Non capita spesso di ascoltare un concerto spalla a spalla con un vaso della dinastia Qing in porcellana céladon (e intanto pensavo alla mostra vista al MAOV Museo d’Arte Orientale di Venezia a Ca’ Pesaro), a un passo da una teca che custodisce un chicco di riso su cui un secolo fa è stata scritta una lettera inaugurale a papa Pio XI composta da ben 181 parole (e intanto pensavo alle meraviglie dei miniatori raccontate da Orhan Pamuk ne Il mio nome è rosso).
È capitato venerdì sera, 7 novembre, giorno di sciopero dei mezzi pubblici che però non ha compromesso la partecipazione di un folto pubblico giunto in qualche modo al PIME di via Monte Rosa a Milano per ascoltare il concerto Sulle tracce di Europa del mezzosoprano Valentina Volpe Andreazza e l’Abdo Buda Marconi Trio (lo compongono Ashti Abdo, Manuel Buda e Fabio Marconi).

È stata una serata speciale, di quelle che ritemprano e rinfrancano lo spirito. Un viaggio per il bacino del Mediterraneo e molto di più, verso nord e verso est.
Mancando la direttrice di Milano Classica Claudia Brancaccio, impegnata in un altro evento, è stato Andrea Zaniboni, co-direttore artistico del programma MusicaInMuseo (giunto quest’anno alla quarta edizione), a presentare il concerto nel Museo Popoli e Culture nella casa dei missionari sottolineando l’impegno a unire solidarietà, bellezza e musica.
Ha ricordato che mercoledì 13 novembre – questa volta nel Teatro del PIME – si terrà un concerto jazz della Millennials’ Orchestra dedicato a due leggende del clarinetto, ovvero Benny Goodman e Artie Shaw (e intanto pensavo all’incontro con Chiara Percivati ai “Lampi. Duetti culturali” di Lucia Crespi dello scorso 25 settembre).

Da parte sua il direttore del PIME, don Gianni Criveller, ha ben sintetizzato il senso dell’iniziativa con queste parole: «Il mondo viene qui e noi ci apriamo al mondo».
E poi hanno parlato gli strumenti e le voci, inframmezzati da applausi sempre più calorosi. Il viaggio alla ricerca di Europa – splendida principessa fenicia rapita da Zeus sotto forma di candido toro – ha preso il via da un “Canto antico” che in realtà è stato composto sul finire degli anni Quaranta da un emigrante dell’Europa dell’Est trasferitosi in Israele, passando per la canzone che la “Mina del mondo arabo” Fairouz dedicò a Beirut, due brani della tradizione balcanica, una puntata in Lituania sulle note di Chopin, senza trascurare la Spagna, per planare in Friuli-Venezia Giulia per ascoltare un canto greco pagano, fino a una tarantella napoletana composta da Rossini e a una villanella napoletana di Leonardo Primavera:
Tre donne belle fanno gran battaglia
col sol e con la luna e con le stelle
ma sono di pietà crud’e rubelle.
Le corde delle chitarre di Buda e Marconi e del saz (uno strumento della famiglia dei liuti) di Abdo sono state suonate con delicatezza e in ritmi di parossismo sfrenato, mentre le statue dei Buddha alle spalle dei musicisti – prossimi a compiere i primi dieci anni di attività come Trio – restavano impassibili (ma sono convinto che ballassero intimamente).
Del prossimo evento musicale al PIME ho detto sopra. Il calendario di Milano Classica, invece, prosegue oggi con ben due appuntamenti, entrambi alle ore 17.00, sempre a Milano:
- “Tra sogno e abisso” alla Sala Falck dell’Ambrosianeum in via delle Ore 3
- “Il rumore del Tempo” allo Spazio Teatro 89 Via Fratelli Zoia 89
L’11 novembre alle 21.00 si terrà il concerto d’inaugurazione del ciclo I Martedì del Quartetto al Teatro Martinitt, con il Quartetto Indaco impegnato in un programma che prevede pagine di Haydn, Šostakovič e Debussy.
Saul Stucchi
Centro PIME
Via Monte Rosa 81
Milano