Non avendolo (ancora) letto, non so se nel suo nuovo libro Vittorio Lingiardi parli della Montagna magica (o incantata che dir si voglia) di Thomas Mann. Per gustarmela come merita, la sto rileggendo al ritmo di cinque pagine al giorno e in quelle odierne, relative al quinto capitolo, mi sono imbattuto in una tirata di Lodovico Settembrini al buon Hans Castorp, protagonista del romanzo (uscito giusto cent’anni fa).
Mi sembra che calzi a pennello per Corpo, umano, il libro di Lingiardi presentato ieri sera in un reading-spettacolo con lo stesso autore e l’attrice Federica Fracassi, in scena al Piccolo Teatro Studio di Milano per la regia di Gianni Forte. Co-prodotto da Intesa Sanpaolo e The Italian Literary Agency da un’idea di Giulia Cogoli, il reading è stato molto apprezzato dal pubblico, a giudicare dai calorosi applausi alla fine.
Ma torniamo al romanzo di Mann e alle parole dell’umanista Settembrini riferite proprio al corpo:
Bisogna onorarlo e difenderlo quando si tratta della sua emancipazione e della sua bellezza, della libertà dei sensi, della felicità, del piacere. Bisogna invece disprezzarlo quando si oppone, come principio della grevità e dell’inerzia, al movimento verso la luce, e bisogna aborrirlo quando finisce addirittura per rappresentare il principio della malattia e della morte, quando il suo specifico spirito è lo spirito del pervertimento, della putrefazione, della voluttà e dell’onta…”
Dicevo in apertura che ignoro se il passo sia citato in Corpo, umano, appena uscito da Einaudi. Avendo ascoltato la selezione di brani scelti per lo spettacolo, direi che sta bene in loro compagnia. La carrellata, in cui si alternano Lingiardi e la Fracassi – lui nella lettura di estratti dal suo libro, lei nell’interpretazione di brani di poeti e prosatori – si apre con una citazione da Solar di Ian McEwan per chiudersi sulle note di The Power of Love dei Frankie Goes To Hollywood… Sì, perché il reading ha mescolato letteratura e poesia, brani musicali e immagini di opere d’arte che scorrevano sullo schermo alle spalle degli interpreti, solo un tavolo di legno e due leggii a fare da scenografia.
Il tema del corpo (off topic rispetto a quello ufficiale della tredicesima edizione della manifestazione, intitolata Guerra e Pace) è stato declinato in ricordi personali dello psichiatra e psicanalista (come la sua prima autopsia), in aneddoti, in riferimenti alla storia dell’arte e della medicina, per esempio nel richiamo alle Edinburgh Seven, le prime sette studentesse britanniche iscritte alla facoltà di medicina.
Intanto ammiravamo capolavori come la Musa addormentata di Constantin Brancusi o la Lezione di anatomia del dottor Nicolaes Tulp di Rembrandt e rimanevamo incantati dalla bravura della Fracassi, in particolare – se posso dire la mia – nella Lauda delle malattie di Jacopone da Todi: un brano molto “testoriano” nell’interpretazione di una delle più intense interpreti testoriane.
Di carne e pelle (da I’ve got you under my skin nella versione del duetto tra Sinatra e Bono a un celebre aforisma di Valery), passando per gli occhi di Bette Davis. Di ossessione per il corpo, di estasi e malattie (appena accennata la lista dei letterati morti di tubercolosi), di versi di Walt Whitman, Emily Dickinson e Nina Cassian. Senza dimenticare – sarebbe stato impossibile – lo scrittore malato per eccellenza: Marcel Proust. L’ospite ideale del Sanatorio Internazionale Berghof.
Saul Stucchi
La foto è presa dalla pagina Facebook di BookCity Milano
Vittorio Lingiardi
Corpo, umano
Einaudi
Collana Frontiere
2024, 296 pagine
20 €