• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Luoghi
    • Italia
    • Europa
    • Mondo
    • A letto con ALIBI
  • Mostre
    • Arte
    • Fotografia
    • Storia
  • Spettacoli
    • Teatro & Cinema
    • Musica & Danza
  • Biblioteca
  • Interviste
  • Egitti

Alibi Online

Voi siete qui: Europa » Passeggiata per il centro di Amsterdam

26 Febbraio 2019

Passeggiata per il centro di Amsterdam

Diciassettesima parte del reportage di Marco Grassano sull’Olanda.

Uscire senza biciclette, e soprattutto senza zaini, ci pare un sollievo incredibile, dopo la penosa fatica dei giorni scorsi. Andiamo a far colazione allo Starbuck’s café, nel vestibolo della stazione, subito a sinistra della porta giratoria. Cosa abbia a che fare questa catena di locali con le pagine di “Moby Dick” e col Primo Ufficiale – o Comandante in Seconda – del Pequod, proprio non lo so, ma la scelta di un simile nome non può essere frutto del caso.

Amsterdam: guardando indietro verso la Stazione

Colazione da Starbuck’s

Subito oltre la vetrata che delimita l’area della caffetteria, una serie di comode poltrone in cui sprofondare. Incisa sulle tavole di legno da cui è foderato il muro, la grande scritta, in svolazzante corsivo inglese, Freshly Roasted in Amsterdam. Proseguendo, un tavolone di grandi assi abbastanza rozze, quasi un banco da falegname, attorno al quale sono seduti, con le loro valigie, alcuni ragazzi argentini che inalberano cappelli estivi modello Frank Sinatra anni Cinquanta, tornati recentemente in voga.

Tavoli tondi e sedie listate da curve bacchette nere. Verso il fondo, tavolini quadrati, sgabelli, altre poltrone. Una foto in bianco e nero, a tutta parete, mostra persone in transito lungo un marciapiede americano, davanti alla vetrina dello Starbuck’s 1912. Un ampio disco di legno marrone, attaccato a destra, reca in rilievo la data 1971.

Paghiamo anticipatamente alla cassa dolciumi e cappuccino. Ci spostiamo quindi di fronte al bancone, su cui troneggiano due enormi macchine per il caffè espresso. Baristi indaffarati, dall’aspetto multirazziale. Con una grossa pinza, le paste prescelte sono estratte dalla vetrina e deposte su un piccolo vassoio. Il caffelatte ci viene invece servito in bicchieroni di carta, su cui l’operatrice ha scritto, a pennarello nero, i nostri nomi. Fra avventori numerosi e variegati, ci sediamo a uno dei tavoli, contro la parete di vetro che dà verso l’esterno della stazione. Cibi e bevande senza infamia e senza lode, come si dice, ma a un prezzo davvero ragionevole.

Mentre siamo ancora seduti, proviamo a prenotare, sfruttando il wi-fi del locale, la visita alla casa di Anna Frank, ma non riusciamo a trovare posto. Come per l’ipogeo di Malta, bisogna attivarsi con varie settimane di anticipo. Pazienza. In compenso, ci iscriviamo, per stasera alle otto, alla crociera lungo i canali del centro storico, che organizza la Blue Boat Company.

Dopo una breve coda, dietro altri turisti, per fare il biglietto alle erogatrici automatiche più vicine, riprendiamo la metropolitana. Effettuiamo il solito cambio di linea. Usciamo sullo spiazzo di fronte alla Stazione Centrale e ci avviamo nella direzione opposta. Valichiamo la darsena, percorrendo l’ampio Sint Nicolaasbrug, e quindi gli attraversamenti pedonali, per poi imboccare la via Damrak. Andando a piedi, possiamo seguire i nostri spostamenti sulla mappa.

Un continuum di vetrine disparatissime. A sinistra, un altro rettangolo d’acqua, circondato da case e da pontili galleggianti. Il sole sfavilla su tutte le superfici, ma sento pesare in petto un fardello di tristezza da cui non riesco a liberarmi.

I marciapiedi sono fitti di gente che viene e va. L’aspetto della popolazione è multietnico. Parecchie persone sono scure di pelle o decisamente nere, col turbante o col capo velato, ma le si sente parlare in olandese. È anche grazie a loro che questa lingua, non certo diffusissima, mantiene in vita le proprie peculiarità e trova lettori per i propri libri.

Sull’angolo con la piazza nella quale si slancia un solenne obelisco, ci voltiamo a fotografare il tratto di strada percorso finora. Moderni tram biancazzurri sfilano nei due sensi. Dall’altro lato dello slargo, l’imponente Palazzo Reale, neoclassico in versione nederlandese.

Proseguiamo lungo via Rokin. L’abbigliamento Pull & Bear, catena internazionale di negozi in cui ci serviamo, spesso, all’Iper di Montebello, ma dove avevamo comprato qualcosa anche a Porto, in Rua de Santa Catarina.

Ecco che compare, alla nostra sinistra, un canale. Affilato, alto, angolare, scuro, il palazzotto della gioielleria The Mill. L’approdo dei battelli turistici Rondvaart Koij. Costeggiamo l’acqua fino al ponte Doelensluis. Appena oltre la ringhiera, piena di biciclette incatenate, una schiera di stendardi arcobaleno con la scritta Pride.

Amsterdam: il canale verso il ponte Doelensluis

Il mercato dei fiori

Svoltiamo subito a destra, rasentiamo la Munttoren – specie di campanile di mattoni a vista, munito di orologi – e ci infiliamo nel mercato permanente dei fiori, lungo i fitti, prolungati, colorati stand all’ombra di palazzi dalla fattura, all’inizio, recente, e via via più caratteristica. Prezzi esposti riferiti a tante corolle fresche e secche, a tanti tuberi e a tanti semi: anche per la coltivazione della canapa, che qui è decisamente tollerata.

Il mercato dei fiori di Amsterdam

Compriamo, in una delle tende iniziali, bulbi di tulipani dai colori misti, sia per noi che per le amiche di Ester, poi torniamo in riva al naviglio.

Rastrelliere con posteggiate batterie di biciclette. Battelli all’ormeggio. Chiatte trasformate in abitazioni, sulle quali è apposto tanto di numero civico – “84d / Zeven Gebroeders”. Sulla sponda opposta, casette slanciate. Innesti di altri canali.

Ora abbiamo dirimpetto il tondo emiciclo del “Nationale Opera & Ballet”. Un esteso ponte conduce verso case che mi rammentano le antiche dimore dei mercanti nel quartiere Bolhão di Porto.

Proseguiamo in costa al Teatro. La fermata della metro dove eravamo scesi il primo giorno, assieme ai turisti di Lisbona. Al termine dell’isolato, ecco dilungarsi verso sinistra le bancarelle di un altro mercatino, il Waterloopleinmarkt, dedicate nella quasi totalità ad abbigliamento, pelletteria e calzature. In mezzo, un chiosco vende patate fritte: decisamente, la specialità locale.

Il Waterloopleinmarkt di Amsterdam

Percorriamo entrambi i lati della fila. Al ritorno, quasi alla fine, un banchetto in controtendenza offre frammenti di minerale. Cerco ed estraggo dal relativo scomparto una pietra di luna, nella speranza che possa riconfortarmi l’umore. “Ah, moonstone!” esclama il mercante, scuro di pelle, prima di inserirla in una bustina di carta a fiorellini e di intascare i quattro euro del prezzo.

La chiesa di Mosè e Aronne

A pochi passi, le colonne e le duplici torri della chiesa di Mosè e Aronne, che si rivela, per più indizi, cattolica. Il portone è aperto. Entriamo. Un uomo e una donna, seduti di lato, ci accolgono con un sorriso e un cortese “Good morning”. L’uomo ci informa che possiamo fotografare liberamente. Se ci interessa, domani sera qui si terrà un concerto d’organo: “il più bello d’Olanda”, precisa. In effetti, lo strumento, disposto sopra l’entrata, è un’imponenza di legni, statue e canne. In vista dello spettacolo, le file di sedie al centro della navata sono rivolte nella sua direzione, e non verso l’altare. Sulla destra, elaboratamente intagliato nel legno scuro, il pulpito. Disposte lungo le pareti, vignette in marmo riproducenti scene della Via Crucis, alternate a sculture.

L'organo della chiesa di Mosè e Aronne ad Amsterdam

Aggiriamo il tempio e imbocchiamo il mezzo viale sul suo retro, fiancheggiato da edifici moderni costellati di vetrine. Sarà forse un effetto placebo, eppure il talismano che mi sono comprato comincia pian piano a sciogliermi il dolore interno.

Gli alberelli cessano. Ci ritroviamo nello slargo sul canale fiancheggiato dal pub nero, dove avevamo fatto tappa, per orientarci, il primo giorno, subito dopo aver ritirato le bici. La strada curva un poco a destra, sempre fra costruzioni recenti, per lo più mercantili. Una “cannabis seedbank” dall’insegna verde. Sfociamo nello spiazzo che circonda una specie di piccolo castello, in cui è ospitato il caffè ristorante “In de waag”.

Subito dopo esordisce un canale abbastanza ampio, alberato, sul quale si affacciano casette un po’ sghembe e affusolate, come dipinte da El Greco. Proseguiamo. Lungo la sponda opposta sostano veicoli. Nell’acqua, all’ormeggio, barchette, barche e barconi. In fondo, prima dell’enorme darsena che si prolunga dalla Stazione Centrale, cui abbiamo finito per riavvicinarci, un caffè occupa un terrazzo pensile e una torretta, dimezzata per il lungo. Percorriamo l’Odebrug. Sull’altra riva dello specchio d’acqua, un grande Starbuck’s al pian terreno di un palazzo faraonico e pieno di vetrate, come l’Università di Torino.

Tre donne non più giovanissime siedono pensose sul bordo dell’acqua, mentre un piccione passeggia dietro di loro. Si incrociano, a distanza, barche a motore cariche di turisti. Ancorata alla sponda di fronte, una grande, allungata casa galleggiante grigia, a due piani, da cui pende uno sventolante vessillo arcobaleno.

Diciassettesima parte – Segue
Marco Grassano
Foto di M. Ester Grassano

Didascalie:

  • Guardando indietro verso la Stazione
  • Il canale verso il ponte Doelensluis
  • Il mercato dei fiori
  • Il Waterloopleinmarkt
  • L’organo della chiesa di Mosè e Aronne
Tweet
Share
0 Condivisioni

Archiviato in:Europa

Barra laterale primaria

Articoli recenti

  • Da Neri Pozza “Adorate creature” di Amy Twigg
  • Da SE torna “Il freddo e il crudele” di Gilles Deleuze
  • “Francesca da Rimini” al Teatro Regio di Torino
  • Da Astoria “Lo dice Harriet” di Beryl Bainbridge
  • Brunello e Sollima per gli 80 anni dell’Unione Musicale

Footer

INFORMAZIONI

  • Chi siamo
  • Contatti
  • Informativa privacy & Cookie

La rivista online

ALIBI Online è una rivista digitale di turismo culturale, diretta dal giornalista Saul Stucchi. Si occupa di mostre d'arte, storia e archeologia, di cinema e teatro, di libri di narrativa e di saggistica, di viaggi in Italia e in Europa (con particolare attenzione alle capitali come Parigi, Madrid e Londra). Propone approfondimenti sulla cultura e la società attraverso interviste a scrittori, giornalisti, artisti e curatori di esposizioni.

Copyright © 2025 · ALIBI Online - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano; reg. n° 213 8 maggio 2009
Direttore Responsabile Saul Stucchi