Sì, lo so: è passato più di un mese dalla scomparsa di Francesco Nuti e non l’ho ancora ricordato come merita. Merita per me, perché, da un certo punto di vista, io sono cresciuto insieme a lui. Francesco era più giovane di qualche anno, ma dai tempi delle sue prime apparizioni in televisione ai suoi lavori cinematografici, sono stato sempre in sintonia con la sua sensibilità. Sono sicuro di aver visto tutti i film in cui è apparso e posso anche dire che mi sono piaciuti. Certo, non siamo sull’Olimpo della Settima Arte, ma siamo ben lontani dalle falde del monte.
La sua vita è stata strana. Ha conosciuto il successo e lo ha cavalcato per diversi anni. Poi, però, purtroppo sono arrivati la depressione e l’alcolismo, e due incidenti gravi.
“La vita è un susseguirsi di scelte; è importante non avere rimpianti.” (Francesco Nuti)
Procediamo con ordine. Francesco nasce a Prato nel 1955 e muore a Roma il 12 giugno di quest’anno. Ancora giovanissimo, mentre si esibisce come attore dilettante, viene notato da Alessandro Benvenuti e da Athina Cenci, che lo vogliono con loro nel gruppo dei Giancattivi. Il trio ottiene un buon successo in cabaret e in televisione (Non Stop), fino ad approdare nel cinema con Ad ovest di Paperino (1981, con la regia di Benvenuti).
Da questo primo incontro con il grande schermo inizia la parabola prima attoriale, quindi anche registica, di Nuti. Lavora con Maurizio Ponzi (Madonna che silenzio c’è stasera (1982), Io, Chiara e lo scuro (1983) e Son contento (1984) e poi si auto dirige in molte pellicole (Casablanca, Casablanca, 1985, Tutta colpa del Paradiso, 1985, Donne con le gonne, 1991, solo per citarne alcune).
I problemi arrivano con OcchioPinocchio (1994) e con i film successivi, da lui autoprodotti: si rivelano deludenti al botteghino e lo portano in depressione.
“Io ho avuto una depressione ed io ho avuto il coraggio di dire quello che ho.”
“Io mi vergogno di chi si vergogna.” (Francesco Nuti)
Colmo della sfortuna, il 3 settembre 2006 entra in coma, a causa di un ematoma cranico dovuto ad un incidente domestico (cade dalle scale). Viene ricoverato d’urgenza, operato e avviato a un processo di riabilitazione. Sembra che tutto proceda per il meglio (ritorno a casa, possibilità che torni a camminare), quando, nel 2016, un’ennesima caduta lo riporta in una clinica specializzata. Ne uscirà solamente cadavere.

Veniamo al film che ho scelto. Per parlare di Stregati (1986) parto da molto lontano. Quando sento qualcuno che per vedere un film si basa sulla trama (o peggio ancora sul trailer, altra cosa che odio), mi sento rabbrividire. Perché, a volte la trama è banale, è risaputa, è senza fantasia: allora, quello che conta sarà invece come il regista (lo sceneggiatore e gli altri componenti) decide di svilupparla. Così, ad esempio, se ho una storia in cui lui (o lei) incontra lei (o lui) e, dopo qualche piccolo passo falso, arrivano a stare insieme, non mi pare che in questa vicenda ci sia chissà quale ideona.
Proprio come in questa pellicola di Nuti: i due si incontrano, avviene qualcosa di inatteso e poi (udite, udite) c’è persino il lieto fine.
Cos’è allora che fa la differenza? Per comodità, la chiamo – in questo caso – l’atmosfera.
Quanti film ho amato e ho rivisto con piacere, solo perché erano incastonati in una cornice accattivante! Ne cito solo alcuni, per i più affezionati tra i miei lettori: Lanterne rosse, Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante, Il sapore della ciliegia, In the Mood for Love, Snack Bar Budapest, Stalker, e non li ho riportati tutti. Stregati è uno di loro.
In questa pellicola, l’atmosfera è data dalla location, dalla fotografia e dalla musica. La storia si svolge a Genova, non una città particolarmente romantica, tanto più che Nuti la mostra quasi sempre di notte e quasi sempre con la pioggia. Eppure, con la giusta fotografia (Giuseppe Ruzzolini), la musica, di Giovanni Nuti (sax e pianoforte su tutti gli altri strumenti), assume un fascino quasi magico.
“Guarda, Anna, che io mi ricordo tutto. Mi ricordo di quando mi sorridevi e di quando ti sorridevo io a te. Poi mi ricordo di quando mi camminavi davanti e io dietro. E anche di quando ti camminavo davanti a te. A volte succedeva che si camminava fianco a fianco… incredibile.” (Lorenzo rivolto ad Anna)
A essere obiettivi, nonostante il notevole trio di soggettisti e sceneggiatori (Vincenzo Cerami, Sandro Veronesi e lo stesso Francesco Nuti) la pellicola risente di una certa frammentarietà, di qualche forzatura, anche se, secondo me, il risultato è più che accettabile.
“Non ho mai vissuto per il successo. Sono un artista. Amo comunicare con il pubblico, emozionare. Il resto non conta.” (Francesco Nuti)
Note e curiosità
A quel che dicono le cronache, Stregati in origine avrebbe dovuto intitolarsi Strega. Vincenzo Cerami racconta che – durante la lavorazione – il film prese una piega diversa: una commedia sentimentale, invece che ironica. E questo perché Francesco Nuti e Ornella Muti si innamorarono davvero.
E a proposito della Muti, è carina una dichiarazione di Francesco, parlando delle sue prime partner: Barbara De Rossi è la terra; Giuliana De Sio, il fuoco; Ornella Muti, la luna.
Per chiudere con la vita di Nuti, voglio ricordare che, oltre che nel cinema, si è cimentato anche nella musica: ha pubblicato il suo primo album nel 1979 (Un giorno come tanti altri); dopo un secondo album (Starnuti, 2006) sono arrivate varie raccolte, spesso tratte dai suoi film. Nel 1988 ha partecipato al Festival di Sanremo con il brano Sarà per te (piazzandosi al dodicesimo posto).
Del complesso percorso umano e professionale di Nuti è stato pubblicato un esauriente volume a opera di Matteo Norcini e Stefano Bucci: Francesco Nuti – La vera storia di un grande talento (Ibiskos, 2009). Al Roma Film Festival è stato presentato, nel 2010, un documentario: Francesco Nuti… e vengo da lontano.
Dovrei aggiungere che la sua morte è stata un po’ offuscata nei notiziari da quella, nello stesso giorno, di Silvio Berlusconi. Non voglio assolutamente parlare di politica o di simili sciocchezze, ma credo che il nostro toscanaccio avrebbe meritato ben altro spazio e maggiore considerazione.
L S D
Stregati
- Regia: Francesco Nuti
- Sceneggiatura: Vincenzo Cerami, Francesco Nuti, Giovanni Veronesi
- Fotografia: Giuseppe Ruzzolini
- Interpreti: Francesco Nuti, Ornella Muti, Novello Novelli, Alex Partexano