
Sicilia è sinonimo di mare. Ma non solo. Soprattutto la parte interna della regione è infatti ricca di riserve e aree boschive ottime per passare un fine settimana all’insegna dello sport e del relax a cielo aperto. Tra i numerosi luoghi da visitare da non perdere la bella riserva naturale Orientata “Monte Cammarata”, e il fondo Salaci, nell’agrigentino, nel territorio montano del comune di Cammarata. Una zona in passato lasciata a se stessa e che ora è al centro di un’importante opera di rivalutazione grazie al Progetto Suolo, che mira alla promozione del territorio, attraverso la comunicazione e l’informazione, affinché questa splendida possa essere conosciuta e recuperata completamente.

La Riserva, istituita nel 2000 dall’Assessorato Regionale Territorio Ambiente della Sicilia, è situata nella parte Centro-occidentale dell’isola, nella parte orientale dei Monti Sicani, e si sviluppa soprattutto per una superficie di 2106,90 ha, attraversando ben tra comuni, Cammarata (60,78%), S.Giovanni Gemini (6,07%) e Santo Stefano Quisquina (33,19%). La riserva del Monte Cammarata è un luogo unico per la ricchezza e la varietà delle specie vegetali in essa presenti: il territorio del parco è caratterizzato da formazioni vegetali artificiali e naturali, alcune delle quali molto importanti, tra cui il fondo Salaci, all’interno della tenuta Coffari, lungo la S.P. n. 26, Cammarata-Castronovo di Sicilia, in cui è possibile ritrovare alcune rarità, tra cui il Populus canescens (Aiton) Sm, pianta rara per le zone meridionali d’Italia. Il fondo, che prende il nome da un piccolo bosco idrofilo a prevalenza di specie del genere Salix, rappresenta un territorio particolarmente delicato per lo specifico e variegato ecosistema che vi si è sviluppato, anche in virtù della sua particolare conformazione morfologica. Ad eccezione della parte pianeggiante del fondo, utilizzata principalmente per la coltivazione di piante fruttifere, l’area è caratterizzata da una vegetazione tipicamente forestale, all’interno della quale possono essere distinti un aspetto igrofilo, ed uno climacico. Quest’ultimo è estremamente eterogeneo e vi si possono distinguere, oltre a stadi di transizione, aspetti con rispettiva dominanza di leccio e roverella. Oltre al Populus canscens (Aiton) Sm, nella parte est del fondo, va anche rilevata la presenza di numerose specie come il Galium palustre o la Menta acquatica.
La riserva è collocata in un ambito, quello dei Monti Sicani, almeno da un punto di vista altimetrico e geomorfologico, prettamente montano: numerosi punti superano i mille metri d’altitudine e in generale il paesaggio è caratterizzato da rilievi dall’aspetto aspro con frequenti dirupi, intervallati da conche e fondovalle, o anche da valli strette e incassate in corrispondenza di torrenti di portata effimera. I boschi occupano vaste aree della superficie e ricadono in ambienti molto diversi. La zona è in genere abbastanza fertile e rigogliosa, grazie anche alle condizioni climatiche particolarmente miti, proprie di un clima di tipo Supramediterraneo – subumido, ad eccezione delle zone più montuose, dove durante l’inverno si assiste alla caduta di neve e alla permanenza al suolo della neve in media raggiunge anche 15-20 giorni.

Ampie aree sono caratterizzate da complessi calcarei, dove si sviluppano versanti da moderatamente a molto ripidi con evoluzione del suolo molto scarsa, e di conseguenza con tipi pedoligici caratterizzati da roccia affiorante o da litosuoli con profilo poco evoluto ed abbondanza di scheletro. Parte di questi complessi, molto duri e compatti, è in realtà costituita da calcari dolomitici, rocce aventi una maggiore suscettività ad essere alterate; tali formazioni danno origine talora ad ampie aree dove il substrato si presenta molto alterato dall’azione dell’acqua o dà già origine a diverse forme carsiche (inghiottitoi, doline, ecc.) visibili in molte aree della riserva, i cui esempi più rappresentativi si trovano a Cozzo Stagnataro (1328 m s.l.m.) fuori della riserva. I complessi calcarei costituiscono il tipo geologico più rappresentato all’interno della riserva. Ai piedi dei rilievi più ripidi (ad esempio ai piedi di Pizzo della Rondine o in Contrada La Pistacchiera), si osservano spesso ampie aree caratterizzate da detriti di falda. In tali ambienti la morfologia di fondovalle o di versante appare non eccessivamente accidentata e si sviluppano suoli a profilo più evoluto: suoli giovani su substrato sciolti (regosuoli) o suoli più evoluti e maturi (suoli bruni). Spesso si rinvengono accumuli di materiale lapideo proveniente dall’erosione della roccia presente nei versanti ripidi, che a volte si accumula formando ghiaioni o brecciai ed in alcuni casi dei veri e propri coni di deiezione. In alcune conche o fondovalle, lontane da rilievi ripidi, si riscontrano anche depositi alluvionali (Contrada Galluzzo, Gorgo Minavento) con morfologia molto dolce o anche sub-pianeggiante e suoli talora molto evoluti o comunque a profilo molto sviluppato differenziato (ABC), vertisuoli (laddove si riscontra più argilla) o regosuoli. Poco rappresentate nella riserva, ma non certo in tutta l’area circostante ad essa, sono le formazioni argillose mioceniche denominate “Terra Vecchia”, che danno origine ad una morfologia collinare con pendenze variabili o uniformi ma mai elevate, tranne che in corrispondenza di aree calanchive e franose. Inoltre, la riserva presenta una fitta rete di sentieri, spesso collegati tra loro i segmenti della rete viaria e che spesso s’inerpicano anche nelle zone più impervi sprovviste di viabilità. A tale proposito va rilevato lo sforzo dell’Azienda Foreste Demaniali nell’opera di manutenzione e miglioramento della rete viaria, con l’obbiettivo principale di promuovere la gestione sostenibile e la tutela delle risorse forestali e la fruizione delle ardesse.
Informazioni: http://RNOmontecammarata.promotour.org