Al Teatro Franco Parenti di Milano è in cartellone fino al prossimo 12 novembre lo spettacolo “Il nome della rosa”, tratto dall’omonima opera – celeberrima – di Umberto Eco, nella versione teatrale di Stefano Massini. Ne cura la regia Leo Muscato che dirige una dozzina di attori (13 per la precisione), impegnati in ben 40 ruoli.
Perché vederlo? Prima di tutto per soddisfare la propria curiosità e verificare di persona quanto l’adattamento teatrale somigli alla versione cinematografica e quanto sia fedele al romanzo. Naturalmente pochi tra gli spettatori (o forse addirittura nessuno) ci andranno senza sapere nulla della trama.
È facile infatti immaginare che si vada a vederlo per ritrovare quell’atmosfera che tanto ha contribuito al successo planetario del libro. E diciamolo subito: la si ritrova in pieno in questo adattamento teatrale. È anzi il pregio più evidente e apprezzabile del lavoro di Massini, a pari merito con la bravura degli attori, capaci di far rivivere i personaggi a cui il pubblico è chiaramente affezionato, senza fare distinzioni tra buoni e cattivi.
È il bello dei classici: creano un forte legame con i protagonisti, indipendentemente dalle rispettive virtù e infamie. Così Raskòl’nikov e il Capitano Achab, Sherlock Holmes e il dottor Watson (stavo per scrivere Wilson, per un evidente lapsus, tanto è evidente il debito della serie TV Dr House verso l’opera di sir Arthur Conan Doyle…), Guglielmo da Baskerville e il venerabile Jorge de Burgos sono ormai entrati di diritto nella nostra famiglia.
A Luca Lazzareschi manca il ghigno da schiaffi di Sean Connery, ma è davvero bravo nel ruolo del frate francescano amante della logica. E così tutti gli altri, di cui non possiamo non citare almeno il camaleontico Eugenio Allegri che impersona il tenero Ubertino da Casale e l’implacabile inquisitore Bernardo Gui (ovvero due facce della stessa medaglia, Santa Romana Chiesa), Franco Ravera per il povero Remigio da Varagine (nella rappresentazione di venerdì scorso ha rischiato di essere colpito da una catena staccatasi dall’alto) e Alfonso Postiglione che si merita gli applausi più calorosi del pubblico per il suo magistrale Salvatore, quello del grido: Penitenziagite!
Dicevamo più sopra dell’atmosfera. Luci, suoni e scenografia ricreano in sedicesimo l’abbazia medievale, teatro degli orribili delitti. Comodamente seduto in poltroncina, lo spettatore si trova a rivivere i vari momenti della trama, invitato come l’ingenuo Adso ad avere paura per quello che vedrà piuttosto che per quello che non si può vedere.
Il male è infatti opera dell’uomo, frutto avvelenato che cresce nei labirinti del suo cervello. Guglielmo arriverà alla soluzione seguendo il suo metodo (“semplicemente consequenziale, Adso!”), tra monaci che hanno molto da nascondere e giocano ciascuno la propria partita a scacchi, per finire magari in una vasca da bagno in posa da Marat, senza naturalmente dimenticare la florida fanciulla che quando non introduce il giovane novizio alle gioie dell’amore carnale canta il motto “Stat rosa pristina nomine, nomida nuda tenemus”.
Saul Stucchi
Permettetemi di consigliarvi tre letture:
- S. Greenblatt, Il manoscritto, Rizzoli
- Gianfranco Ravasi, Una risata vi beatificherà, Il Sole 24 Ore, 5 aprile 2015
- Chiara Frugoni, C’è un refuso sotto, La Repubblica, 23 novembre 2009
Dal 2 al 12 novembre 2017
IL NOME DELLA ROSA
- di Umberto Eco
- versione teatrale di Stefano Massini
- con (in o.a.) Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Giulio Baraldi, Luigi Diberti, Marco Gobetti, Luca Lazzareschi, Bob Marchese, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Alfonso Postiglione, Arianna Primavera, Franco Ravera, Marco Zannoni
- regia Leo Muscato
- scene Margherita Palli
- costumi Silvia Aymonino
- luci Alessandro Verazzi
- musiche Daniele D’Angelo
- video Fabio Massimo Iaquone, Luca Attilii
- assistente alla regia Alessandra De Angelis
- assistente scenografa Alessandra Greco
- assistente costumista Virginia Gentili
Orari: martedì e venerdì 20.00; mercoledì 19.30; giovedì 21.00; sabato 20.30; domenica 16.00
Lunedì riposo
Biglietti:
Intero: Prime file biglietto unico 38 €; I e II settore 30 €; III settore 23,50 €
Convenzioni (escluso prime file ) 21 €
Over65/ under 26 (escluso prime file) 18 € + diritti di prevendita
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo 14
Milano