Ci vorranno giorni per lasciar sedimentare emozioni e sensazioni, scoperte e ricordi di questa diciottesima edizione de “Il Giardino delle Esperidi Festival” che si è conclusa ieri (domenica 3 luglio 2022, ndr) a Campsirago, Colle Brianza. Ho partecipato a buona parte degli eventi in calendario nelle ultime quattro giornate e se da una parte impiegherò un po’ di tempo per recuperare le ore di sonno trascurate in questa mezza settimana, dall’altra sono felice di aver vissuto il Festival, più che aver semplicemente assistito a spettacoli e performance.

Nel mio personalissimo bilancio di queste Esperidi 2022 c’è posto soltanto per voci all’attivo. Comincerò dalla fine, dalla “Passeggiata Dadaista”, ideata, organizzata e guidata dall’amico Michele Pascarella, nel parco di Villa Besana a Sirtori. Anche se l’orario post prandiale ha messo a dura prova noi partecipanti, sotto il sole implacabile di questa estate tropicale, la vista e gli altri sensi sono stati sollecitati a un gentile – com’è nella natura di Michele – risveglio.
Sarebbe difficile trovare affinità tra la nostra impresa e la mitica prima (e unica) passeggiata dei Dadaisti nella periferia parigina, nell’ormai lontanissimo aprile del 1921. A unirle, forse, la curiosità e il gusto di mettersi alla prova.
Spunti e riflessioni
I pranzi e le cene in comune a Palazzo Gambassi a Campsirago, con attori e staff, colleghi giornalisti e critici teatrali, sono stati tra i momenti più interessanti del Festival. Chiacchierate, scambi di considerazioni e spunti, consigli di lettura e di ascolto.
Segnatevi, per esempio:
- “Storia dello sguardo” di Mark Cousins, pubblicato da Il Saggiatore
- “L’incanto fonico. L’arte di dire la poesia” di Mariangela Gualtieri, edito da Einaudi
- “La grande cecità: Il cambiamento climatico e l’impensabile” di Amitav Ghosh, da Neri Pozza
- oltre ad almeno la Quarta e la Quinta Sinfonia di Mahler.
Gli eventi in calendario sono stati punti di partenza più che di arrivo per riflettere sul qui e ora e contemporaneamente sui grandi temi della vita.
Poesia e teatro
A questo proposito uno degli incontri più generosi di idee è stato quello su teatro e poesia, condotto da Oliviero Ponte di Pino che ha dialogato con l’attore, regista e poeta Gianluigi Gherzi e l’editore, aforista e stampatore Alberto Casiraghy. Si è tenuto nella corte di Palazzo Gambassi ieri mattina. Per vostra fortuna potete vederne la registrazione sulla pagina Facebook de “Il Giardino delle Esperidi Festival”.

Tra gli spettacoli menziono qui soltanto “Amleto. Una questione personale”. Il motivo è semplice: ne ero rimasto affascinato l’anno scorso e le due repliche viste quest’anno me l’hanno confermato come uno dei miei allestimenti preferiti di opere scespiriane. Il monologo di Sebastiano Sicurezza che poi diventa dialogo con Stefano Pirovano nella scena dei due becchini varrebbe da solo la salita a Campsirago (anche a piedi), ma per fortuna è soltanto una delle perle di una ricca collana composta di tanti talenti.

Da brianzolo di pianura che conosce meglio il Louvre della terra in cui è nato e vive devo rendere grazie alle Esperidi per avermi fatto scoprire posti splendidi, finanche poetici, di cui ignoravo persino l’esistenza, come Villa Lucini a Olgiate Molgora (che ringrazio per l’ospitalità), la Corte Tentorio a Valgreghentino e la già citata Villa Besana a Sirtori.
Per me, dunque, l’intero Festival è stato come un’intensa Passeggiata Dadaista: è servito ad aprirmi gli occhi su quello che ho intorno. Grazie di cuore. All’anno prossimo!
Saul Stucchi
Il Giardino delle Esperidi Festival
XVIII edizione
23 giugno – 3 luglio 2022