Per i seguaci dell’indie rock Devendra Banhart è sinonimo di un folk stralunato e fumoso, bizzarro e sognatore. A molti il suo nome, invece, non dirà molto, ma Devendra, oltre ad essere uno dei migliori folk singer in circolazione, è anche uno dei più promettenti giovani artisti americani. Lo testimonia la mostra organizzata dalla Galleria Mazzoli di Modena a cura di Diego Cortez, prima personale dell’artista texano, dopo l’esordio newyorkese all’Andrew Roth Gallery nel 2004.
L’esposizione, in cui viene presentata parte dei disegni inediti su carta a tecnica mista realizzati tra il ‘99 e il 2006, è davvero una sorpresa. Vero e proprio enfant prodige, laureatosi all’Art Institute of San Francisco nel 1998, Banhart dimostra di essere oltre che un bravo musicista anche un buon pittore. Le sue opere, realizzate contemporaneamente alla pubblicazione dei quattro album, l’ultimo dei quali, Cripple Crow è uscito da pochissimo, sono disegni bidimensionali per lo più basati sull’intreccio di segni e linee, per la maggior parte acquerelli, in cui la fervida immaginazione di Devendra si scatena in un mix di misticismo e onirismo. Sghembi e come le sue canzoni, i suoi quadri, alcuni dei quali sono diventati le copertine degli album, lasciano intuire l’essenza stessa della sua musica, minimali e incompiuti, scarni e allo stesso tempo essenziali.
Simona Silvestri
Sarà possibile visitare la mostra di Devendra Banhart fino al 30 settembre presso la Galleria Emilio Mazzoli d Modena.Informazioni: http://www.galleriamazzoli.com/