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Voi siete qui: Arte » Cristiano Ricci ospite della terza MicroMostra di ALIBI

15 Settembre 2025

Cristiano Ricci ospite della terza MicroMostra di ALIBI

Ieri pomeriggio [domenica 14 settembre, n.d.r.] si è tenuta l’inaugurazione della terza MicroMostra di ALIBI. Dopo Ilaria Demonti che ha dato il via all’iniziativa ideata e ospitata dal direttore e dall’editora della rivista culturale con l’opera intitolata In cammino, ed Enrico Giudicianni che ne ha preso il posto durante l’estate con la fotografia My Heart, è stato il turno di Cristiano Mattia Ricci.

L’artista ha recentemente esposto una selezione delle sue opere alla Biblioteca di Mezzago nella personale intitolata Litanie minori. La MicroMostra appena inaugurata è in qualche modo frutto di quell’evento, anche se per tecnica e soggetto l’opera esposta si discosta da quelle presentate lo scorso maggio.

Ne ha parlato lo stesso artista, illustrandola ai presenti all’inaugurazione. Iniziamo dal titolo: Encore l’amour (Ancora l’amore). «Non sono romantico, è una sorta di presa in giro. Questi sono titoli un po’ buffi che mi vengono così», si è schermito Ricci. L’opera ha un qualche debito verso il Surrealismo e la pittura degli anni Trenta che l’autore ama, preferendo però di gran lunga Francis Picabia e Meret Oppenheim – di cui ha ricordato la scultura più celebre, la tazza con il pelo Colazione in pelliccia del 1936 – a Salvador Dalí.

Ma l’opera è anche legata alla pittura degli anni Ottanta con il ritorno all’arte figurativa. Nato nel 1973, da bambino Ricci è rimasto segnato dalle opere di Keith Haring e di Jean-Michel Basquiat.

L’opera esposta appartiene a una serie di dieci, dodici opere realizzate a tempera su tela. Non aveva mai utilizzato prima la tempera, tecnica che crea più problemi della pittura a olio e dell’acrilico ed è più difficile da usare.

Questa è la prima della serie e rappresenta due figure grottesche. Ricci ha confessato che in occasione della mostra a Mezzago si è chiesto come mai dipinga spesso due figure e si è dato questa risposta: non riusciamo a definirci senza l’altro. Si scopre chi si è in relazione all’altro, comunicando con un’altra persona. La dualità è per lui il mezzo per conoscere se stessi.

Adesso l’artista sta lavorando su un’opera di grandi dimensioni, ad acrilico su tela. «Una specie di festa pazza, in mezzo alla natura, al fuoco: una cosa liberatoria». Non è più tornato alla tecnica della tempera.

La presentazione è proseguita con ulteriori approfondimenti sulle opere, sugli interessi artistici di Ricci e sulla sua formazione, per la quale hanno avuto un ruolo fondamentale le visite alle gallerie milanesi e i cataloghi che anni fa venivano donati ai visitatori con maggior generosità di quanto accada oggi.

Poi la chiacchierata si è moltiplicata, dividendosi in rivoli indipendenti e talvolta incrociati, su temi come l’arte, la cultura (e i suoi costi) e la letteratura (da Julian Barnes a Marta Morazzoni), tra un calice di spumante con paté e patatine e una tazza di tè con i biscotti.

La terza MicroMostra di ALIBI con Encore l’amour di Cristiano Ricci si potrà visitare su appuntamento durante le prossime quattro settimane (la data d’inaugurazione della prossima è ancora in via di definizione).

Saul Stucchi

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