Fino al 16 ottobre la Libreria Galla – Il Libraccio di Vicenza ospiterà la mostra fotografica di Max Hirzel “Corpi migranti”, inaugurata il 2 ottobre con la partecipazione dello stesso autore e di Giacomo Peretto (il 3 ottobre ricorreva la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato).
La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione tra varie associazioni del territorio, dalla Caritas Diocesana Vicentina all’Associazione Centro Astalli Vicenza, passando per Migrantes Vicenza e Refugees Welcome Italia, oltre alla stessa Libreria Galla. Gli orari di visita – gratuita – alla mostra sono quelli della libreria: dalle 9.00 alle 20.00.

Siste viator: fermati, passante!
Alcune immagini sono esposte in vetrina. In questo modo i passanti, anche forestieri in gita come il sottoscritto (arrivato nella città veneta per visitare la mostra “Kandinskij, Gončarova, Chagall. Sacro e bellezza nell’arte russa” alle Gallerie d’Italia a Palazzo Leoni Montanari), e i cittadini in attesa dell’autobus, possono distrarsi per qualche attimo dai problemi della propria quotidianità per concentrarsi sui drammi di chi attraversa il Mediterraneo in fuga da paesi devastati da guerre, violenza, sfruttamento e povertà.
Non sono immagini invitanti, ma nemmeno violente, come quelle “di guerra” a cui purtroppo siamo abituati. Sono immagini sobrie – pur toccanti – che documentano, che invitano a scoprire l’attività delle persone impegnate nell’opera di recupero dei cadaveri di chi non ce l’ha fatta e ha perso la vita in mare.
Una foto mostra la mano di Stanilla Lucheschi intenta a inserire la descrizione dei reperti nel database che raccoglie i dati delle vittime. Di un’altra è protagonista una rosa di plastica, rinvenuta tra i reperti del naufragio del 18 aprile del 2015. Appare delicatamente adagiata su un panno, quasi a testimoniare la cura con cui gli operatori hanno tenuto tra le mani non soltanto i corpi, ma anche gli effetti e gli affetti personali di ciascuno di loro.

E poi gli strumenti per l’autopsia disposti sul pavimento del laboratorio del Policlinico di Palermo dal dottor Daniele Daricello. Quattro vaschette di alluminio, invece di accogliere lasagne, servono per ospitare le sezioni dei femori di 52 migranti morti. Analizzando questi dischi d’osso, i dottori sono in grado di stabilire l’età delle vittime.
Un’immagine del settembre 2016 mostra il relitto del barcone naufragato il 18 aprile del 2015, recuperato dalla Marina Italiana e collocato nella base NATO di Melilli.

Tra le più commoventi ci sono le fotografie che raccontano la storia di Mohamed. In una lo vediamo con la testa china mentre osserva con attenzione uno dei documenti appartenuti a suo fratello Bilal, morto attraversando il Mediterraneo ad appena 16 anni (16 anni!). Sulla scrivania accanto a lui, in un ufficio della Procura di Siracusa, possiamo vedere la foto del cadavere di Bilal, scattata dalla Polizia Scientifica. In un’altra immagine Mohamed abbraccia Angelo Milazzo, della Procura di Siracusa, all’aeroporto di Catania. Lo ringrazia per aver restituito l’identità al fratello.
Dare un nome alle vittime
È proprio il problema di restituire l’identità alle vittime dei naufragi il tema del libro di Cristina Cattaneo “Naufraghi senza volto”, edito da Raffaello Cortina Editore. E il libro fa parte di una selezione di titoli scelti dai librai della Libreria Galla per invitare i lettori ad approfondire l’argomento.
Tra di loro segnalo almeno “La crepa”, l’intenso reportage degli spagnoli Carlos Spottorno e Guillermo Abril, pubblicato da ADD Editore (dovrebbe essere tra le letture obbligatorie alle scuole superiori, anche se personalmente ho scarsa, se non nulla, fiducia nelle letture obbligatorie…).
In una delle vetrine della libreria è esposto anche un testo di Max Hirzel. Qui sotto ne riporto le prime righe:
“Nel deserto vidi una tomba, era di una ragazza di Douala, e mi chiesi se suo papà e sua mamma, i suoi fratelli e le sorelle sapessero che la loro bimba è là”. Incontrai Alpha a Bamako nel 2011. L’idea di lavorare sulla gestione dei corpi dei migranti deceduti, in qualche modo risale a quel giorno e alle sue parole. Ho iniziato dai cimiteri, volevo capire dove e come sono sepolti, quanti hanno un nome o cosa in mancanza. Questi corpi, per quantità ed età delle vittime, rappresentano un’anomalia, un’aberrazione che si tende a scambiare per fatalità. Volevo mostrare l’anomalia. Ma anche compiere un piccolo gesto di attenzione”.
Dopo la tappa vicentina la mostra fotografica “Corpi migranti” di Max Hirzel sarà esposta, dal 18 al 31 ottobre, all’Atelier Nuele di Schio, in via Battaglione Val Leogra 88/91.
Saul Stucchi
Dal 2 al 16 ottobre 2019
Corpi migranti
Mostra fotografica di Max Hirzel
Libreria Galla – Il Libraccio
Corso Andrea Palladio 11
Vicenza
Informazioni: