Appassionati di storia, amanti dell’avventura, viaggiatori curiosi e assetati di gloria prestatemi orecchio: non prendete appuntamenti per il lungo weekend dal 18 al 21 giugno 2015! In quelle date si celebrerà infatti il bicentenario della battaglia di Waterloo (vittoria o sconfitta dipendono dai punti di vista…) e migliaia di persone si ritroveranno sui campi e sulle dolcissime, eppure amare perché intrise di sangue e lacrime, collinette a pochi chilometri da Bruxelles, cuore della nuova Europa.
Figuranti o reenactors, con uniformi ed equipaggiamenti di una fedeltà maniacale agli originali storici, rivivranno le varie fasi della battaglia che ha segnato la storia del Vecchio Continente, sotto lo sguardo attento di migliaia di turisti convenuti da tutte le parti del mondo.
I sei mesi che ci separano dall’anniversario serviranno agli organizzatori per completare i preparativi, alle truppe per controllare l’equipaggiamento, addestrare le nuove reclute e serrare i ranghi in vista dell’avvenimento clou dell’epopea napoleonica e a tutti gli altri per ripassare gli eventi che dai Cento Giorni portarono a Waterloo.
Dopo aver fatto ridipingere in bianco e nero il brigantino francese L’Incostant (nomen omen) perché venisse scambiato per un mercantile inglese, il 26 febbraio 1815 Napoleone lasciava l’Isola d’Elba per sbarcare a Golfe-Juan il primo marzo con i suoi “Mille”. “Possa il mio ritorno assicurare la pace, la fortuna e la gloria della patria” dirà appena messo piede in terra di Francia.
Beh, le cose non sarebbero andate esattamente così e il 18 giugno 1815 sarebbe passato alla storia come una domenica di sangue… Ma De Gaulle sintetizzò così – pro domo sua, ça va sans dire – la parabola napoleonica: “Ha lasciato la Francia più piccola di quanto l’avesse trovata, sia pure. Ma una nazione non si definisce così. Per la Francia lui doveva esistere… Non mercanteggiamo la grandezza”.
Messa da parte l’ingombrante grandeur transalpina, il bicentenario di Waterloo è l’occasione per riflettere su due secoli di storia europea e, solo per un attimo, lasciarsi tentare dall’immaginazione: cosa sarebbe cambiato se la pioggia non avesse inzuppato le collinette di Waterloo, se i Francesi avessero preso il castello di Hougoumont senza logorarvi inutilmente truppe, se l’armata di Blücher fosse arrivata sul teatro della battaglia con un ritardo maggiore di quello che già aveva innervosito il duca di Wellington…? Forse tutto o forse niente.
Le divisioni del passato sono state superate o hanno assunto altre forme; la storica rivalità tra Francia e Gran Bretagna ha vissuto alti e bassi, avvicinamenti (come l’Entente cordiale) e allontanamenti, mentre il mondo viveva altre rivoluzioni, restaurazioni e crisi da risolvere sui campi di battaglia o nelle sedi diplomatiche.
È però un buon segno che l’arma scelta dagli organizzatori per promuovere #Waterloo2015 sia quella dell’ironia: l’unica che permette di combattere gloriosamente e vincere senza spargimenti di sangue. Ci vediamo a Waterloo dal 18 al 21 giugno 2015!
Saul Stucchi
INFO
Waterloo 2015
www.waterloo2015.org
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