Fino al 30 novembre sarà in cartellone al Piccolo Teatro Strehler di Milano il Riccardo III di Shakespeare nell’adattamento di Antonio Latella e Federico Bellini. Il primo ne firma la regia, mentre il secondo la traduzione.
Per Latella è dunque un ritorno al Bardo dopo l’intenso e fortunato Hamlet (Premio Ubu come Migliore spettacolo del 2021) che aveva Federica Rosellini come protagonista nel ruolo del principe di Danimarca. Qui è invece Vinicio Marchioni a impersonare il duca di Gloucester e attorno a lui ruotano tanti bravi interpreti, di cui due già impegnati nell’Amleto, ovvero Anna Coppola e Andrea Sorrentino. Le luci sono ancora di Simone De Angelis, mentre per i costumi e le scene questa volta il regista si è affidato rispettivamente a Simona D’Amico e Annelisa Zaccheria.

La scena in realtà è una sola: un giardino di rose bianche allusivo alla casata degli York (mi ha fatto pensare all’edenica cornice del dolce incontro tra i giovani amanti nell’opera Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai a cui ho assistito al Teatro Regio di Torino) al cui centro si staglia un albero gigantesco, ma privo di rami e senza radici, a simboleggiare il braccio avvizzito e rinsecchito che contraddistingue il diabolico duca.
Il ritmo è piuttosto sostenuto e i toni spesso molto alti, con alcune tirate a volume di urla. È quindi forse inevitabile che sfugga qualche sbavatura nella dizione delle battute, anche perché questo dramma storico è un ginepraio di nomi e parentele e si rischia di perdersi nel Who’s who delle casate reali in conflitto, tra Enrichi e Riccardi, vivi e morti.
Altresì articolate e complesse delle genealogie sono le maledizioni e le profezie con vedove e madri orbate di rampolli impegnate a sciorinare le peggiori sciagure a colui contro le quali le scagliano ma a cui finiscono per soggiacere.

Lui è l’essere immondo, il ragno, il rospo, il cane infernale, il cinghiale (e quest’ultimo paragone / accostamento / insulto non può che richiamare alla memoria dello spettatore che scrive queste righe Storia di un cinghiale. Qualcosa su Riccardo III, scritto e diretto da Gabriel Calderón e interpretato da Francesco Montanari, andato in scena al Piccolo Studio Melato questa primavera).
Marchioni fa di Riccardo uno psicopatico che non è in grado di avere uno scambio verbale che non sia una minaccia più o meno velata, un urlo furioso o una subdola menzogna. Non mostra malformazioni fisiche né mima disabilità: il suo personaggio è roso da tare psichiche che ne faranno esplodere la personalità in una corsa sfrenata verso l’autodistruzione, fino alla celeberrima richiesta di un cavallo in cambio di un regno ormai perso sul campo di battaglia.
Scrive Latella nelle note di regia:
Il male che mi interessa è nella bellezza, non nella disarmonia. Il male è il giardino dell’Eden. Una bellezza accecante, una bellezza che pretende un ritorno al figurativo. Una bellezza opulenta e ingannatrice, fatta di relazioni pericolose, di giochi di seduzione continui. E, in questo, Riccardo III è il maggiore dei maestri. La sua battaglia non è per la corona, non è per l’ascesa al trono, ma è per la sottomissione del femminile, quando è proprio il femminile che gli darà scacco matto; difatti sarà la Regina madre a portare a termine una tremenda maledizione”.
Ecco: una delle chiavi di lettura di questo Riccardo III è quella del maschio incapace di gestire in modo maturo le emozioni e le frustrazioni, ma disposto a tutto per soddisfare le proprie pulsioni. Un comportamento tragico per sé e per tutti quelli (e in particolare quelle) che ha attorno. Di uomini di potere così sono pieni i libri di storia. E le pagine dei giornali.
Saul Stucchi
Foto di Gianluca Pantaleo
Riccardo III
di William Shakespearetraduzione Federico Bellini
adattamento Antonio Latella e Federico Bellini
regia Antonio Latella
con Vinicio Marchioni
e con Silvia Ajelli, Anna Coppola, Flavio Capuzzo Dolcetta, Sebastian Luque Herrera, Luca Ingravalle, Giulia Mazzarino, Candida Nieri, Stefano Patti, Annibale Pavone, Andrea Sorrentino
dramaturg Linda Dalisi
scene Annelisa Zaccheria
costumi Simona D’Amico
musiche e suono Franco Visioli
luci Simone De Angelis
regista assistente e movimenti Alessio Maria Romano
assistente volontario Riccardo Rampazzo
produzione Teatro Stabile dell’Umbria, LAC Lugano Arte e Cultura
Informazioni sullo spettacolo
Dove
Piccolo Teatro StrehlerLargo Greppi 1, Milano
Quando
Dal 12 al 30 novembre 2025Orari e prezzi
Orari: da martedì a sabato 19.30domenica 16.00
lunedì riposo
Durata: 2 ora e 40 minuti compreso l’intervallo
Biglietti: intero platea 33 €; intero balconata 26 €