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Voi siete qui: Biblioteca » Marta Morazzoni alla Biblioteca Ostinata di Milano

3 Ottobre 2025

Marta Morazzoni alla Biblioteca Ostinata di Milano

Ieri sera, 2 ottobre, alla Biblioteca Ostinata di Milano ho avuto il piacere di dialogare con Marta Morazzoni a proposito del suo ultimo libro, Tutta la verità, all’incirca, recentemente pubblicato da Guanda nella collana Narratori della Fenice.

L’informale chiacchierata è stata preceduta dalla tradizionale presentazione del patron di Ostinata, il dottor Paolo Prota Giurleo che ha ricordato i motivi che l’hanno spinto a fondare, tre anni fa, questa biblioteca privata aperta al pubblico che rispetta il Patto per Lettura sottoscritto con il Comune di Milano, impegnandosi in attività che coinvolgono in particolare – ma non solo – le fasce più fragili, ovvero i bambini, gli anziani e i nuovi cittadini.

In avvio mi sono scusato con i presenti che riempivano la sala di lettura della Biblioteca anticipando che alle 19.30 avrei dovuto lasciare Ostinata per raggiungere il Teatro Dal Verme, dove avrei assistito all’esecuzione del Requiem di Mozart, concerto inaugurale della nuova stagione dei Pomeriggi Musicali (ne scriverò a breve).

Ho spiegato che la notazione personale non era in realtà così avulsa dal contesto come poteva sembrare: il primo dei sette racconti che compongono Tutta la verità, all’incirca è infatti ricco di riferimenti culturali, in particolare musicali (Strauss, Brahms, la Missa solemnis di Beethoven diretta da Sergiu Celibidache al Maggio Musicale Fiorentino…). Tanto che, leggendo il brano che riporto qui di seguito, ho pensato che l’autrice stesse scrivendo della mia esperienza!

«Ero alle mie prime esperienze con la musica, e le prove dell’orchestra Rai sembravano un buon esercizio d’ascolto. Attraversavo una fase mista di passione e curiosità condite di incompetenza»: le anteprime mattutine al Dal Verme sono da un paio di anni per me quello che per Ida, la protagonista e voce narrante del racconto, sono stati i concerti dell’orchestra Rai.

Ma prima di addentrarci nei racconti ho chiesto a Marta il motivo del titolo (per una volta, ha risposto, è stata lei stessa a sceglierlo) e poi quali legami tengano insieme le sette storie. A me pare di aver scorto alcuni fili di collegamento, a cominciare dall’attività maieutica, educativa, di un personaggio verso un altro, con il quale si crea un rapporto speciale.

Ho anche notato che questi rapporti non si sviluppano mai fino a raggiungere uno stadio di completezza o almeno di soddisfazione da parte della figura del “discente”. Dice Ida riferendosi al proprio rapporto con “l’amica” Vinia (omaggio di Marta al Catullo amato sui banchi di scuola): «Tra noi tutto come prima, dunque: il magistero e la nostra frequentazione continuavano ma, mi parve, procedendo su binari (mio Dio, l’ossessione del treno!) a scartamento ridotto».

Le due protagoniste del primo racconto – il più lungo del libro, dispiegandosi per un terzo delle pagine totali, quasi un romanzo breve – si trovano contrapposte per le rispettive ostinazioni. Così ho chiesto a Marta della sua personale definizione di ostinazione, anche nel mestiere di scrittrice. In realtà, mi ha risposto, per lei l’attività della scrittura è un piacere. E io intanto pensavo allo Sciascia “dilettante”, nel senso da lui stesso dichiarato di autore che provava un profondo senso di diletto nello scrivere.

Accanto al libro della Morazzoni avevo sul tavolo davanti a noi L’adorabile Sciascia di Antonio Di Grado, arrivatomi dall’editore Rubbettino giusto il giorno prima. E dalla citazione di Paul Éluard che lo apre ho preso le mosse ieri sera: Il y des mots qui font vivre, “Ci sono parole che fanno vivere”. E io tra quelle metto cultura e letteratura.

Ma il riferimento al tema dell’ostinazione – ho confessato – era anche un piccolo escamotage per menzionare il ciclo che ho organizzato per Biblioteca Ostinata, intitolato I giorni dell’Ostinazione, inaugurato lo scorso 11 settembre con l’avvocato Umberto Ambrosoli. Il secondo appuntamento sarà martedì 7 ottobre con Alberto Casiraghy con cui dialogherò della sua triplice ostinazione di poeta, editore e artista.

Di questo e tanto altro abbiamo parlato ieri sera: di Proust e Thomas Mann (che emozione sentire che Marta considera Giuseppe e i suoi fratelli il romanzo di Mann a lei più caro!); di riscritture (in un certo senso, ha riconosciuto la scrittrice, il racconto Pinkerton che chiude il libro è una forma di riscrittura della Madama Butterfly di Puccini), di esperienze culturali, di scrittura come musica, di cinema (e sì, mi sono confuso: nel film Billy the Kid menzionato nel racconto Il cinefilo non ha recitato Robert Redford, recentemente scomparso: era invece coprotagonista con Paul Newman in Butch Cassidy), di Manzoni e Ariosto, di Maratona e dell’unico tempio che i Greci avevano dedicato alla vendetta (quello della dea Nemesi a Ramnunte, in Attica), del suo romanzo L’invenzione della verità tra Ruskin e Verdi, di incontri mancati…

A proposito: non mancate l’incontro di “Lampi. Duetti culturali” del 20 novembre allo Studio di Lucia Crespi a Milano: Marta Morazzoni dialogherà con l’ospite Emilia Lodigiani “L’editrice geniale” di Iperborea. Mi troverete anche lì…

Saul Stucchi

Marta Morazzoni
Tutta la verità, all’incirca
Guanda
Collana Narratori della Fenice
2025, 192 pagine
18 €

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