fiume, si può visitare il Musée du Présidial in rue Victor Hugo. Espone dipinti di varie scuole europee (olandese, fiamminga, catalana e ovviamente francese) del periodo che va dal XV al XVIII secolo, oltre a ceramiche e a una bella collezione di piatti in smalto policromo del XVI secolo. La raccolta si è formata sul nucleo della collezione messa insieme dal conte Louis Lermercier, il cui legato ha permesso la fondazione del museo nel 1864.
La rive droite
Utilizzando la Passerelle si approda alla riva destra della Charente. Il primo edificio che s’incontra è il Museo Archeologico, all’angolo con i giardini pubblici. Conserva numerose iscrizioni esposte nel bel lapidarium gallo-romano, capitelli, colonne, bassorilievi e alcune statue. Il pezzo forte è però rappresentato dai frammenti di carro del I secolo d.C. che hanno permesso una fedele ricostruzione del mezzo di trasporto diffuso in tutto l’impero.
Poco distante dal museo si erge l’arco di Germanico. Questa all’inizio di Rue de l’Arc de Triomphe non è la collocazione originale: l’arco era stato infatti alzato nel 19 d.C. sul ponte romano che collegava le due rive. Quest’ultimo ha resistito per circa diciotto secoli, per poi essere demolito. Nel 1843 lo scrittore e archeologo Prosper Mérimée, in qualità di ispettore dei monumenti storici, ordinò lo smontaggio e la ricostruzione dell’arco nella posizione attuale. L’iscrizione ricorda il donatore Caio Giulio Rufo, oltre all’imperatore Tiberio, al figlio Druso e al figlio adottivo Germanico, a cui è dedicato. Proseguendo lungo Rue de l’Arc de Triomphe (il cui nome è scorretto perché l’arco non è di trionfo, bensì votivo), ci si imbatte nel monumento più bello di Saintes: l’Abbaye-aux-Dames.
L’abbazia
Il suo campanile si riconosce da lontano per il caratteristico coronamento a forma di pigna. I pesanti restauri novecenteschi sono serviti a riportare l’abbazia benedettina all’originale purezza dello stile romanico e a rimediare ai danni inflittile nei secoli, durante i quali l’edificio è stato testimone (a volte vittima) di numerosi avvenimenti. La consacrazione, con dedica alla Madonna, risale alla metà dell’XI secolo.
Tra le ragazze che qui venivano per ricevere un’educazione la più celebre è senza dubbio Françoise Athénaïs de Rochechouart, marchesa di Montespan e favorita del Re Sole. Al suo sodalizio con Luigi XIV dedica un intero capitolo Benedetta Craveri nell’intrigante saggio Amanti e regine. Il potere delle donne, edito da Adelphi. Ma torniamo all’abbazia: come moltissimi altri edifici sacri, durante la Rivoluzione subì gravi danni e venne trasformata in ospedale, poi in prigione e infine in caserma. Nel 1939 è stata riaperta al culto e oggi è sede di incontri culturali e di un festival musicale. L’archivolto del portale è stupendamente istoriato da diversi giri di figure, tra cui si riconoscono i simboli degli evangelisti, in forte contrasto con l’eleganza spoglia della struttura esterna che ritroviamo all’interno. Qui sono gli arazzi moderni, incentrati sulle storie della Genesi, ad alleggerire l’atmosfera ieratica.
Se il luogo sacro, oltre a infondere pace e quiete, ha contribuito a riposare le stanche membra, si può ritornare nel centro storico per visitare il Musée Dupuy – Mestreau, poco distante da St Pierre. È dedicato all’arte decorativa regionale e contiene un po’ di tutto: gioielli, elementi d’arredo, armi antiche, dipinti e vetri.
Info pratiche
L’ufficio del turismo si trova al numero 62 di Cours National.
Tel. +33 5 46 74 23 82
www.ot-saintes.fr
Anfiteatro
Orari: dal primo giugno al 30 settembre, tutti i giorni dalle 10 alle 20; dal primo ottobre al 31 maggio, da lunedì al sabato dalle 10 alle 17, la domenica dalle 13.30 alle 17
Biglietto: 2 €
Abbaye-aux-Dames
Orari: dal primo ottobre al 31 marzo dalle 14 alle 18; dal primo aprile al 30 settembre dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 19.
Biglietto: 2 €
Dormire e mangiare
Il posto più originale per dormire a Saintes è il Relais du Bois St Georges, con camere a partire da 150 euro. Il Relais è diviso in due strutture: il Pavillon Saint Georges ha 20 camere a tre stelle, ciascuna dedicata a un tema differente e arredata di conseguenza, mentre il Pavillon du Lac ha camere a quattro stelle con vista sul parco o sul lago. Merita di essere provato anche il ristorante che propone diverse formule di menu, a partire da 19,50 euro.
132 Cours Genet, Saintes
Tel. +33 5 46 93 50 99
www.relaisdubois.com
Il prologo al viaggio nel Poitou-Charentes si può leggere qui.
Foto di Alessia Montanari