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Voi siete qui: Teatro & Cinema » Al Teatro i l’Erodiàs di Martinelli e Fracassi fa perdere la testa

20 Novembre 2016

Al Teatro i l’Erodiàs di Martinelli e Fracassi fa perdere la testa

Federica Fracassi in "Erodiàs" di Testori. Foto di Lorenza DaverioDal 16 novembre al 5 dicembre 2016 il Teatro i di Milano propone lo spettacolo “Erodiàs” di Giovanni Testori per la regia di Renzo Martinelli (su ALIBI potete leggere la recensione di un suo precedente lavoro: “Non correre Amleto”). In scena c’è Federica Fracassi che si merita tutti i calorosi applausi sentiti (e fatti) lo scorso giovedì, accompagnati da sonori “brava!” (e “bravi”!, da condividere in primis col regista e poi col resto della troupe).

Diciamolo subito: la ricetta del successo è il perfetto amalgama tra la bravura dell’interprete e la validità del testo dell’autore. Assistere a teatro alla messinscena di un’opera di Testori è quasi sempre un grande piacere. Come per Shakespeare e i tragediografi greci, la robustezza del testo e la potenza della lingua garantiscono la tenuta dello spettacolo e assicurano quasi da sole il risultato. Questo non per sminuire chi ci mette mani, testa, voce e cuore, ma per rendere omaggio a Testori (omaggio nel mio caso purtroppo postumo perché ho scoperto l’autore solo molto tardi: ma è stata una rivelazione).

Federica Fracassi è la “dama squinternada” che gioca con la macabra testa del Battista, il suo amato – odiato Jokanaan. Anzi: all’inizio la impersona. Si fa testa decollata per non recidere il legame con il Precursore. Il suo racconto, il suo “laio” o lamento (che compone la seconda parte di una trilogia di cui “Cleopatràs” e “Mater Strangosciàs”, ovvero Maria, madre addoloratissima del Cristo, sono rispettivamente il primo e il terzo atto), si dipana con parole che ne rievocano i sentimenti provati un tempo e non ancora sopiti, tra ironia, sarcasmo e disperazione: tenerezza passione amore odio fastidio gelosia desiderio carnale furore.

Federica Fracassi in "Erodiàs" di Giovanni Testori - foto di Lorenza Daverio“Erodiàs” è anche il terzo pannello di un trittico che Testori ha dedicato alla madre di Salomè. La prima versione di “Erodiade” è del 1969, mentre la seconda è del 1984 (indimenticabile l’Erodiade interpretata da Maria Paiato diretta da Pierpaolo Sepe). Questa terza lettura della storia neotestamentaria, in versi liberi, fu scritta tra il 1991 e il 1992 e pubblicata soltanto dopo la morte dell’autore, avvenuta nel 1993.

Darmi te sai,
o narrator
che per segunda volta,
o forse tria,
in delle mani m’hai prendata,
serrata
e poi poetigata,
darmi te sai
i verbi e le parole
de de qui e ‘desso?

I “verbi e le parole” che l’eroina chiede al suo autore sono pepite d’oro di un filone inesauribile, l’idioletto (lingua individuale) di Testori che insieme al dialetto lombardo (ai dialetti lombardi) porta con sé, come preziosità caratterizzanti, prestiti dal latino, dal francese e da altre lingue.

Flessibile, versatile, pregna: la lingua di Testori scorre come un fiume impetuoso o si fa rigagnolo carsico nella bocca della Fracassi che dietro uno schermo trasparente da peep show più che da reggia vicino-orientale si dimena come una menade (e in automatico viene alla mente il parallelo con l’Agave che gioca con la testa del figlio Penteo nelle “Baccanti” di Daniele Salvo: due tagliatrici di teste distrutte dal dolore).

Senza svelare troppo ai lettori che ancora non hanno visto lo spettacolo, va detto che in realtà all’Erodiàs bacchica della testa del Battista interessa fino a un certo punto, più concentrata su un’altra protuberanza del bel manzo seminudo presentatosi al suo palazzo per convertirla al nuovo dio.

Più e più volte la Fracassi suscita le risate del pubblico con la sua inequivocabile gestualità, ma il testo, se pure sfiora gli abissi della blasfemia, vola sempre alto sui misteri dell’amore.

T’ho amato con pietà
con furia T’ho adorato.
T’ho violato, sconciato,
bestemmiato.

Tutto puoi dire di me
tranne che T’ho evitato.
G. Testori, da Nel tuo sangue (1973)

Adesso non resta che aspettare la “Cleopatràs” di Mino Manni con Marta Ossoli in cartellone al Teatro Litta dal 13 al 18 dicembre.

Saul Stucchi
Foto di Lorenza Daverio

dal 16 Novembre al 5 Dicembre

Erodiàs

  • di Giovanni Testori
  • con Federica Fracassi
  • regia di Renzo Martinelli
  • dramaturgia Francesca Garolla
  • assistente alla regia Irene Petra Zani
  • suono Fabio Cinicola
  • luci Mattia De Pace
  • consulenza artistica Sandro Lombardi

Orari: lunedì, giovedì e venerdì 21.00; mercoledì e sabato 19.30; domenica 17.00
Martedì riposo
Biglietti: intero 18 €; ridotti 7/12 €

Teatro i
via Gaudenzio Ferrari 11
Milano

Informazioni:

http://teatroi.org

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