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Voi siete qui: Biblioteca » Recensione del romanzo “La furia” di Sorj Chalandon

26 Ottobre 2025

Recensione del romanzo “La furia” di Sorj Chalandon

Il 27 agosto 1934, dalla colonia penale minorile di Belle-Île-en-Mer − situata nel Golfo di Biscaglia, nella Bretagna meridionale − evadono cinquantasei ragazzi. Sono ragazzi non voluti, piccoli ladri, orfani. Lo Stato francese se ne occupa mettendoli in comunità, dove imparano solo la violenza delle guardie e i soprusi degli altri giovani detenuti.

Una volta dato l’allarme, sull’isola viene organizzata una vera e propria caccia ai fuggitivi che nel giro di poche ore permette di rintracciare e riportare nel carcere i ragazzi. Solo uno di loro non si riesce a trovare. Questo il fatto da cui prende ispirazione il romanzo La furia di Sorj Chalandon (traduzione di Silvia Turato per Guanda.)

Lo scrittore, quando lavorava come giornalista di Libération, viene a conoscenza della chiusura del centro di educazione giovanile di Belle-Île-en-Mer. Comunardi e oppositori politici vi erano stati imprigionati fin dal 1880, prima che bambini orfani, piccoli delinquenti e ladri di mele vi venissero incarcerati a loro volta. Tale scoperta lo ha affascinato e indignato così tanto che, anni dopo, ha deciso di scriverci sopra un intero romanzo (apparso in Francia nel 2023).

Il protagonista è Jules Bonnot detto Tigna. La sua vita si riassume in poche righe: dopo essere stato abbandonato dai genitori, aver compiuto piccoli furti, viene imprigionato all’età di 12 anni a Belle-Île. Jules riesce a evadere durante la fuga del 1934. E sull’isola trova in Ronan e in sua moglie, Sophie, la famiglia che ha sempre desiderato.

Il lettore segue, osserva e s’immerge nella vita, nei pensieri e nel dolore di Jules. Quattrocento pagine, mozzafiato, piene di violenza e sopraffazione. Di assenze, di povertà e di meschinità subite fino a quando giunge una redenzione. Finale.

Sorj Chalandon, per modellare il personaggio di Jules, si è ispirato a L’enfant, dello scrittore francese Jules Vallès (1832-1885), un libro con cui Chalandon, da bambino, ha capito a cosa servisse e cosa fosse la vera letteratura, come ha più volte dichiarato.

L’autore in La furia ha quindi dato forma al dolore, alla rabbia di Jules, bambino non capito e oppresso dallo Stato, dalla società che in lui vede solo un futuro ladro, e dagli adulti presenti nella colonia minorile che si voltano dall’altra parte e che considerano lui e gli altri ragazzi solo feccia. Fuori dalla colonia penale non c’è molto per uno come lui, se non altra violenza.

Così Chalandon dà voce a una comunità muta di bambini spezzati nella colonia penale minorile di Belle-Île-en-Mer, separata dal mondo esterno dall’oceano, dalle sue onde che li separano da tutto quello che c’è oltre.

In alcuni momenti si ha l’impressione di leggere Papillon, il romanzo autobiografico scritto da Henri Charrière, pubblicato nel 1969, per la violenza e i maltrattamenti subiti da questi ragazzi. Belle-Île-en-Mer non era altro che l’anticamera dalla Guyana.

È strano venire a sapere che negli anni Sessanta, in Francia, esistevano diverse colonie agricole e marittime dello stesso tipo in cui si svolge il romanzo. Luoghi in cui lo Stato francese rinchiudeva giovani ladruncoli, delinquenti alle prime armi e orfani. Un’umanità troppo giovane per essere processata come si faceva con gli adulti. (All’epoca dei fatti raccontati la maggiore età si raggiungeva a 21 anni).

Belle-Île raccoglieva, ai tempi del romanzo, una piccola comunità di bambini, di adolescenti e di giovani adulti distrutti, di età compresa tra i 12 e i 21 anni. I ragazzi non venivano divisi per età. Quando arrivava un orfano di 12 anni, le guardie lo mettevano direttamente in una casa con ragazzi più grandi, che spesso ne abusavano o, nel migliore dei casi, lo bullizzavano.

Un piccolo ladro di mele poteva entrare in una colonia penale a 12 anni, essere picchiato fino ai 21, per poi arruolarsi nell’esercito o morire in una colonia penale, nella Guyana o in Nuova Caledonia. Per molti già a 12 anni non c’era scampo. Ma a Jules Bonnot è assegnato un altro destino. Un destino diverso da tutti quei ragazzi la cui sorte è già stata scritta.

Sorj Chalandon con questo romanzo ha vinto il «Prix Eugène Dabit du roman populiste 2024».

Claudio Cherin

Sorj Chalandon
La furia
Traduzione di Silvia Turato
Guanda
Collana Narratori della Fenice
2025, 336 pagine
19 €

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